Cominciata la riunione speciale sul futuro del Tibet

Buddisti, tibetani e sostenitori della causa del Tibet da tutto il mondo, si sono riuniti oggi a Dharamsala, nel nord dell’India dove ha sede il governo tibetano in esilio, per il primo dei sei giorni dello speciale incontro voluto dal Dalai Lama per fare il punto della situazione sulla questione tibetana e verificare lo stato di attuazione della politica fino ad ora intrapresa. Da pochi giorni, il 5 novembre, e’ terminato il settimo round di colloqui tra due inviati del Dalai Lama e il governo cinese a Pechino. Un nulla di fatto, nel quale da un lato i tibetani hanno ribadito la loro richiesta di una ”genuina autonomia” sotto l’egida cinese, dall’altro i cinesi respingono le richieste tibetane perche’, dicono, nascondono una volonta’ secessionista e indipendentista. Un discorso tra sordi che, nonostante le pressioni internazionali soprattutto alla vigilia delle Olimpiadi dello scorso agosto, non ha portato a nessun cambiamento. Tanto da insinuare il dubbio tra i tibetani che la politica della ”via di mezzo” adottata dal Dalai Lama nei confronti della Cina, il suo approccio soft alla causa tibetana, non sia valido. Da qui la necessita’ di un incontro aperto, dal quale uscira’ il pensiero dei tibetani che si potra’ concretizzare in una conferma del mandato al Dalai sulla sua linea politica, o il radicale cambiamento della stessa verso una svolta piu’ radicale e intransigente. Il Dalai Lama, forse per non condizionare il dibattito, non sara’ presente alla sei giorni. Da tempo, il leader spirituale e politico dei tibetani ha anche affermato di essere pronto a fare un passo indietro, esprimendo la volonta’ di tornare a fare il monaco. Una posizione ribadita soprattutto all’indomani dei moti di marzo scorso a Lhasa, quando la polizia cinese e’ intervenuta duramente contro i manifestanti pro Tibet, arrestando e uccidendo diversi monaci e civili. Proprio la ferma reazione cinese e lo stallo nelle trattative per l’autonomia del Tibet da Pechino, ha spinto i giovani tibetani, soprattutto quelli del Tibetan Youth Congress, a criticare in piu’ di una occasione l’atteggiamento attendista del 73nne premio Nobel per la pace. Questa loro posizione, che e’ stata appoggiata da piu’ parti all’interno della diaspora tibetana, e’ stata la spinta che ha mosso il Dalai Lama a convocare questo incontro speciale, come quello che nel 1993 diede slancio alla ”via di mezzo”. Secondo molti osservatori, il Dalai Lama cerca anche di pesare il reale consenso internazionale sulla causa tibetana. Da anni il leader tibetano gira il mondo ottenendo da tutti simpatia e consenso. Molti leader politici lo appoggiano apertamente, tanti invece si sono rifiutati di incontrarlo per non urtare la suscettibilita’ di Pechino. Durante i moti di Lhasa e alla vigilia delle Olimpiadi, fu unanime la critica al governo cinese per quanto successe in Tibet e unanime fu anche la richiesta di rispettare i tibetani e di concedere l’autonomia che, come scritto nel memorandum per l’autonomia presentato dagli inviati del Dalai Lama al governo di Pechino, chiede alla Cina di rendere il Tibet autonomo sotto il governo cinese per permettere la sopravvivenza di lingua, cultura, tradizioni e religione di quel popolo. Nonostante le pressioni internazionali, la Cina non ha mai cambiato la sua posizione, accusando anzi il Dalai di giocare sporco e di volere in realta’ l’indipendenza da Pechino.

1 Commento

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Una risposta a “Cominciata la riunione speciale sul futuro del Tibet

  1. leggo sempre gli articoli che m’arrivano,sono interessantissime anche se raccontano una realtà alquanto tragica .Grazie e buona serata

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