Il Dalai Lama, il leader spirituale e politico dei buddisti tibetani, è stato dimesso dall’ospedale di New Delhi dove era stato ricoverato per un dolore al braccio. Il settantatreenne premio Nobel per la Pace, farà ritorno domani a Dharamsala, la città nel nord dell’India dove è in esilio dal 1959. “Il Dalai Lama sta bene – ha detto alla stampa Tenzin Takhla, il suo portavoce – e restano confermati per ora i suoi impegni. I medici hanno detto che non corre nessun pericolo, dopo averlo sottoposto a tutti i controlli medici di routine”. Il primo impegno più gravoso per la sua salute, sarà il viaggio in Europa che il leader religioso comincerà il prossimo 8 febbraio e che lo porterà in Italia, a Roma e Venezia per ricevere la cittadinanza e in Germania per ricevere un premio. Il ricovero all’Apollo Hospital, uno dei più grandi ospedali privati della capitale indiana, si era reso necessario stamattina dopo che Tenzin Gyatso, questo il nome del Dalai Lama, aveva patito un forte dolore al braccio. Temendo problemi cardiaci, dopo le prime cure portate a Dharamsala, il leader religioso è stato trasferito nella capitale indiana per accertamenti. Secondo i medici, si è trattato solo di una tendinite che non preclude nessuna attività per il Dalai Lama che ora si trova in un albergo nei pressi dell’ospedale e domani farà ritorno alla sua residenza. Il premio Nobel per la pace era stato già ricoverato due volte l’anno scorso, ad agosto e a ottobre, per problemi intestinali. Nella prima occasione, fu ricoverato a Mumbai di ritorno da un viaggio in Francia. Ad ottobre, invece, fu ricoverato a New Delhi per calcoli biliari. L’anno appena cominciato sarà molto particolare per il leader religioso, in quanto il prossimo marzo ricorre il 50mo anniversario della occupazione cinese del Tibet e della partenza per l’esilio indiano del leader religioso e politico. Gruppi di supporto e attivisti della causa tibetana di tutto il mondo stanno organizzando manifestazioni e si temono scontri contro le autorità e la polizia cinese, del tipo di quelli che l’anno scorso interessarono la vigilia delle olimpiadi di Pechino.