La polizia indiana ha annunciato di aver arrestato l’uomo sospettato di aver violentato una suora durante le violenze anti cristiane in Orissa. Lo scrive l’edizione on line del Times of India. Santosh Pradhan e’ stato arrestato nella citta’ di Baliguda e portato gia’ dinanzi al tribunale. Prima di lui erano state arrestate quattro persone per il loro coinvolgimento nelle violenze, gli incendi alle case e gli attacchi alle comunita’ cristiane. Il 26 agosto scorso, tre giorni dopo l’omicidio del leader religioso induista, evento che ha dato il via alle violenze contro i cristiani in Orissa, una suora appartenente alle missionarie della Carita’ di Madre Teresa di Calcutta, aveva presentato una denuncia per stupro, rimasta pero’ segreta e senza seguito fino a quando, la settimana scorsa, e’ stata resa pubblica una lettera di Suor Nirmala, la suora succeduta a Madre Teresa, che chiedeva giustizia. Gli accertamenti clinici hanno poi confermato la violenza sessuale. Il governo ha sospeso il capo della polizia di Baliguda, il quale aveva lasciato la denuncia della suora nel cassetto per settimane. Secondo quanto raccontato dalla religiosa, 40-50 persone armate hanno attaccato, a fine agosto, una casa nel villaggio di Nuagaon, dove lei si trovava insieme ad un prete. La folla aveva aggredito il sacerdote, mentre la suora veniva violentata negli uffici di una organizzazione non governativa. La religiosa, secondo il suo stesso racconto, sarebbe poi stata portata per strada e mostrata nuda, alla presenza di altre persone tra le quali una quindicina di poliziotti. La donna e’ ora a New Delhi in una localita’ protetta, mentre un team di investigatori e’ alla ricerca degli altri colpevoli.
Esseri umani per il semplice fatto di avere un’etichetta religiosa non possono comunque essere considerati religiosi se compiono certi atti.
Un’induista assassinato è un uomo ucciso. Vendicarsi su religiosi innocenti in nome dell’etichetta dell’assassino è confondere la religione con i marchi o i tatuaggi. Portare al collo una catenina con una croce o una om non fa di me un religioso. Amare e perdonare è la catenina da indossare per dimostrare l’appartenenza ad una religione.
Concordo, come concordo anche sul fatto che bisognerebbe smetterla di legare il terrorismo internazionale alla religione. Anche in India la matrice è più tribale che religiosa. E le parole religione, religiosa, non possono essere associate al terrorismo. Chi commette atti del genere, in nome di qualsiasi dio, non è religioso. Non esiste nessun dio che istiga alla violenza.