E’ stato assicurato alla giustizia pachistana il presunto organizzatore degli attentati di Mumbai. Le pressioni di Washington su Islamabad sembrano dunque aver avuto i loro primi effetti. Le forze di sicurezza pachistane hanno dato un primo importante segnale all’India, arrestando Zakiur Rehman Lahwi che, stando agli inquirenti, potrebbe essere la mente degli attentati di dieci giorni fa, che hanno causato la morte di 172 persone nella capitale economica dell’India. L’arrestato, Zakiur Rehman Lahwi, sarebbe colui che fece la telefonata ai dieci terroristi islamici inviati in India, dando loro l’ordine di dare inizio agli atti di terrorismo che hanno tenuto in scacco la metropoli indiana per ben tre giorni. Esponente di spicco di Lakshar-e-Taiba e già in passato noto per aver addestrato terroristi per compiere altri attentati, Lahwi è stato arrestato ieri durante un raid effettuato dalle forze di sicurezza del Pakistan in un campo ritenuto essere una delle basi dell’organizzazione terroristica islamica, nel Kashmir pachistano. Oltre a Lahwi, una ventina le altre persone arrestate, tra cui alcuni membri di un’altra organizzazione, la Jamat-ud-Dawah, guidata da Hafiz Mohammad Saeed e considerata una sorta di costola di Lakshar-e-Taiba. L’azione pachistana è ritenuta essere la risposta alle richieste della comunità internazionale, e soprattutto di quelle degli Stati Uniti, ad agire in maniera incisiva per combattere il terrorismo. Solo ieri, il Segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, aveva detto che “il Pakistan ha la responsabilità di agire”. La Rice, rispondendo al presidente pachistano Zardari che aveva parlato di possibili “elementi senza paese come responsabili della strage di Mumbai” e aveva anche chiesto al Pakistan di stanare “giocatori non appartenenti allo stato ma presenti sul suo territorio”. Un riferimento, forse, a Lakshar-e-Taiba e ai suoi esponenti. Organizzazione islamica che era stata bandita dal Pakistan già nel 2001, dopo che le era stata attribuita la responsabilità dell’attentato al parlamento indiano a New Delhi. Sono in molti a ritenere che Lakshar-e-Taiba, negli ultimi anni, abbia potuto continuare ad agire indisturbata ed anzi a rafforzarsi anche grazie all’ISI, il servizio di intelligence pachistano che, in cambio di informazioni, non l’avrebbe contrastata lasciandole ampi spazi. Un collegamento che, tuttavia, non proverebbe alcun eventuale coinvolgimento dell’ISI negli attacchi di Mumbai. Il Pakistan intanto ha dichiarato di aver lanciato una vasta operazione, ancora in corso, contro i gruppi militanti islamici. Lo hanno reso noto le forze armate. “Questa è una operazione condotta dall’intelligence contro bande e organizzazioni militanti fuorilegge – hanno detto le forze armate in una dichiarazione – ci sono stati arresti e le indagini sono in corso”. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver accolto con favore la notizia degli arresti in Pakistan. “E’ di estrema importanza – ha detto la portavoce della Casa Bianca Dana Perino – che l’India, il Pakistan, gli Stati Uniti e i paesi nostri alleati, tutti insieme continuiamo a collaborare per impedire nuovi attentati dopo quelli di Mumbai”.