Hacker cinesi hanno provato a penetrare nei computer del consulente indiano alla Sicurezza Nazionale, M K Narayanan. Lo ha rivelato lo stesso responsabile della sicurezza indiana a Londra, dove è in visita. L’attacco sarebbe stato portato il 15 dicembre scorso, nello stesso giorno nel quale furono presi di miria il ministero americano per la difesa, enti e sistituzioni finanziare di tutto il mondo, società tecnologiche come Google. La Cina ha ovviamente smentito di avere un ruolo nella cosa. Come già in passato, gli hacker hanno inviato email con allegati virus. Gli indiani sono sicuri che gli attacchi sono partiti dalla Cina, ma Pechino smentisce “è una cosa illegale in Cina”, ha detto il portavoce del ministro degli esteri cinese. Ma Narayan teme che attacchi possano arrivare anche dal Pakistan, dal momento che, secondo lui, il governo pachistano non ha fatto nulla per smantellare le “strutture del terrore”. La cosa comica è che, soprattutto grazie a persone tipo Hopeman, l’India è conosciuta anche per ospitare i più bravi ingegneri informatici del mondo. Sarà. Tuttoqua e Bixx non la pensano così.
Qui pero’, ancora prima di preoccuparsi dell’attacco e della sua provenienza, bisognerebbe stabilirne la veridicita’. Io ce li vedo gli indiani che, sia per sputtanare un po’ la Cina (non si amano molto, chissa’ perche’?) e sia per far vedere di essere una grande potenza, dicono di aver subito un attacco informatico. E quando? Proprio lo stesso giorno in cui la cosa e’ capitata agli USA e altri enti di rilevanza mondiale. Mah…
Concordo con tuttoqua, anzi, ho un’idea più perfida ancora: non è che si sono inventati l’attacco informatico per mascherare qualche casino fatto da loro stessi? Lo sai bene che gli indiani non si assumono MAI le responsabilità dei loro errori, è sempre colpa di qualcun altro!