Sull’Orissa e la questione religiosa

Ho letto e commentato questo post del blog di Enrica Garzilli, ottimo come sempre. Vi stimolo a continuare la discussione. Intanto, però, leggo da Repubblica, che prende le notizie dall’agenzia del Pontificio Istituto Missioni estere, che alcune suore di Madre Teresa sono state aggredite (mi pare, leggendo il pezzo, più appropriato il termine ‘minacciate’ e quello ‘bloccate’) in una stazione. Che scandalo! Ovviamente non che le suore siano state bloccate, ma che Repubblica lo scrivi. Ma vi rendete conto di quello che fate? Che giornalismo è questo? Raccontare cose che sono nella, purtroppo, quotidianità di questo paese, non fa altro che alimentare questi atti. Mi sembra di sentire quegli italiani che dicono, riferendosi ai musulmani, “noi li ospitiamo nel nostro paese e gli costruiamo le moschee e loro non ci fanno costruire le chiese nei loro”. Ma basta con questi noi e loro. E soprattutto basta con questi articoli.  Ci siamo già dimenticati dei tre preti che sono stati barbaramente picchiati a Torino. Ah già, dimenticavo, sono stati degli extracomunitari a farlo. Magari degli induisti dell’Orissa. Intendiamoci: io sono cattolico apostolico (ma poco romano) e confido nella libertà religiosa. Non ho letto in nessun passo del vangelo l’obbligatorietà di ricevere questa libertà, anzi, il cristianesimo ha nei martiri della fede, figure fantastiche. Ovviamente non tutti sono votati al martirio e alla santità, ma a me interessa quello che faccio io per gli altri, non quello che gli altri fanno per me.

Intanto, leggo dall’Ansa, nell’articolo che parla della riunione informale di ieri dei ministri dell’unione europea, che

…il titolare della Farnesina ha avuto modo di mettere sul tavolo anche un tema particolarmente caro al governo Berlusconi: la tutela della liberta’ religiosa. Dopo le violenze anti-cristiane dei giorni scorsi nello stato indiano dell’Orissa, Frattini aveva gia’ convocato l’ambasciatore indiano alla Farnesina per avere informazioni dirette su quanto stesse accadendo. E oggi la presidenza francese ha accolto la richiesta proprio di Frattini di inserire la questione nell’agenda del vertice Ue-India che si terra’ il prossimo 29 settembre a Marsiglia: l’Italia, ha osservato il ministro, e’ stato ”l’unico paese europeo ad aver sollevato il tema della liberta’ religiosa in India” e ”oggi la mia richiesta e’ stata accolta senza nessuna obiezione dalla presidenza francese”.

Come dice il mio amico Claudio: meji coglioni!

4 commenti

Archiviato in Diario indonapoletano, Vita indiana

4 risposte a “Sull’Orissa e la questione religiosa

  1. però lo stato deve essere laico e in effetti a livello internazionale c’è l’obbligo della reciprocità.

    Libertà per i musulmani di avere i loro luoghi di culto: libertà per i cristiani di avere i nostri nei loro paese.

    Tu parli di (mancanza di) obbligo morale, o religioso, ma lo stato italiano non dovrebbe seguire una legge morale, ma una giustizia laica per tutti.
    Sei troppo “alto”!:)

    Infatti hai detto giustamente che per i tibetani in Cina il governo non ha fatto ufficialmente niente. E ora per i cristiani in India lo fa! Come se fossero cittadini di serie B, o se il buddhismo non contasse.

    Ma come, siamo uno stato cattolico? Non una repubblica democratica fondata sul lavoro?
    Almeno sulla carta, che è quella che un ministro degli Esteri deve osservare.
    Il rispetto della legge e delle regole democratiche laiche, che è quelle per cui è stato votato. Non l’ha votato il Vaticano, ma noi (cioè loro, non io, ma insomma la maggioranza degli italiani).

    Poi, a livello ufficioso, può anche fare altro. Ma credo che non si debba mischiare i due piani, morale e politico internazionale, perché non sono sempre coincidenti. E in questo caso non lo devono essere. IMHO.

    Grazie però delle parole sempre molto lusinghiere. Ripeto, dette da te hanno senso e solleticano la mia vanità (intellettuale).

    Ciao e buona domenica,

    Enrica

  2. Giovanni T.

    Io sono stato diverse volte in india e già il concetto di fondamentalista indù mi sembra proprio una forzatura giornalistica; è una etichetta mutuata dall’islamismo appiccicata ad una cultura fondata sulla accoglienza e sulla non pretesa di detenere la Verità in forma dogmatica. La Verità va conquistata con un percorso interione, le sacre scritture sono solo una guida illumunata. I radicalismi indù sono, per quello che ho potuto vedere io, un movimento di reazione all’offesa mai di attacco. Reazione, quasi sempre, agli attacchi dei mussulmani tra l’altro. Cristiani e indù hanno sempre convissuto pacificamente, sebbene è possibile rintracciare alcuni episodi violenti: ma qualche squilibrato lo trovi sempre. Gli indu’ considerano il Cristo un Avata, un incarnazione del Divino proprio come Krishna e Budda e non è infrequentre entrare nelle case o nelle botteghe dove vendono le bibite e trovare l’immagine di Cristo accanto a quella di Rama, Shiva o Maometto. La convivenza tra i popoli è difficile ma non dimentichiamo che nonostante tutto quello che puo’ essere detto l’India è la patria della non violenza; l’India è l’Anima del mondo e quando l’India sanguina un po’ sanguina l’anima di ognuno di noi.

  3. Nello

    Caro Giovanni, non metto in dubbio quello che dici, ma il fondamentalismo induista esiste. Verrai pure da tempo in India ma se ti sforzassi di conoscere un po’ più di storia indiana, sapresti a cosa alludo. Due esempi su tutti, ma ne potrei fare tanti: i massacri avvenuti dopo la spartizione tra India e Pakistan e il pogrom anti sikh dopo l’attentato a Indira Gandhi. Non sono stati perpetrati dagli induisti? e qual’era l’offesa? E seppur c’era stata l’offesa, come nel caso dell’attentato poi uccisione di Indira, la reazione di uccidere tutti i sikh, anche quelli che non sapevano nulla della faccenda, non era esagerata? Poi sul concetto di Anima Mundi per l’India ho qualche dubbio, nel senso che non è solo l’India. Nella tradizione occidentale e in quella mediorientale ci sono tradizioni molto profonde che però non provocano il fascino che invece emanano le indiane. Ricchissime, profondissime, ma non uniche. Ciao e grazie di seguirmi

  4. Giovanni T.

    Ciao Nello,
    sono stato al tempio d’oro dei Sikh ad Amritsar e ci sono stato con un mio amico indu’. Gia’ vedendo la bellezza del tempio ti puoi rendere conto come i fatti di sangue storici di cui parli poco hanno a che fare con la religione ma molto con la politica. Se entri in contatto profondo con il popolo indiano capisci di cosa parlo…il resto è solo motivo di opinione e ognuno ha la sua. Grazie a te.

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