L’esercito pachistano entra a Mingora, roccaforte talebana

L’esercito pachistano e’ entrato oggi a Mingora la piu’ grande e importante citta’ della valle dello Swat, bastione dei militanti talebani. Fonti militari hanno hanno parlato di ”aspri combattimenti in corso”, durante i quali sarebbero stati uccisi almeno una ventina di talebani. Quella di Mingora potrebbe risultare una battaglia fondamentale nella guerra che l’esercito di Islamabad ha deciso di combattere contro i talebani della parte nord occidentale del Pakistan, ai confini con l’Afghanistan. Qui, infatti, c’e’ il grosso dei guerriglieri integralisti islamici e nell’area pare siano nascosti anche i loro leader, a cominciare dal Maulana (dignitario religioso) Fazlullah. Migliaia i cittadini, tra i 300.000 che vivono a Mingora, che hanno gia’ lasciato la citta’ all’inizio dei combattimenti. A Mingora il Maulana Sufi Mohammed, anziano leader del Tahrik-e-Nifaz Shariat Muhammadi (Tnsm) ha instaurato per primo la sharia, la legge islamica, prima avallata dal governo della provincia frontaliera di nord ovest (Nwfp) e poi contrastata dal governo centrale. Il governatore della Nwfp, Owais Ahmed Ghani, visitando i campi profughi della valle dello Swat, ha detto che le autorita’ si stanno adoperando per portare soccorsi ai rifugiati, ma intende proseguire l’offensiva contro i talebani, per cui non c’e’ nessuna indicazione sulla fine della guerra nello Swat. Oggi il primo ministro pachistano, Yusuf Raza Gilani, ha elogiato l’azione dell’esercito, ma ha condannato i continui bombardamenti da parte dei droni americani, gli aerei senza piloti, al confine con l’Afghanistan. Secondo Gilani, i bombardamenti americani sono ”controproducenti e il governo non intende sostenerli”. Intanto in serata nei pressi di Quetta, in Balucistan, e’ stato rapito un viaggiatore francese che con un gruppo di persone, tra le quali anche donne e bambine, attraversava la zona per recarsi in Iran. Nella stessa zona fu rapito e liberato, dopo diverso tempo, John Solecki, il responsabile dell’ufficio di Quetta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

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