Ho scritto questo articolo qualche giorno fa sulla questione del clima rispetto alla posizione indiana. Approcciandoci al Vertice di Copenaghen, lo riporto.
‘’La sfida del mondo in via di sviluppo e’ come raggiungere i nostri obiettivi sviluppo riducendo, allo stesso tempo, i costi ecologici’’. Questa la posizione dell’India in materia di cambiamenti climatici, espressa dal Primo Ministro, Manmohan Singh, all’inaugurazione della Conferenza tenutasi nella capitale indiana sui cambiamenti climatici, sviluppo e trasferimento della tecnologia ambientale.
In attesa del Vertice di Copenaghen che si terra’ nella capitale danese a dicembre, e che dovrebbe servire a creare un nuovo accordo che possa sostituire il Protocollo di Kyoto che scadra’ nel 2012, l’India ribadisce con fermezza le sue posizioni. ”I paesi sviluppati – ha detto il premier Singh – non possono compromettere il nostro sviluppo. Cio’ non toglie che noi, quali membri della comunita’ globale, dobbiamo riconoscere che dobbiamo fare la nostra parte per mantenere le emissioni entro limiti che siano sostenibili e giusti”.
La posizione dell’India, come pure quella della Cina, e’ che siano soprattutto i paesi industrializzati a doversi impegnare di piu’. ”I paesi industrializzati – ha chiarito il PM indiano – hanno la capacita’ di passare a nuovi processi energetici anche se cio’ comporta costi addizionali. I paesi in via di sviluppo non hanno questa capacita’. Ecco perche’ e’ opportuno che il passaggio in questo caso sia agevolato da un adeguato supporto finanziario. Se tutto procedera’ bene e se quindi queste nuove tecnologie si diffonderanno, i costi pian piano scenderanno e saranno per noi piu’ abbordabili”.
L’India ha anche proposto la formazione di un network internazionale di Centri per l’innovazione climatica che dovrebbero servire come veicoli per migliorare le innovazioni tecnologiche nei paesi in via di sviluppo.
Il vertice di Copenaghen dunque, nelle intenzioni dell’India, dovrebbe riuscire a trovare una soluzione che, pur proteggendo l’ambiente, salvaguardi le possibilita’ di sviluppo econonomico dei paesi emergenti. Posizione condivisa anche con la Cina.
”La Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici e il Protocollo di Kyoto – ha ancora detto Singh – devono comunque giocare un ruolo guida nella collaborazione internazionale in questo settore vitale”.
India e Cina hanno un paio di giorni fa siglato un MoU (Memorandum od Understanding) sul tema del clima per ribadire le loro posizioni comuni proprio in vista del vertice di Copenaghen.
”Non ci sono differenze tra la posizione indiana e quella cinese su questo argomento – ha detto il Ministro per l’Ambiente indiano Jairam Ramesh – e i nostri due paesi stanno cooperando per trovare delle soluzioni eque in vista della riunione di Copenaghen”.
Fino ad ora l’India si e’ duramente opposta all’eventuale fissazione di un limite legale prefissato alle emissioni per i paesi in via di sviluppo. Posizione questa ribadita dal ministro Ramesh.
”L’India e’ pronta a discutere e a rendere pubblici gli sviluppi del suo Piano Nazionale sul clima, ma non accettera’ mai imposizioni internazionali relative alla fissazione di limiti precisi alle emissioni”. Jairam Ramesh ha chiarito la posizione dell’India anche per smontare le polemiche dei giorni scorsi seguite all’invio di una sua lettera al Primo Ministro Singh nella quale era parso propenso ad un ammorbidimento della posizione indiana su questo tema.
La fermezza dell’India sul tema del taglio delle emissioni del resto era emersa con chiarezza anche durante le recenti negoziazioni sui cambiamenti climatici avvenuta a Bangkok, in cui l’India ha rifiutato una proposta australiana (appoggiata anche da Stati Uniti e dall’Unione Europea) di creare uno strumento legale per ridurre le emissioni valido per tutto il mondo.