E’ ancora incerto il futuro dell’accordo sul nucleare civile tra India e Stati Uniti. I partiti dell’ala comunista, che appoggiano il governo dall’esterno, nonostante i continui incontri sul tema sembrano non voler retrocedere dalla loro posizione originaria, che e’ quella di non consentire all’accordo di essere portato a termine. Dopo l’ennesima riunione, ieri sera, il segretario Generale del Partito Comunista Marxista indiano, Prakash Karat, ha fatto sapere agli alleati di governo che la posizione della sinistra rimane immutata. Il governo ha risposto chiedendo ai comunisti almeno ad acconsentire a che l’India si rivolga all’Agenzia per l’Energia Atomica (AIEA) per fissare le norme specifiche di salvaguardia per l’India in relazione all’eventuale accordo nucleare India-Usa. Ma, stando a quanto sostenuto dalla stampa indiana, la sinistra non intenderebbe accettare una simile ipotesi, ritenendo che essa equivarrebbe ad accettare l’accordo con gli Stati Uniti, che diventerebbe automaticamente operativo una volta fissate le norme di salvaguardia. Il timore dei partiti di sinistra e’ che la conclusione di un simile accordo darebbe il via ad una sorta di soggezione dell’India rispetto agli Stati Uniti e che conseguentemente il Paese perderebbe gran parte della sua autonomia nelle decisioni riguardanti soprattutto la politica estera. La sinistra ha poi anche ribadito di essere pronta a ritirarsi dal governo se quest’ultimo decidera’, nei prossimi giorni, di andare avanti e rivolgersi all’AIEA. Il Presidente del Partito del Congresso, Sonia Gandhi, e il Primo Ministro, Manmohan Singh, continuano a sperare di poter far breccia in qualche modo negli oppositori dell’accordo e di poter cosi’ evitare di addivenire ad una rottura che significherebbe l’inizio di una crisi di governo e, forse, elezioni anticipate. Per domani intanto e’ previsto un nuovo incontro, da molti ritenuto quello decisivo, nel quale probabilmente Sonia fara’ appello all’unita’ con i partiti di sinistra anche e soprattutto in vista dell’ormai prossimo scontro elettorale dell’anno prossimo e della necessita’, ora piu’ che mai, di fare muro comune contro la destra guidata dal BJP. La Gandhi spera di riuscire a convincerli che l’accordo con gli Usa rappresenterebbe solo un vantaggio per il Paese, dissipando tutti i dubbi e le perplessita’. Speranza che, almeno fino ad ora, sembra pero’ destinata a restare vana. E di ieri intanto la notizia che l’Australia non intende vendere uranio all’India perche’ questa non è tra i Paesi firmatari del Trattato di non proliferazione. Una posizione che, ha specificato Canberra, potrebbe mutare se l’accordo tra l’India e gli Stati Uniti sul nucleare civile divenisse operativo.
Ancora stallo sull’accordo nucleare USA-India, e si profila crisi di governo
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