La Cina non ha confermato né smentito la prossima visita di due inviati del Dalai Lama annunciata dalla stampa di Hong Kong, ma dall’ India il governo tibetano in esilio ha confermato la loro partenza per la Cina. I due inviati, Lodi Gyaltsen Gyari e Kelsang Gyaltsen, afferma un comunicato, sono partiti per Pechino dove si fermeranno “per circa una settimana”. In una conferenza stampa a Pechino la portavoce cinese Jiang Yu non ha né smentito né confermato la notizia. Si tratterà dell’ ottavo incontro tra rappresentanti cinesi e tibetani dal 2002 e del terzo dopo la rivolta della scorsa primavera, nella quale secondo gli esuli tibetani sono morte più di 200 persone e “migliaia” sono state arrestate. Pechino parla di poco più di 22 vittime e di 41 persone condannate a pene detentive. Il nuovo incontro avviene a sorpresa, dopo che il Dalai Lama, il leader tibetano e Premio Nobel per la Pace che vive in esilio dal 1959, aveva affermato di essere “stanco di aspettare” un segnale positivo da Pechino. Nella dichiarazione il leader tibetano afferma tra l’ altro di “non aver perso la fede nel popolo cinese” ma aggiunge: “la mia fiducia nell’ attuale governo cinese si sta affievolendo e sta diventando molto difficile”. Poche ore dopo le dichiarazioni del leader tibetano, Pechino ha annunciato di aver invitato per i colloqui i tibetani “su richiesta del Dalai Lama”.