Zardari candidato alla presidenza del Pakistan

Sara’ Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, il candidato del Partito del Popolo Pachistano (Ppp) a succedere a Pervez Musharraf nelle elezioni presidenziali che la commissione elettorale oggi ha stabilito si terranno in Pakistan il 6 settembre. Lo ha annunciato il ministro dell’informazione, Sherry Rehman, spiegando il comitato centrale del Ppp lo ha nominato all’unanimita’. Zardari si e’ preso 24 ore di tempo per sciogliere la riserva, anche se pare probabile che accetti. Il suo nome circolava gia’ da tempo negli ambienti politici pachistani e stamattina la televisione indiana IbnLive, citando fonti Ppp, l’ ha data per certa. Zardari ha tempo fino al 30 agosto per ritirare la sua candidatura. Il 6 settembre dalle 10:00 (le 07:00 in Italia) nell’aula del parlamento di Islamabad, l’ Assemblea Nazionale (camera bassa) e il Senato (che rappresenta le regioni) si riuniranno per votare il successore di Musharraf, dimessosi cinque giorni fa. Se Zardari, conferma la sua candidatura, taglierebbe la strada alle altre due possibili nel Ppp: quella la sorella di stesso Zardari, che in parlamento ha preso il posto che fu di Benazir Bhutto, e quella del candidato della provincia di Nord- Ovest, pensata per riavvicinare quella parte infuocata del Paese dove i ribelli Taleban combattono contro l’esercito. A questo punto, bisogna vedere cosa faranno gli alleati, Nawaz Sharif e la sua Lega Musulmana Pachistana-N (Pml-N) in primis. Il Ppp, infatti, ha gia’ occupato sia la poltrona di primo ministro (Yusuf Raza Gilani) che quello del presidente dell’Assemblea nazionale (Fehmida Mirza), mentre la Pml-N, secondo partito di maggioranza, al momento e’ fuori dal governo per la questione dei giudici rimossi da Musharraf. Per il momento Sharif non ha parlato. Ha solo fatto sapere di accettare il rinvio della decisione sui giudici a mercoledi’. Ieri l’ex primo ministro aveva minacciato di lasciare il governo se oggi non si fosse deciso di rimettere i giudici al loro posto. Tra Sharif e Zardari c’e’ un accordo scritto che prevede il reintegro dei giudici 24 ore dopo l’uscita di scena di Musharraf. Mentre non c’e’ nessuna obiezione sul reintegro dei magistrati, che sara’ richiesto da una mozione all’assemblea nazionale presentata lunedi’ prossimo e votata mercoledi’, il problema riguarda Iftikhar Chaudhry, il capo della Corte suprema diventato il simbolo, lo scorso ano, della lotta a Musharraf. Sharif lo vorrebbe subito reintegrato, mentre il Ppp vorrebbe limitarne i poteri e riammetterlo dopo un cambio costituzionale. La paura di Zardari e’ che il giudice Chaudhry possa cancellare alcune ordinanze di Musharraf, come quella che ha permesso a lui e alla moglie Benazir Bhutto di rientrare in Pakistan senza essere giudicati e condannati. Per Chaudhry si profila la prospettiva di un ruolo onorifico. Ma su tutto grava l’ombra del terrorismo. Ieri l’attentato che ha fatto 70 vittime, oggi 11 militanti taleban sono stati uccisi dalle forze dell’esercito pachistano ad Hangu, nei pressi della Kurram Agency, nel nord-ovest del paese ai confini con l’Afghanistan. L’esercito ha intimato l’alt a due veicoli che pero’ non si sono fermati. Il conflitto a fuoco, ha provocato lo scoppio delle due vetture che, secondo l’esercito, erano cariche di esplosivo. Il movimento dei taleban pachistani ha fatto sapere di aver inviato kamikaze in tutte le grandi citta’ del paese, pronti a colpire istallazioni civili e militari.

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