Lanciata la Nano. E fin qui la giostra mediatica ha fatto il suo gioco, glorificando Ratan Tata e il suo gruppo. Ma l’operazione Nano, è davvero conveniente? Mentre aspetto che Tuttoquà analizzi i dettagli tecnici, mi voglio soffermare su alcune cose, alcune delle quali ho già scritto. Innanzitutto vorrei sfatare un mito. La Tata non è una operazione sociale, non è l'”auto del popolo” di comunista memoria come Ratan Tata vuole far credere. E’ una iniziativa industriale, nè più nè meno. La Tata, fra le altre cose, fa le auto e la Tata è uno dei progetti della casa di Mumbai, forse uno dei più ambiziosi, ma capace di fare rientrare soldi alla casa indiana che ne ha persi abbastanza acquistando Land Rover e Jaguar, oltre che persi a causa della crisi. Ratan Tata non è un filantropo, almeno non in questo caso, è un industriale e come tale si comporta. La Nano costerà, poco per gli indiani, perché non ha nulla. Neanche i filtri anti emissioni, per cui inquinerà moltissimo. Non è poi assolutamente vero che i possessori di moto acquisteranno al Nano e non la moto. Chi ha la moto in India non ce l’ha perché non si può permettere un’auto. Ma perchè non ha lo spazio dove mettere la macchina. Per cui, questi non possono essere potenziali acquirenti. Ma tutti quelli che acquisteranno la Nano, non faranno altro che rendere ancora più impraticabili le strade delle metropoli indiane, già congestionate, e che non riescono a supportare la mole di auto che vi circola. Per non parlare dell’aspetto ecologico. Ratan, per tenere bassi i prezzi, ha risparmiato su tutto. Anche sui filtri per le emissioni, così la Nano inquinerà sempre di più. Una ambientalista, di cui non ricordo ma della quale ho scritto, ha detto che se tata davvero voleva fare qualcosa per il popolo indiano, avrebbe dovuto fare autobus non inquinanti. E ha ragione. La Nano non sarà la salvezza dell’India, ma una sua piaga, e comunque un’ancora per la Tata. Che, infatti, potrà, grazie ai soldi incassati (in particolare a quelli delel prenotazioni), mettere un po’ di moneta contante nel suo portafoglio. Già perchè la macchina, come scritto, arriverà in ritardo e con calma. Per intanto si può prenotarla, versando un anticipo e prendendosi gli interessi su questo anticipo. In Europa, se mai arrivasse, dovrebbe costare un sacco di soldi. Questo perchè per adeguarla alle normative ambientali e di sicurezza, bisognerà investire soldi. E’ chiaro che dalla sua, Tata ha il basso costo di manodopera. Aspetto commenti.
Per maggiori informazioni sulla tata Nano potete inserire le parole chiave nello strumento ricerca in altro a desta e vi appariranno una serie di articoli precedenti che ricostruiscono tutta la vicenda di quest’auto.
Concordo, e al piu’ presto vedro’ di capirci qualcosa dal lato tecnico. Non dovrebbe essere molto difficile, visto che dentro quella macchina non c’e’ praticamente nulla. Tornando alle prospettive per il mercato indiano, anch’io sono convinto che questa macchina sara’ una piaga, un po’ per tante ragioni. Prima di tutto la prevista scarsa affidabilita’, la sicurezza e, come hai gia’ detto, la poca attenzione all’ambiente.
La versione europea costera’ 5.000 Euro, dicono alla TATA, io scommetto che quando e SE arrivera’ nel 2011, costera’ ancora di piu’: sicurezza, ambiente e gusti europei costano. Ma l’esperimento di una micro car indiana importata in Italia l’abbiamo gia’ visto all’inizio degli anni ’80, proprio con la Maruti-Suzuki 800 che, all’epoca, costava un’inezia e aveva anche l’aria condizionata di serie? Quante se ne vendettero? Pochissime! In Italia e in Europa, per ottenere un successo anche lontanamente paragonabile a quello della SMART non serve creare la macchinetta risparmiosa, serve creare il gioiellino trendy. Infatti, MINI e 500 docet.
Concordo pienamente con voi Nello e Tuttoquà.
Niki
Pingback: Facciamo il pelo alla Nano (nel senso di auto della Tata) « Indonapoletano’s Weblog