Un consiglio dei ministri sott’acqua per sensibilizzare il mondo sui pericoli dell’estinzione del proprio paese. E’ stata questa l’idea del presidente delle Maldive Mohamed Nasheed che, insieme a 11 membri del governo dell’atollo corallino, si e’ immerso a cinque metri di profondita’ in una laguna corallina nella quale era stata allestita una vera e propria sala di riunioni con tanto di sedie, tavoli e carta. Qui, al termine di un consiglio dei ministri durato mezz’ora, i ministri hanno siglato, sotto gli occhi, telecamere e obiettivi di giornalisti di tutto il mondo un documento da inviare ai paesi che si riuniranno a dicembre a Copenaghen per discutere dei cambiamenti climatici. Nasheed e’ stato chiaro: ”se la conferenza di Copenhagen fallisce, noi tutti moriremo”, ha detto ancora in muta da sub, durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. ”Stiamo cercando – ha rioferito alla stampa il presidente Nasheed – di inviare il nostro messaggio al mondo intero, per far capire a tutti cosa sta succedendo e che cosa accadra’ alle Maldive se non si terranno sotto controllo i cambiamenti climatici”. L’atollo corallino e’ fra i piu’ minacciati dai cambiamenti climatici. Con un’altitudine media di poco piu’ di 2,10 metri, le Maldive rischiano di scomparire a causa dell’aumento del livello dei mari conseguente allo scioglimento dei ghiacciai, dovuto all’innalzamento delle temperature nel riscaldamento globale. Solo una ferrea disciplina sulle emissioni inquinanti, puo’ consentire all’atollo di sopravvivere. E per questo il quarantaduenne Nasheed, il piu’ giovane presidente maldiviano, eletto un anno fa dopo periodi passati in galera a causa della sua strenue opposizione a Maumoon Abdul Gayoom, l’ex padre padrone dell’atollo restato al potere per 30 anni, ha scelto la via mediatica per porre all’attenzione del mondo il dramma di sopravvivenza del suo paese. Gia’ si era imposto all’attenzione internazionale obbligando il suo paese a ridurre ai minimi le emissioni. ”Il problema – ha detto Nasheed – non e’ solo nostro, ma del mondo intero. Se non saremo in grado di salvare le Maldive oggi, non potremo salvare il mondo domani”. Nei 30 minuti di consiglio dei ministri, ogni membro dell’esecutivo era accompagnato da un istruttore di immersioni. Utilizzando una penna a prova d’acqua, i ministri hanno firmato la dichiarazione ”SOS dalla frontiera”, con richieste precise ai governi del mondo. La manifestazione del governo maldiviano rientra nell’ambito del progetto internazionale 350, appoggiato fortemente da Nasheed e dal governo di Male’. Il progetto intende portare i paesi del mondo ad un accordo che comporti la riduzione nell’atmosfera del biossido di carbonio a non piu’ di 350 parti per milione. Le mute, le penne e tutti gli oggetti usati nel consigli dei ministri subacqueo, organizzato al largo dell’isola di Girifushi, saranno messi all’asta su internet per raccogliere fondi. Il prossimo 24 ottobre, in concomitanza con il lancio mondiale della ”campagna 350”, il presidente maldiviano e i suoi ministri saranno impegnati un giro della capitale Male’ in bicicletta. A dicembre, a Copenaghen, le nazioni saranno chiamate a discutere su una riduzione delle emissioni per modificare al ribasso i vincoli del protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 e che scadra’ nel 2012.
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