Gopal Krishna Gandhi è un grande uomo. E’ il governatore dello stato del West Bengala, che ha Calcutta per capitale. Il suo cognome denuncia la sua parentela (anche se Gandhi è un cognome diffuso in India): è il più giovane nipote del Mahatma. L’ho conosciuto, ci ho parlato un paio di volte e mi è sembrato un politico e un amministratore molto illuminato. E’ il fratello di Tara, una mia amica di Delhi, una gentile signora innamorata dell’Italia e di Napoli (e questo dimostra la sua grandezza e il suo buon gusto).
Gopal Krishna Gandhi è un uomo di cultura, parla diverse lingue tra le quali l’italiano, ha girato il mondo, ha sempre servito lo stato. E si comporta, cosa strana per un indiano di questi tempi, come il suo illustre nonno.
Ricorderete che ho parlato diverse volte degli scontri soprattutto a Nandigram per la questione delle terre tolte ai contadini per realizzare fabbriche, in particolare quella della Tata Nano. Gli scontri e le proteste stanno continuando, anche se nessuno se ne occupa, tutti presi a decantare la magnificenza di questa India shining, risplendente.
La polizia, il governo, per sedare le rivolte, hanno tolto l’elettricità dai villaggi dei manifestanti. E Gopal Krishna che ha fatto? Visto che i suoi appelli alla calma sono andati a vuoto, nel più puro spirito gandiano di satyagraha (lotta non violenta) ha cominciato a staccare ogni giorno per ore la corrente dalla sua residenza. E lo farà fin quando non cambierà la situazione a Nandigram.
Come il nonno, che per obbligare gli inglesi a trattare bene gli indiani, faceva lo sciopero della fame.
Grande Gopal Krishna.