L’esordio di Bilawal

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”Ho la politica nel sangue, ma prima d’ogni altra cosa devo terminare i miei studi”. E’ questa la linea adottata dal 19enne Bilawal Bhutto Zardari, figlio di Benazir Bhutto e suo successore alla guida del Partito Popolare Pachistano (PPP), che oggi ha esordito al cospetto dei media internazionali in una conferenza stampa tenutasi a Londra. Chiedendo anche – e soprattutto – rispetto per la propria privacy. Il giovane Bhutto e’ sembrato sicuro di se’ e perfettamente in grado di reggere l’enorme pressione che si e’ accumulata sulle sue spalle da quando, settimana scorsa, e’ stato eletto leader del PPP – con suo padre, Asif Ali Zardari, nominato co-presidente. E sara’ proprio quest’ultimo a guidare il partito sino a che Bilawal non si riterra’ pronto ad affrontare la prima linea. ”Voglio compiere un percorso attento e graduale: nel mentre sara’ mio padre a guidare il partito. Al momento, la mia partecipazione sara’ limitata perche’ questo e’ il tempo d’imparare. Senza un’istruzione adeguata, credo sia impossibile entrare nell’arena politica di oggigiorno. D’altra parte, uno dei punti forti di mia madre e’ stata proprio l’istruzione che ha ricevuto”. Quindi un riferimento forte a cio’ che Benazir rappresentava per il partito e il Paese: ”Abbiamo perso la nostra speranza migliore per il Pakistan, ma non era l’unica”. E a chi gli ha rimproverato di conoscere a malapena il paese che il suo partito potrebbe tra breve governare, Bilawal ha risposto cosi’. ”E’ vero, non sono cresciuto in Pakistan, ma non e’ stata una mia scelta. Mia madre e’ stata costretta all’esilio e io sono stato tirato su da mia madre: mi diceva tutto quello che c’era da sapere”. ”Abbiamo parlato, a volte, del mio futuro all’interno del partito nel caso in cui qualcosa le fosse accaduto”, ha detto poi Bilawal Bhutto, rispondendo alla domanda di un giornalista, ”ma speravamo potesse non succedere mai. E comunque non pensavo avvenisse cosi’ presto”. In seguito, Bilawal ha negato che quella dei Bhutto sia una ‘dinastia’ che regna in Pakistan quasi per diritto divino. ”Sono stato eletto presidente con il supporto di tutto il partito”, ha detto Bilawal Bhutto. ”Non pretendo di avere nessuna aspirazione. Sono stato chiamato in causa e io ho accettato: era qualcosa che andava fatto, anche se ci sono dei rischi, perche’ il partito affrontava un momento di crisi Quindi l’affondo nei confronti del governo pachistano: ”Mia madre aveva chiesto protezione – ha dichiarato Bilawal – e lei sarebbe ancora qui se fosse stata protetta come si deve. Per questo diamo il benvenuto agli investigatori di Scotland Yard ma chiediamo nuovamente che l’inchiesta venga patrocinata dalle Nazioni Unite: non crediamo che le indagini condotte dal governo pachistano abbiano la necessaria trasparenza”. Non potevano mancare, infine, dei commenti riguardo l’ormai celebre pagina di Facebook: ”Sono sicuro – ha liquidato con una battuta rivolta ai giornalisti – ”che la vostra abilita’ nel condurre inchieste sia sufficiente a guidarvi nel capire cosa e’ vero e cosa e’ fasullo”. ”Chiedo – ha concluso – di essere lasciato in pace una volta tornato ad Oxford: fatemi terminare gli studi. Mia madre era molto aperta nei confronti della stampa e io voglio proseguire su questa linea. Ma con moderazione”. . Ha paura per la sua vita?, e’ stata, infine, la domanda d’obbligo per l’ultimo di una dinastia segnata dal sangue. ”Temo piu’ per la mia privacy”, ha risposto senza esitare Bilawal.

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