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Missile da drone forse uccide leader talebano, gruppo smentisce

Hakemullah Mehsud, leader del piu’ potente gruppo talebano pachistano, il Therik-e-Taliban Pakistan (Ttp) potrebbe essere tra le 14 vittime di un attacco missilistico da parte di un drone americano nel nord ovest del Pakistan. La notizia della morte del leader talebano, implicato anche nell’attentato suicida nel quale sono morti in Afghanistan sette agenti Cia, si e’ diffusa in mattinata, poche ore dopo l’annuncio dell’attacco missilistico di un aereo senza pilota statunitense nel villaggio di Garyom, ai confini tra Nord e Sud Waziristan. Qui il drone ha colpito, nell’area di Shaktoi, dove si trovava un seminario, una scuola coranica e quello che e’ stato identificato come un campo di addestramento. I due missili hanno abbattuto le costruzioni, tra le quali la casa di un capo tribale, Muhammad Yaqoob, nella quale si ritiene fosse Hakemullah al momento dell’attacco. Poco dopo la diffusione della notizia della morte del leader talebano, un portavoce del Ttp, Azam Tariq, ha detto che ”Hakemullah Mehsud era presente al momento dell’attacco del drone ma è scappato prima. E’ sano e salvo”, spiegando che il leader talebano si trovava sul posto ma era scappato in tempo. La smentita del portavoce non e’ pero’ ritenuta attendibile dalle autorita’. Ad agosto scorso un missile americano lanciato da un drone, uccise, insieme ad altri leader talebani, Baitullah Mehsud, cugino di Hakimullah e leader storico del Ttp del quale Hakimullah era portavoce. La morte di Baitullah, che era ritenuto il terminale pachistano di Al Qaeda e responsabile tra gli altri dell’attentato a Benazir Bhutto, fu smentita subito dallo stesso Hakimullah, per poi essere confermata settimane dopo. Per ben due volte, anche lo stesso Hakimullah, nell’immediatezza della morte di Baitullah, era stato dato per morto da fonti governative, nelle lotte di successione a Baitullah. Hakimullah Mehsud, la settimana scorsa, era apparso in un video alle spalle dell’agente segreto giordano Humam Khalil al-Balawi, che si e’ fatto epslodere a Khost in Afghanistan uccidendo sette agenti Cia per i quali lavorava. Nel video Balawi annunciava un attentato proprio per vendicare la morte di Baitullah.

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Più civili che terroristi uccisi dagli aerei americani in Pakistan

Per ogni terrorista talebano e di Al Qaeda ucciso da uno dei 44 attacchi missilistici dei droni americani nel nord ovest del Pakistan, 140 civili sono morti, con una media di 58 civili uccisi ogni mese, 12 ogni settimana, due ogni giorno. Lo rivelano le statistiche pubblicate oggi dal governo di Islamabad e diffuse dalla stampa pachistana. I 44 attacchi del 2009 da parte degli aerei senza pilota americani contro istallazioni talebane nel nord ovest del Pakistan, hanno fatto 708 vittime civili. Solo cinque attacchi, secondo le statistiche pubblicate, hanno raggiunto i loro obiettivi, uccidendo cinque leader tra Al Qaeda e talebani. I dati mostrano che il 90% delle vittime degli attacchi degli aerei americani di stanza in Afghanistan, sono civili, con un successo per le missioni di solo l’11%. La maggior parte degli attacchi colpivano obiettivi segnalati loro da spie pachistane e afghane, membri delle tribu’ dell’area nord occidentale, fedeli al governo pachistano. Dei cinque attacchi dei droni americani andati a buon fine, il primo in assoluto del 2009, il primo gennaio dell’anno scorso, uccise due leader di Al Qaeda, Usama al-Kin e Sheikh Ahmed Salim, ricercati dall’Fbi. Kin era capo delle operazioni di Al Qaeda in Pakistan. Il 5 agosto scorso, invece, in Sud Waziristan, in un altro attacco missilistico da parte di un drone americano, fu ucciso Baitullah Mehsud, il capo del Therik-e-Talkiban, il piu’ temuto gruppo terroristico pachistano, legato ad AL Qaeda, responsabile di una serie di attentati tra i quali quello nel quale perse la vita l’ex primo ministro Benazir Bhutto. Islamabad ha spesso criticato, senza successo nonostante le minacce di ritorsioni, Washington per gli attacchi dei droni.

