E’ militarmente finita la guerra in Sri Lanka, con da un lato l’esercito che annuncia la vittoria militare e dall’altra i ribelli che annunciano di aver cessato le ostilita’, ma non sono ancora chiare le sorti degli ultimi ribelli e soprattutto dei loro leader Prabhakaran, che alcuni danno per gia’ morto. Il presidente cingalese Mahinda Rajapaksa e’ tornato in Sri Lanka, accolto da dignitari politici e religiosi, festeggiamenti e grida di giubilo da parte di cittadini. Avrebbe dovuto parlare alla nazione oggi, annunciando ufficialmente la fine della guerra e il destino del leader Tamil Velupillai Prabhakaran, invece il tutto e’ stato rinviato a martedi’ 19. Sara’ un discorso, secondo fonti della presidenza, incentrato sulla fine della guerra e sulla vittoria al terrorismo, anche se molti attendono informazioni sulle sorti dei civili. Con le armi messe a tacere, con i Tamil rinchiusi in un piccolissimo lembo di terra, la priorita’ per l’amministrazione cingalese e’ di trovare una sistemazione agli oltre 250000 civili ospitati nei campi di sollievo. Oggi l’esercito ha comunicato che, con gli ultimi 75000, tutti i civili sono stati evacuati dalla zona di guerra. E sui civili continuano a scontrarsi esercito e Tamil. Fondi del ministero della difesa di Colombo, ancora oggi hanno accusato i ribelli di Prabhakaran di utilizzare i civili come scudi umani, di imbottirli di esplosivo e di lanciarli contro le truppe dell’esercito. Secondo i militari, i ribelli farebbero indossare le loro uniformi ai civili imbottiti di esplosivo, cosi’ da impedire ai militari di riconoscere i militanti dai civili. Proprio per giustificare ”l’olocausto” di civili tamil, i ribelli hanno comunicato stamattina l’interruzione delle ostilita’. ”Nonostante la nostra richiesta al mondo di salvare migliaia di persone a Vanni dalla morte – ha scritto in un comunicato Selvarasa Pathmanathan, il capo del servizio diplomatico internazionale dell’esercito di Liberazione delle Tigri Tamil – il silenzio della comunita’ internazionale ha solo incoraggiato l’esercito dello Sri Lanka a continuare la guerra fino alla sua amara fine. Nelle ultime 24 ore, oltre 3.000 civili giacciono morti sulle strade mentre 25.000 sono feriti gravemente senza aiuti medici”. ”Consci di questo – ha scritto Pathmanathan – abbiamo gia’ annunciato al mondo la nostra posizione di mettere a tacere le nostre armi per salvare il nostro popolo”.Anche il capo della marina Tamil, Soosai, che alcuni davano per morto, sullo stesso sito, Tamilnet, accusa la comunita’ internazionale e la Croce Rossa Internazionale di guardare inermi il massacro dei civili e di non soccorrere quelli che ancora giacciono lungo le strade. In difesa dei civili Tamil, ha parlato oggi anche Papa Benedetto XVI che, all’Angelus, ha assicurato il suo affetto e la sua ”vicinanza spirituale ai civili che si trovano nella zona dei combattimenti, nel nord del Paese”. Il Papa ha rivolto ”un pressante invito ai belligeranti, affinche’ ne facilitino l’evacuazione e unisco, a questo scopo, la mia voce a quella del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che appena qualche giorno fa ha chiesto garanzie per la loro incolumita’ e sicurezza”, chiedendo aiuti materiali e spirituali per i civili.