Sempre sull’uso ”strano” dei preservativi in India

Ho scritto questo articolo nel 2004, ma è ancora attuale nei suoi contenuti. Al di là delle notizie curiose e divertenti, resta il problema della mancanza di una seria campagna di prevenzione dell’Aids in India, terzo paese al mondo per numero di contagiati. In un paese dove il sesso è tabù, parlare di rapporti sessuali protetti è quasi vietato. Il caso di Richard Gere e Shilpa Shetty ne è un esempio.

Dovrebbero servire ad evitare gravidanze indesiderate o, ancor di più, a evitare la trasmissione di malattie per via sessuale a cominciare dall’Aids. Invece sembra che in India l’uso del preservativo, incentivato anche con distribuzioni gratuite, non sia proprio quello canonico.    

Questo, stando ai risultati di uno studio presentato durante l’ultimo vertice mondiale sull’Aids svoltosi a Bangkok. Secondo la ricerca effettuata dal dottor Rama Kant, uno studioso indiano di fama internazionale, e dalla sua equipe, in India solo in una piccolissima percentuale i preservativi vengono usati per i motivi per i quali vengono realizzati, mentre la maggioranza dei cittadini del subcontinente ha scoperto i sistemi e le applicazioni piu’ disparate per utilizzarli.    

La ricerca ha infatti evidenziato come i preservativi vengano spesso usati per la fabbricazione dei famosi sari di seta di Benares; altrove c’è chi ne fa contenitori per l’acqua; in diversi villaggi i carpentieri hanno poi scoperto che numerosi preservativi stesi fianco a fianco costituiscono un’eccellente guaina impermeabilizzante per i soffitti.    

I risultati di questa ricerca sono stati accolti con estrema incredulità da tutto il mondo scientifico. ”Non ci credevo all’inizio nemmeno io – ha detto  il dottor Rama Kant -; quando ho visto i risultati ho pensato ad un errore. Poi dopo aver accuratamente verificato tutto con l’aiuto dei miei collaboratori ho dovuto crederci”.    

Sono soprattutto i lubrificanti con i quali vengono realizzati i profilattici e la loro caratteristica impermeabilita’ che fanno si’ che moltissimi indiani li utilizzino in maniera diversa dal solito. Pare ad esempio che gli indiani abbiano scoperto che essi contribuiscono a lucidare e rendere brillanti le sete dei sari. Come impermeabilizzanti i preservativi vengono invece tagliati e mischiati con altri materiali e poi fissati sotto i soffitti di molte case. Grandi quantità di preservativi vengono poi mischiati con il cemento nelle fabbriche per  migliorare la qualità dei prodotti usati per asfaltare le strade pubbliche.    

Il Dott. Kant, ha spiegato che non più del 20-25% dei preservativi distribuiti gratuitamente in India viene usato per il suo uso proprio e naturale. La ricerca è stata considerata un importante punto di partenza per riflettere sul parziale insuccesso della campagna dell’Organizzazione mondiale della Sanità in India, che da tempo cerca di promuovere l’uso del preservativo per controllare la crescita demografica e il diffondersi dell’Aids.    

Dal congresso di Bangkok è emerso che tra qualche anno, se il trend rimane quello di questi anni, l’India diverrà il primo Paese al mondo per numero di persone infettate dal virus dell’Aids, e nel 2015 dovrebbe diventare il paese più popoloso al mondo superando anche la Cina. In diversi villaggi e città volontari distribuiscono preservativi gratuitamente, ma sono pochi quelli che li usano: oltre agli usi impropri, molti li rivendono invece di tenerli a portata di mano accanto al letto. (ANSA)

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