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Finita operazione militare pachistana in Sud Waziristan

Le forze di sicurezza del Pakistan hanno concluso l’offensiva nel Waziristan meridionale cominciata a metà ottobre ed ora potrebbero trasferirsi in un altra zona calda alla frontiera con l’Afghanistan: l’Orakzay Agency. Lo ha dichiarato oggi il premier pakistano, Yousuf Raza Gilani. Parlando con i giornalisti a Lahore, capitale del Punjab e dove la polizia sta interrogando i cinque americani arrestati il 9 dicembre e sospettati di contatti con il terrorismo islamico, Gilani ha sostenuto che “l’operazione militare nel Waziristan meridionale si è conclusa e stiamo valutando l’opportunità di spostare l’esercito nella Orakzay Agency”. Questo perché, indica Dawn News Tv, il govern ritiene che molti talebani potrebbero essere fuggiti dal Waziristan meridionale per rifugiarsi in quello settentrionale o, appunto, in Orakzay. Le dichiarazioni di Gilani sembrano anche essere una risposta alle affermazioni del presidente statunitense Barack Obama, che ha chiesto al Pakistan, in una intervista alla Cbs, di “fare di più contro Al Qaeda”.

fonte: ANSA

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Attentato in moschea a Rawalpindi, 40 morti

Il Pakistan ha mostrato ancora una volta oggi la vulnerabilità della sua sicurezza quando un commando armato e accompagnato da due kamikaze, ha fatto irruzione a Rawalpindi in una moschea, piena di fedeli in preghiera e vicina al quartier generale dell’esercito, uccidendo almeno 42 persone, fra cui donne e bambini, e ferendone altre 80. Fra le vittime arrivate negli ospedali cittadini, si è appreso, vi sono molti militari, e perfino un generale in servizio. Testimoni oculari hanno riferito che “i terroristi hanno ucciso a sangue freddo alcune delle persone che si trovavano al riverse suolo”. L’attacco, che ha rianimato lo spettro di Osama Bin Laden e dei suoi uomini, ha avuto caratteristiche spettacolari perché nonostante le misure di sicurezza accuratissime attorno al luogo di culto che si trova nel quartiere di Westridge, sei uomini armati sono riusciti a penetrarvi. E ad operare in una zona dove si trovano vari uffici militari, fra cui il quartier generale dell’esercito, e che per questo è considerata la più icura della città. Un testimone oculare, citato dall’agenzia di stampa statale App, ha detto che il commando ha fatto irruzione fra i fedeli appena finite le preghiere della Jumma e, non appena l’Imam ha pronunciato la frase “Allah u Akbar”, ha lanciato due bombe a mano e cominciato a sparare all’impazzata. Subito dopo due kamikaze hanno attivato l’esplosivo che avevano indosso, fatto che ha contribuito a far crollare il tetto della moschea, come ha confermato il ministro dell’Interno, Rehman Malik. La reazione delle forze di sicurezza, che pure è stata tempestiva con l’uccisione di cinque assalitori, non ha potuto evitare l’enorme spargimento di sangue ed un altro colpo al prestigio del governo pachistano. E’ la sesta volta quest’anno che Rawalpindi, dove risiedono i comandi delle forze armate pachistane, è al centro di attacchi terroristici, con la perdita di almeno 120 vite umane. Sia il presidente Asif Ali Zardari sia il suo primo ministro Syed Yousuf Raza Gilani hanno duramente condannato “l’atto terroristico” chiedendo che “su di esso venga fatta la massima luce”. Da tempo il Pakistan è impegnato, su sollecitazione in particolare degli Stati Uniti, in una complessa offensiva contro i talebani, cominciata prima nella Calle dello Swat e proseguita poi nelle regioni confinanti con il Pakistan, fra cui il Waziristan del sud. Il presidente Zardari si trova in questo campo fra l’incudine rappresentata dai talebani ed il martello costituito da una opinione pubblica che vede con sempre più fastidio l’alleanza con Washington che per colpire i santuarì dell’estremismo islamico e di Al Qaida utilizza i droni, velivoli senza pilota che sparano razzi contro i nemici, colpendo però spesso civili incolpevoli. Un aumento dell’utilizzazione di questi droni, conosciuti anche come Predators, è stata autorizzata da Washington, ma questo sta trasformandosi in un motivo di frizione con Islamabad che, come ha dichiarato il premier Gilani al settimane tedesco Spiegel, li considera “controproducenti”. Comunque, incontrando oggi il premier della esplosiva Provincia della frontiera del nord-ovest (Nwfp) Ameer Haider Khan Hoti, il presidente Zardari ha assicurato che l’offensiva intrapresa contro i gruppi estremistici “continuerà fino alla loro completa eliminazione dal paese”.

