Un gruppo terroristico islamico con base nel Kashmir e considerato vicino ad Al Qaida ha minacciato oggi l’incolumita’ degli atleti stranieri che parteciperanno agli eventi sportivi internazionali previsti quest’anno in India, come i Giochi del Commonwealth. Lo riferiscono i media a New Delhi. L’Harkat-ul-Jihad-al-Islami (HuJI, Movimento di lotta islamica) HuJI), che e’ una organizzazione fondamentalista islamica di matrice sunnita attiva in Asia meridionale dagli anni ’90, ha diramato un comunicato in cui avverte ”la comunita’ internazionale a non mandare la propria gente alla Coppa mondiale di Hockey 2010, alla Premier League di Cricket e ai Giochi del Commonwealth”. Diramato da quello che il gruppo definisce PoK (Kashmir occupato dal Pakistan), il comunicato prosegue sostenendo che ”queste persone non debbono visitare l’India e se lo faranno saranno responsabili per le conseguenze”.
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Minacce agli atleti stranieri che parteciperanno ai Commonwealth Game
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Più civili che terroristi uccisi dagli aerei americani in Pakistan
Per ogni terrorista talebano e di Al Qaeda ucciso da uno dei 44 attacchi missilistici dei droni americani nel nord ovest del Pakistan, 140 civili sono morti, con una media di 58 civili uccisi ogni mese, 12 ogni settimana, due ogni giorno. Lo rivelano le statistiche pubblicate oggi dal governo di Islamabad e diffuse dalla stampa pachistana. I 44 attacchi del 2009 da parte degli aerei senza pilota americani contro istallazioni talebane nel nord ovest del Pakistan, hanno fatto 708 vittime civili. Solo cinque attacchi, secondo le statistiche pubblicate, hanno raggiunto i loro obiettivi, uccidendo cinque leader tra Al Qaeda e talebani. I dati mostrano che il 90% delle vittime degli attacchi degli aerei americani di stanza in Afghanistan, sono civili, con un successo per le missioni di solo l’11%. La maggior parte degli attacchi colpivano obiettivi segnalati loro da spie pachistane e afghane, membri delle tribu’ dell’area nord occidentale, fedeli al governo pachistano. Dei cinque attacchi dei droni americani andati a buon fine, il primo in assoluto del 2009, il primo gennaio dell’anno scorso, uccise due leader di Al Qaeda, Usama al-Kin e Sheikh Ahmed Salim, ricercati dall’Fbi. Kin era capo delle operazioni di Al Qaeda in Pakistan. Il 5 agosto scorso, invece, in Sud Waziristan, in un altro attacco missilistico da parte di un drone americano, fu ucciso Baitullah Mehsud, il capo del Therik-e-Talkiban, il piu’ temuto gruppo terroristico pachistano, legato ad AL Qaeda, responsabile di una serie di attentati tra i quali quello nel quale perse la vita l’ex primo ministro Benazir Bhutto. Islamabad ha spesso criticato, senza successo nonostante le minacce di ritorsioni, Washington per gli attacchi dei droni.
