I ministri di dimettono, il primo ministro rinvia decisione

Nove ministri appartenenti alla Lega Musulmana Pachistana-N di Nawaz Sharif hanno deciso di dimettersi dal governo presieduto da Yusuf Raza Gilani, ma il primo ministro, che vuole tentare una riconciliazione dell’ultima ora, ha respinto le dimissioni, motivate da un mancato accordo sul reintegro di giudici costituzionali silurati a suo tempo dal presidente Pervez Musharraf. I nove ministri hanno consegnato stamani la loro lettera di dimissioni nelle mani del capo dell’esecutivo. Gilani ha detto alla stampa di voler attendere il ritorno in Pakistan di Asif Ali Zardari, il vedovo di Benazir Bhutto e co-presidente del Partito del Popolo Pachistano, partito del primo ministro vincitore delle elezioni politiche dello scorso febbraio. Il partito di Sharif si era piazzato secondo. Zardari e’ ancora a Londra, dove ha tenuto l’ultimo round di colloqui con Sharif sul problema del reintegro dei giudici, al termine del quale, non avendo raggiunto un accordo, Sharif ha annunciato ieri il ritiro dei ministri dall’esecutivo. Tutto rinviato a domani, al rientro di Zardari, che dovrebbe atterrare nella tarda serata di oggi ad Islamabad. Gilani ha confermato a Sharif l’intenzione di reintegrare ai loro posti i giudici costituzionali che il presidente Musharraf aveva rimosso nel novembre scorso quando dichiaro’ lo stato di emergenza. Ma, ha ribadito il primo ministro come aveva gia’ fatto Zardari, il reintegro dovra’ avvenire contestualmente al varo di riforme costituzionali che dovrebbero ridurre i poteri della magistratura. Sharif invece e’ per un reintegro immediato e incondizionato dei giudici. I giudici rimossi, una sessantina, avrebbero dovuto decidere la possibilita’ per Musharraf di partecipare e vincere la seconda volta le elezioni pachistane. I magistrati si sarebbero opposti, dal momento che la costituzione del paese vietava una nuova elezione per l’ex capo dell’esercito pachistano. Cosi’ Musharraf li mise agli arresti domiciliari. Ma i giudici avrebbero dovuto dire la loro, probabilmente parere sfavorevole, anche sull’amnistia che ha permesso il ritorno in patria dall’esilio di Benazir Bhutto e di suo marito, i quali sono posi stati prosciolti dal tutte le accuse. Sharif ha oggi ribadito che, nonostante le dimissioni, il suo partito non siedera’ all’opposizione, ma sosterra’ dall’esterno quei provvedimenti del governo che riterra’ utili.

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