fonte: ANSA

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Terrorista da carcere autore di falsa telefonata a Zardari

Fu un terrorista pachistano ad effettuare, dalla cella di massima sicurezza del carcere pachistano di Hyderabad nel quale era rinchiuso, la telefonata al presidente pachistano Zardari, spacciandosi per il ministro degli esteri indiano Mukherjee, all’indomani degli attacchi di Mumbai, facendo temere per qualche ora lo scoppio della quarta guerra fra i due paesi (se si esclude quella non dichiarata del 1998). Lo riferisce oggi il quotidiano pachistano Dawn. Omar Saeed Sheikh, ritenuto uno dei piu’ importanti terroristi pachistani, in carcere tra l’altro per il rapimento e l’omicidio del giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl, secondo il giornale pachistano, in carcere, nonostante si trovasse in isolamento, riusciva a ricevere telefonate dalla moglie su un cellulare che aveva nascosto. La scheda Sim era una scheda inglese, cosa che avvalora quanto ha scritto nella sua biografia l’ex presidente Pervez Musharraf, secondo il quale Saeed era un servizio del MI6, il servizio segreto inglese. Sul quel telefono cellulare, il terrorista fu informato dalla moglie dei fatti di Mumbai, ricevendo continui aggiornamenti. Venerdi’ 28 novembre, a due giorni dall’inizio degli attacchi terroristici a Mumbai, nelle stesse ore in cui i gruppi speciali indiani liberavano gli ultimi ostaggi negli alberghi della citta’, nella residenza ufficiale del presidente pachistano Asif Ali Zardari squillo’ il telefono riservato: dall’altra parte Saeed, spacciandosi per il ministro degli esteri indiano, Pranab Mukherjee, accusava il Pakistan di aver aiutato i terroristi, annunciando di star spostando le truppe verso il confine pachistano e ingiungendo a Islamabad di prendere provvedimenti contro i fondamentalisti islamici. Zardari richiamo’ a Islamabad il primo ministro Yusuf Raza Gilani che era a Lahore, un aereo militare parti’ alla volta di New Delhi per riportare a casa il ministro degli esteri Shah Mahmud Qureshi che sarebbe dovuto ritornare il giorno dopo con un volo di linea. Il capo di stato maggiore dell’esercito viene avvisato di mettere in stato di massima allerta le truppe, e di cominciare a spostare battaglioni dal confine afghano a quello indiano. Furono 24 ore di intense telefonate, di contatti diplomatici tra Islamabad, New Delhi e Washington. Lo stesso pseudo ministro degli esteri indiano autore del falso telefonico con Zardari avrebbe provato a chiamare anche il segretario di stato americano Condoleezza Rice, ma i servizi americani non hanno passato la telefonata. La Rice invece parlo’ con Zardari e poi con Mukherjee, che smenti’. Saed e’ stato trasferito nel carcere di Lahore e il responsabile del carcere di Hyderabad, dopo che una perquisizione approfondita ha fatto rinvenire telefoni cellulari e schede nella cella di Saed, e’ stato trasferito.

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Ennesimo attentato a Peshawar