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Ennesimo attentato a Peshawar
Un attentatore suicida si e’ fatto esplodere stamani davanti all’ingresso principale della cittadella giudiziaria di Peshawar, nel nord ovest del Pakistan, causando la morte di almeno 16 persone. Tra le vittime anche tre agenti di polizia in servizio dinanzi al tribunale di Khyber road, il piu’ grande della citta’ capoluogo della provincia frontaliera di Nord Ovest ai confini con l’Afghanistan. Secondo le prime informazioni, l’attentatore suicida, che indossava un giubbotto imbottito di esplosivo, e’ sceso da un taxi e si e’ diretto verso l’ingresso del tribunale, posto su una delle strade piu’ importanti della citta’. La polizia lo stava controllando prima di permettergli l’accesso quando l’uomo si e’ fatto esplodere. Almeno 25 i feriti secondo la televisione, 35 secondo altre fonti, alcuni dei quali in gravissime condizioni tanto che si teme che il bilancio dei morti possa aumentare. Peshawar e’ stata oggetto nelle scorse settimane di numerosi attentati, quasi uno al giorno. La stessa Khyber road e’ stata presa di mira lo scorso giugno, quando un attacco contro l’hotel a cinque stelle Pearl Continental ha causato 19 morti. Sei giorni fa e’ stata teatro dell’attentato alla sede dei servizi segreti pachistani, l’Isi, nel quale sono morte 19 persone. Le autorita’ puntano l’indice contro i talebani, nei confronti dei quali l’esercito sta portando avanti una offensiva in Sud Waziristan dallo scorso 17 ottobre. Stamani, poche ore prima dell’attentato a Peshawar, un drone americano ha lanciato alcuni missili contro postazioni talebane in Nord Waziristan, causando almeno quattro vittime. Secondo la televisione Dawn, c’erano gia’ informazioni di intelligence che preannunciavano un attentato contro il palazzo di 4 piani che ospita il tribunale di Peshawar, nella centrale Kyber road. Vicinissimo alla struttura e’ anche il Pearl Continental, l’hotel a cinque stelle oggetto di un altro attentato terroristico lo scorso giugno, nel quale morirono 11 persone. Dall’inizio dell’offensiva dell’esercito contro i talebani in Sud Waziristan, sono stati sei gli attentati nella sola Peshawar, che hanno fatto oltre 180 vittime in sette attentati. Il piu’ cruento e’ stato quello nel mercato della citta’ pachistana lo scorso 28 ottobre, con 120 morti, mentre in citta’ sono stati colpiti anche la sede dei servizi segreti e uffici amministrativi oltre che, oggi, il tribunale. Il 9 ottobre, inoltre, un altro attentato suicida sempre a Peshawar, in un mercato, aveva fatto 50 vittime.
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Attentato agli 007 pachistani
Sono 20 le vittime di due attentati terroristici avvenuti oggi in Pakistan nella parte nord occidentale ai confini con l’Afghanistan. Ed ancora una volta nel mirino dei terroristi c’erano due istituzioni importanti, come una sede dei servizi segreti e una stazione di polizia. Il primo attentato alle 6.40 del mattino a Peshawar, capoluogo della Provincia Frontaliera di Nord Ovest (Nwfp), gia’ oggetto di attentati nelle scorse settimane. L’attentato e’ avvenuto a poche ore dall’arrivo ad Islamabad del consigliere per la sicurezza nazionale americana Jim Jones, arrivato in Pakistan a parlare di terrorismo. Obiettivo dei terroristi, il palazzo di tre piani che ad Army Stadium chowk, ospita l’Isi, l’Inter Services Intelligence, il servizio segreto pachistano. Un camioncino con oltre 200 chilogrammi di esplosivo e’ piombato contro l’edificio ed e’ esploso, all’altezza del posto di blocco, a seguito dei colpi delle guardie. L’esplosione e’ stata fortissima: almeno 12 i morti, oltre sessanta i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, tanto che si teme che il bilancio possa aumentare. Il forte scoppio ha provocato il crollo e il danneggiamento di palazzi vicini ed e’ stato avvertito ad oltre 20 km di lontananza. Tutta la zona del Cantonment, l’ex zona militare inglese dove si trova l’edificio, e’ stata chiusa e lo stato di massima allerta e’ scattato a Peshawar e in tutte le grandi citta’ del paese. Nessuno ha rivendicato l’attentato, ma si punta il dito contro i talebani, contro i quali da oltre due settimane l’esercito sta portando avanti una offensiva nel Sud Waziristan, sempre nel nord ovest ai confini con l’Afghanistan. Un’ora dopo, un altro kamikaze a bordo di un auto imbottita di esplosivo si e’ lanciato contro la stazione di polizia Bakka Khel sulla Ragsa Road di Bannu, distretto ai confini con il Sud Waziristan. Il palazzo che ospitava gli agenti e’ stato completamente distrutto. La stazione di polizia Bakka Khel si trova al confine del distretto di Bannu e le zone semi tribali del nord ovest. L’esercito continua la sua offensiva in Sud Waziristan, celebrando vittorie quotidiane. Ieri erano stati uccisi 24 militanti, oggi i talebani morti sono 6 e 12 i militari uccisi in battaglia. Ma il governo sta perdendo la sua battaglia contro i terroristi, sul piano della guerriglia. I talebani, infatti, stanno portando lo scontro dalle alture del Sud Waziristan alle citta’ pachistane, colpendo sia il cuore delle istituzioni che i civili. Una serie di attentati, soprattutto tra Peshawar e Islamabad, che hanno colpito la piu’ grande base dell’aeronautica, l’universita’ islamica, la cittadella dell’Onu, la sede dei servizi segreti, ma anche diversi mercati. Una situazione che sta portando all’esasperazione i civili pachistani. Il governo, teme una perdita di consensi. L’attacco di oggi all’Isi, struttura storicamente vicina ai talebani, secondo molti osservatori e’ segno di uno sfaldamento dei vecchi equilibri anche sotterranei in Pakistan. Una situazione che il governo, almeno per ora, sembra non essere in grado di gestire.
