Nawaz Sharif, leader del secondo partito di maggioranza in Pakistan Lega Musulmana Pachistana-N (PML-N), ha deciso di passare all’opposizione rendendo ancora piu’ confusa la vita politica del paese e piu’ difficile il processo democratico nel paese. Quello che doveva diventare un momento di aggregazione degli oppositori a Musharraf, cioe’ l’uscita di scena del presidente ex generale, si e’ invece risolto in un groviglio politico che ha portato alla scissione della maggioranza di governo, uscita vincitrice dalle elezioni del 18 febbraio scorso. L’ex primo ministro destituito da Musharraf nel 1999, aveva gia’ ritirato a maggio i suoi ministri dal governo. Sharif ha sbattuto la porta della coalizione a brutto muso, accusando il Partito del Popolo Pachistano (PPP), guidato da Asif Ali Zardari e da suo figlio Bilawal Bhutto, di non rispettare gli impegni. ”Che senso ha – ha detto Sharif in conferenza stampa stasera ad Islamabad – essere in una coalizione quando un partito decide per tutti?”. Il dissidio tra i due partiti e’ nato soprattutto sul reintegro dei giudici rimossi da Musharraf e sui cambiamenti costituzionali. Da mesi Sharif chiede che i giudici vengano rimessi ai loro posti subito. Secondo quando riferito da Sharif alla stampa, il leader della Lega Pachistana Musulmana-N aveva avuto diversi incontri con la coppia Bhutto-Zardari durante il loro esilio e avevano raggiunto accordi precisi sui giudici. Inoltre Sharif ha anche mostrato ai giornalisti un accordo firmato da Zardari con il quale il PPP si impegnava a rimettere i giudici al loro posto dopo l’uscita di scena di Musharraf. ”Ma per Zardari – ha detto Sharif – l’accordo non e’ ne’ il Corano ne’ la Sunna e tutto puo’ essere cambiato”. Ma Sharif non si ferma qui. Oltre a nominare, contro Asif Ali Zardari, come candidato del suo partito per le elezioni presidenziali del 6 settembre prossimo, l’ex giudice Saeed-uz-Zaman Siddiqui, ha tenuto una riunione con i suoi avvocati. Sul tavolo, la possibilita’ di bloccare la candidatura di Zardari a causa di sue accuse pendenti. I legali di Sharif hanno parlato di possibilita’ di un ”secondo impeachment” dopo quello che stava per essere formulato contro Musharraf. Il partito di Sharif teme inoltre che Zardari non voglia emendare la costituzione riportandola a quella del 1973, facendo restare in piedi le modifiche volute a novembre da Musharraf che concedono al presidente ampi poteri. La reazione del PPP non si e’ fatta attendere. Farhatullah Babur, portavoce del partito, ha detto che la decisione del PML-N ”e’ stata presa in fretta” e che la coalizione ha solo lavorato ”nell’interesse del paese”. Fino ad ora, nessun commento da Zardari. Il co-presidente del partito e candidato alle presidenziali, che oggi ha ricevuto il sostegno alla candidatura da alcuni partiti e due provincie (tra le quali quella del nord ovest al centro di attacchi terroristici), stamattina in una intervista alla BBC aveva detto che il paese ”sta perdendo la guerra con i talebani”. Zardari, che per motivi di sicurezza da giorni lavora nell’ufficio del ‘suo’ primo ministro Yousuf Raza Gilani, ha detto che non si tratta solo ”di previsioni pessimistiche riguardanti il Pakistan o l’Afghanistan”, ma ”il mondo intero ne sara’ colpito”. Il vedovo della Bhutto ha fatto della lotta al terrorismo uno dei punti fondamentali del suo programma. La prima mossa e’ stata la messa al bando del gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), responsabile, tra l’altro, degli attentati degli ultimi giorni oltre che, per mano del suo capo Baitullah Mehsud, vicino ad Al Qaeda, dell’uccisione di Benazir Bhutto.
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