Un attentatore suicida si e’ fatto esplodere stamani davanti all’ingresso principale della cittadella giudiziaria di Peshawar, nel nord ovest del Pakistan, causando la morte di almeno 16 persone. Tra le vittime anche tre agenti di polizia in servizio dinanzi al tribunale di Khyber road, il piu’ grande della citta’ capoluogo della provincia frontaliera di Nord Ovest ai confini con l’Afghanistan. Secondo le prime informazioni, l’attentatore suicida, che indossava un giubbotto imbottito di esplosivo, e’ sceso da un taxi e si e’ diretto verso l’ingresso del tribunale, posto su una delle strade piu’ importanti della citta’. La polizia lo stava controllando prima di permettergli l’accesso quando l’uomo si e’ fatto esplodere. Almeno 25 i feriti secondo la televisione, 35 secondo altre fonti, alcuni dei quali in gravissime condizioni tanto che si teme che il bilancio dei morti possa aumentare. Peshawar e’ stata oggetto nelle scorse settimane di numerosi attentati, quasi uno al giorno. La stessa Khyber road e’ stata presa di mira lo scorso giugno, quando un attacco contro l’hotel a cinque stelle Pearl Continental ha causato 19 morti. Sei giorni fa e’ stata teatro dell’attentato alla sede dei servizi segreti pachistani, l’Isi, nel quale sono morte 19 persone. Le autorita’ puntano l’indice contro i talebani, nei confronti dei quali l’esercito sta portando avanti una offensiva in Sud Waziristan dallo scorso 17 ottobre. Stamani, poche ore prima dell’attentato a Peshawar, un drone americano ha lanciato alcuni missili contro postazioni talebane in Nord Waziristan, causando almeno quattro vittime. Secondo la televisione Dawn, c’erano gia’ informazioni di intelligence che preannunciavano un attentato contro il palazzo di 4 piani che ospita il tribunale di Peshawar, nella centrale Kyber road. Vicinissimo alla struttura e’ anche il Pearl Continental, l’hotel a cinque stelle oggetto di un altro attentato terroristico lo scorso giugno, nel quale morirono 11 persone. Dall’inizio dell’offensiva dell’esercito contro i talebani in Sud Waziristan, sono stati sei gli attentati nella sola Peshawar, che hanno fatto oltre 180 vittime in sette attentati. Il piu’ cruento e’ stato quello nel mercato della citta’ pachistana lo scorso 28 ottobre, con 120 morti, mentre in citta’ sono stati colpiti anche la sede dei servizi segreti e uffici amministrativi oltre che, oggi, il tribunale. Il 9 ottobre, inoltre, un altro attentato suicida sempre a Peshawar, in un mercato, aveva fatto 50 vittime.

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Attentato agli 007 pachistani

Sono 20 le vittime di due attentati terroristici avvenuti oggi in Pakistan nella parte nord occidentale ai confini con l’Afghanistan. Ed ancora una volta nel mirino dei terroristi c’erano due istituzioni importanti, come una sede dei servizi segreti e una stazione di polizia. Il primo attentato alle 6.40 del mattino a Peshawar, capoluogo della Provincia Frontaliera di Nord Ovest (Nwfp), gia’ oggetto di attentati nelle scorse settimane. L’attentato e’ avvenuto a poche ore dall’arrivo ad Islamabad del consigliere per la sicurezza nazionale americana Jim Jones, arrivato in Pakistan a parlare di terrorismo. Obiettivo dei terroristi, il palazzo di tre piani che ad Army Stadium chowk, ospita l’Isi, l’Inter Services Intelligence, il servizio segreto pachistano. Un camioncino con oltre 200 chilogrammi di esplosivo e’ piombato contro l’edificio ed e’ esploso, all’altezza del posto di blocco, a seguito dei colpi delle guardie. L’esplosione e’ stata fortissima: almeno 12 i morti, oltre sessanta i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, tanto che si teme che il bilancio possa aumentare. Il forte scoppio ha provocato il crollo e il danneggiamento di palazzi vicini ed e’ stato avvertito ad oltre 20 km di lontananza. Tutta la zona del Cantonment, l’ex zona militare inglese dove si trova l’edificio, e’ stata chiusa e lo stato di massima allerta e’ scattato a Peshawar e in tutte le grandi citta’ del paese. Nessuno ha rivendicato l’attentato, ma si punta il dito contro i talebani, contro i quali da oltre due settimane l’esercito sta portando avanti una offensiva nel Sud Waziristan, sempre nel nord ovest ai confini con l’Afghanistan. Un’ora dopo, un altro kamikaze a bordo di un auto imbottita di esplosivo si e’ lanciato contro la stazione di polizia Bakka Khel sulla Ragsa Road di Bannu, distretto ai confini con il Sud Waziristan. Il palazzo che ospitava gli agenti e’ stato completamente distrutto. La stazione di polizia Bakka Khel si trova al confine del distretto di Bannu e le zone semi tribali del nord ovest. L’esercito continua la sua offensiva in Sud Waziristan, celebrando vittorie quotidiane. Ieri erano stati uccisi 24 militanti, oggi i talebani morti sono 6 e 12 i militari uccisi in battaglia. Ma il governo sta perdendo la sua battaglia contro i terroristi, sul piano della guerriglia. I talebani, infatti, stanno portando lo scontro dalle alture del Sud Waziristan alle citta’ pachistane, colpendo sia il cuore delle istituzioni che i civili. Una serie di attentati, soprattutto tra Peshawar e Islamabad, che hanno colpito la piu’ grande base dell’aeronautica, l’universita’ islamica, la cittadella dell’Onu, la sede dei servizi segreti, ma anche diversi mercati. Una situazione che sta portando all’esasperazione i civili pachistani. Il governo, teme una perdita di consensi. L’attacco di oggi all’Isi, struttura storicamente vicina ai talebani, secondo molti osservatori e’ segno di uno sfaldamento dei vecchi equilibri anche sotterranei in Pakistan. Una situazione che il governo, almeno per ora, sembra non essere in grado di gestire.

