L’India perde colpi: non è tra i migliori paesi dove investire

L’India è scesa di undici posti fino al 75mo, della speciale classifica realizzata dalla rivista americana Forbes e riguardante i migliori paesi per il business. Ai primissimi posti, Danimarca e Stati Uniti. L’India è scivolata in graduatoria ed è posizionata al 125mo posto per libertà di commercio e di scambi, al 64mo per tecnologia, al 118 per tasse societarie, al 71mo per corruzione. Nel campo della libertà monetaria l’India è al 107mo posto, al 44mo per il diritto di proprietà, al 30mo per l’innovazione, al 90mo per il “red tape” (l’eccessiva complessità delle regole e delle leggi, una sorta di indice di tasso di burocrazia), al 54mo posto per le libertà personali. Il Canada è il terzo paese al mondo seguito da Singapore, Nuova Zelanda, UK, Svezia, Australia, Hong Kong e Norvegia. L’Italia è al 28mo posto. Le mancate riforme economiche, la forte tassazione, i dazi, il protezionismo che impedisce l’accesso degli stranieri in diversi settori, hanno peggiorato il giudizio sull’India anche se il giornale ha notato qualche spiraglio in alcuni settori come le telecomunicazioni. Le privatizzazioni mancate rimangono un problema, anche se l’economica è cresciuta in maniera esponenziale dal 1997, riducendo la povertà di circa il 10%.

3 commenti

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3 risposte a “L’India perde colpi: non è tra i migliori paesi dove investire

  1. Vedi perche’ tu sei giornalista e io no? Perche’ tu in poche righe hai sintetizzato benissimo un articolo che a me avrebbe richiesto 18 POST consecutivi per dire piu’ o meno la stessa cosa 😀

    Venendo al nocciolo poi, non mi stupisce affatto questo downsize, anzi ti diro’ che, per saperla tutta, bisognerebbe andare a vedere i paesi che stanno sotto l’India, per capire veramente in che situazione drammatica versa questo paese.

    Ce l’hai la lista intera da pubblicare, cosi’ ci ricamiamo un po’ sopra?

  2. Sembra una spirale perversa: se l’India non liberalizza davvero la propria economia non avrà mai la forza di fare un salto di qualità sul piano strutturale, però quando l’India liberalizza beneficia solo alcuni strati della popolazione lasciandone altri nella propria miseria. Insomma, sviluppo, ma non per tutti….

  3. Se l’India liberalizzasse il mercato ne perderebbe il controllo. Quel po’ di competitivita’ che gli resta, anche se non si sa ancora per quanto, si basa su quegli 800 milioni di poveri che “devono” restare poveri, altrimenti crolla tutto il sistema.

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