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Cominciata l’offensiva terrestre in Sud Waziristan
Dopo giorni di annunci e oltre 150 vittime in due settimane, è cominciata alle prime luci dell’alba di questa mattina la massiccia offensiva dell’esercito pachistano contro le roccaforti dei talebani nella zona tribale del Sud Waziristan, nella parte occidentale del Pakistan ai confini con l’Afghanistan. Circa 30.000 soldati, coadiuvati da forze aeree, corpi di frontiera e volontari delle tribù dell’area riuniti in piccoli gruppi filo-governativi, stanno rastrellando la zona dove si ritiene si nascondino almeno 15.000 talebani pachistani e afghani, ai quali si sono associati almeno 500 militanti stranieri provenienti dai paesi del Golfo e dagli ex sovietici, la maggior parte legati ad al Qaida. Il governo delle Aree tribali di Amministrazione Federale (Fata), del quale fa parte il distretto del Sud Waziristan, di concerto con quello centrale di Islamabad, ha deciso di imporre il coprifuoco su tutto il territorio per aiutare l’avanzata dell’esercito e scongiurare attacchi talebani. Che però si sono verificati lo stesso: i militanti, infatti, respingono le forze di sicurezza e al termine del primo giorno di combattimenti, secondo le informazioni del servizio informazioni dell’esercito pachistano, si sono registrate 11 vittime fra i talebani e 4 fra i militari. E’ stato lasciato aperto un corridoio umanitario per permettere agli abitanti delle città e dei villaggi dell’area di lasciare le loro abitazioni verso luoghi più tranquilli. Il governo, con la collaborazione di agenzie dell’Onu e delle Ong ha costruito campi di accoglienza nelle province vicine. Secondo dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, oltre 90.000 dei 350.000 civili che vivono nell’area hanno già lasciato le proprie abitazioni. Il governo di Islamabad confida di concludere l’operazione Sud Waziristan in meno di due mesi, anche per scongiurare i rigori dell’inverno che nell’area si farà sentire presto. L’operazione, nelle intenzioni dell’esercito illustrate alla stampa dal ministro degli Interni pachistano Rehman Malik, dovrebbe essere simile a quella cominciata nell’aprile scorso nella valle dello Swat, che dopo mesi ha portato alla cacciata dai talebani dall’area. L’inizio delle operazioni era stato annunciato nei giorni scorsi e i talebani, di risposta, avevano effettuato attentati nel Paese, causando oltre 150 morti. Quella iniziata oggi, è la quarta operazione militare in Sud Waziristan, ma è quella che prevede l’impiego del maggior numero di militari. Le altre missioni dell’esercito si sono concluse con delle tregue e dei fragili accordi pace sempre disattesi dai talebani. A guidare il movimento anti-governativo dal suo quartier generale di Wana in Sud Waziristan, c’é Hakemullah Mehsud, appartenente ad una tribù storicamente vicina ad al Qaida e alle posizioni dei talebani afghani e molto distante da quelle del governo di Islamabad soprattutto nell’alleanza con gli Usa. Mehsud è succeduto al cugino Baitullah, ucciso ad agosto in un attacco missilistico di un drone americano. Baitullah era ritenuto il luogotenente di Osama bin Laden in Pakistan e responsabile di una serie di attentati, tra i quali quello nel quale ha perso la vita l’ex primo ministro Benazir Bhutto. Il leader talebano aveva siglato l’ultimo accordo di pace e poi dichiarato lo stesso nullo, dando il via ad una nuova offensiva. Gli americani hanno continuamente bombardato la zona di Wana con aerei senza pilota e fornito l’esercito pachistano di armi e tecnologie, anche per i combattimenti notturni, scatenando le ire dei talebani che hanno parlato di tradimento di Islamabad.
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