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Cos’è l’Isi, il famigerato servizio segreto pachistano

L’Isi, Inter-Services Intelligence, e’ il famigerato servizio segreto pachistano da sempre associato a molti crimini che hanno scosso il subcontinente e gli stati limitrofi negli ultimi anni. Oltre 10000 sarebbero i suoi agenti, esclusi gli informatori. Fondato nel 1948, all’indomani della separazione del Pakistan dall’India, il servizio segreto pachistano negli anni ’50 divenne sempre piu’ legato al presidente di turno, staccato da qualsiasi controllo e soprattutto utilizzato per scopi politici, come indagini nei confronti di avversari politici del presidente. Nel corso degli anni, l’Isi ha acquistato sempre maggiore potere, tanto da essere chiamata ”lo stato nello stato”, definizione usata spesso anche da Benazir Bhutto. Dopo una riorganizzazione nel 1967, l’Isi, infatti, e’ stata impiegata durante le guerre con l’India, aiutando i militanti in Kashmir, ed altri conflitti nell’area. Ma, soprattutto, in Afghanistan, a seguito dell’invasione sovietica. Qui, foraggiati dalla Cia, gli agenti dell’Isi hanno tenuto moltissime operazioni coperte ed hanno addestrato i mujaheddin e i talebani, aiutando questi ultimi a salire al potere. I legami con i talebani sono ritenuti in piedi ancora oggi, tanto che c’e’ la convinzione che agenti dell’Isi informino i talebani degli attacchi americani attraverso aerei senza pilota, nella zona occidentale del Pakistan. Ma l’Isi, soprattutto sotto Musharraf, ha assunto contorni ancora piu’ oscuri. L’ex presidente e generale, nominando ai vertici del servizio suoi amici generali, si e’ assicurato i loro servigi, impiegandoli non solo nelle battaglie politiche di Musharraf, ma anche in operazioni terroristiche in India e in altri paesi. La mano dell’Isi e’ accertata negli attacchi a Mumbai del novembre dell’anno scorso ed e’ ritenuta molto probaile nell’attentato di quest’anno all’ambasciata indiana a Kabul e negli attentati alla metropolitana di Londra del luglio 2005. Dopo Musharraf, il capo dell’esercito, che comunque era stato nominato dall’ex presidente ed era il suo secondo, ha cambiato i vertici dei servizi, nominando un altro generale a se vicino, ancora oggi alla guida dell’Isi. Il governo pachistano ha tentato invano piu’ volte di controllare l’Isi. L’ultima volta, nel settembre dell’anno scorso, si e’ cercato, senza successo, di portare il controllo dell’Isi sotto il ministero degli interni e non sotto il capo di stato maggiore.

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Ennesimo attentato in Pakistan

