Nessuna svolta nella situazione della fabbrica della Tata i cui lavori sono bloccati in West Bengala a seguito della protesta dei contadini. Se da un lato il partito del Trinamol Congress ha dichiarato vittoria annunciando di aver ottenuto dal governo di Calcutta maggiori indennizzi e restituzione di terre per i contadini che si sono visti sottrarre i campi per la costruzione della fabbrica da cui ad ottobre sarebbe dovuta uscire la Nano, l’auto da 1.500 euro, dall’altro il governo ha fatto sapere che nessun terreno della fabbrica verra’ restituito e la Tata ha invece comunicato che non riprendera’ i lavori. Secondo un portavoce dell’azienda automobilistica partner di Fiat, la Tata e’ ”turbata” dalla situazione che non e’ ancora chiara. ”La Tata – si legge in un comunicato – e’ obbligata a continuare la sospensione del lavoro alla fabbrica della Nano. Rivedremo le nostre posizioni solo se saremo soddisfatti, se si garantira’ la viabilita’ alla fabbrica, se sara’ mantenuta l’integrita’ della natura della fabbrica”. E stamattina nessun impiegato della Tata e’ entrato nella fabbrica. L’accordo di domenica sera ha soltanto sortito l’effetto di far interrompere il blocco esterno alla fabbrica, dando in via ad una commissione che in 7 giorni dovra’ andare incontro alle richieste dei contadini supportati dal Trinamol Congress. Fino a che la commissione governativa non avra’ chiarito le cose, secondo il governatore dello stato, Gopalkrishna Gandhi, il lavoro nell’area sara’ sospeso.
La Tata ha deciso di tenere chiusa la fabbrica della Nano
Archiviato in Rivolte terzomondiste, Vita indiana
Pingback: La Tata chiude la fabbrica, ritardi per la Nano « Indonapoletano’s Weblog