E’ di almeno 30 morti il bilancio dell’attentato di stamattina in un mercato di Charsadda, citta’ pachistana della Provincia Frontaliera di Nord Ovest (Nwfp) ai confini con l’Afghanistan. Un attentatore suicida, a bordo della sua auto imbottita di esplosivo, si e’ fatto esplodere al mercato Farooq-e-Azam Chowk, in quel momento gremito di gente. Il mercato e’ il riferimento cittadino per coloro che devono acquistare frutta e verdura e al momento dell’esplosione c’era molta gente, tra i quali anche donne e bambini, che sono registrati tra le vittime dell’esplosione. Secondo il ministro dell’informazione della Nwfp, Mian Iftikhar Hussain, l’esplosione e’ stata molto forte tanto da provocare almeno 100 feriti e la distruzione di tutto cio’ che era intorno, auto, bancarelle, negozi e danneggiando seriamente i palazzi. Non c’e’ stato nessuna rivendicazione, ma la polizia punta il dito contro il gruppo talebano Therik-e-Taliban Pakistan, contro il quale l’esercito di Islamabad sta portando una offensiva nel distretto del Sud Waziristan. Il gruppo talebano, che guida la rivolta nel paese contro l’alleanza con gli Usa e con la volonta’ di imporre la Sharia, la legge islamica, in tutto il Pakistan, si e’ reso disponibile di una lunga serie di attentati nel paese. Negli ultimi due anni sono almeno 2500 vittime a causa degli attentati. Le ultime settimane hanno visto una recrudescenza degli attentati nella Provincia Frontaliera, e in particolare a Peshawar, soprattutto contro istituzioni locali e internazionali. Dopo l’attentato del 28 ottobre nel mercato di Peshawar che ha fatto oltre 100 vittime, tre giorni fa e’ stata la volta di undici persone e del sindaco anti talebano di una cittadina nei pressi di Peshawar. Oggi, secondo la stampa pachistana, i talebani hanno voluto continuare a colpire quelli che considerano i loro nemici in patria. Charsadda, infatti, e’ la patria del partito di governo della provincia, lAwami National Party (ANP), che si oppone ai talebani. E monta la paura in Pakistan: mentre l’esercito annuncia continue vittorie in Sud Waziristan, i talebani portano la guerra nelle citta’. E i continui attentati, con la media di uno ogni due giorni, fanno emergere la vulnerabilita’ delle citta’ pachistane, che sta cominciando ad irritare i pachistani, tanto che il governo teme una perdita di consensi soprattutto rispetto alla guerra contro i talebani.

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Attentato in Pakistan contro sindaco anti talebano

E’ salito a dodici il bilancio delle vittime dell’attentato di stamattina nei pressi di Peshawar, nel nord ovest del Pakistan. Un attentatore suicida si e’ fatto esplodere in un mercato affollato della citta’ di Adizai, a 16 chilometri dal capoluogo della Provincia Frontaliera di Nord Ovest, ai confini con l’Afghanistan, con l’intenzione di colpire il sindaco di un villaggio una volta vicino ai talebani e ora invece alleato del governo nell’offensiva anti talebana. Abdul Malik, il sindaco di Adizai, si trovava nell’affollato mercato di Matai per acquistare, come tutti i suoi concittadini, capre da sacrificare in occasione della prossima festivita’ religiosa musulmana di Eid: Il sindaco, del quale si era detto che era sopravvissuto in un primo tempo, e’ invece morto nell’attentato, cosi’ come altre undici persone, tra le quali donne e un bambino. Malik in passato era stato un forte sostenitore dei talebani, offrendo assistenza logistica e protezione ai talebani, soprattutto quelli che operano al confine con l’Afghanistan. Da qualche tempo, aveva invee deciso di appoggiare la guerra del governo centrale di Islamabad contro i talebani, tanto da aver formato una sua milizia, composta da cittadini e tribali, di supporto all’esercito pachistano. Gia’ in passato, a causa di quetsa sua svolta anti talebana, Abdul Malik era stato oggetto di attentati dai quali era riuscito a scampare. Oggi non ci e’ riuscito: un attentatore con un giubbotto imbottito di esplosivo si e’ avvicinato a lui e si e’ fatto epslodere mentre c’erano diverse persone intorno al sindaco ad incoraggiarlo nella sua battaglia anti talebana. Molti locali sono scesi in piazza per manifestare contro l’omicidio del sindaco, molto amato in citta’, e minacciare i talebani di vendetta. Nonostante l’esercito di Islamabad da oltre due settimane stia tenendo contro i talebani una offensiva nella regione del Sud Waziristan, che sino ad ora ha provocato oltre 300 vititme fra i ribelli, questi ultimi continuano a portare la guerra nelel citta’, soprattutto quelle del nord ovest. Peshawar e’ stata quella piu’ colpita, con diversi attentati, l’ultimo il 28 ottobre, che hanno causato nelle ultime settimane oltre 200 vittime.

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