Il partito del Congresso, presieduto da Sonia Gandhi ed al potere in India, ha vinto le elezioni statali in Maharashtra, Haryana e Arunachal Pradesh, ribadendo la sua posizione egemone nel paese e relegando in un angolo l’opposizione della destra nazionalista hindu. In particolare, nello stato centrale del Maharashtra, che ha per capitale Mumbai, il partito della Gandhi ha conquistato 82 dei 288 seggi, 13 in piu’ della scorsa legislatura, che permetteranno al partito al potere in India di guidare di nuovo il Maharashtra per la terza volta consecutiva con l’aiuto del suo alleato NCP, che ha conquistato 62 seggi. Il BJP, il partito nazionalista della destra induista, ha perso 8 seggi fermandosi a 46 seggi, mentre gli ultranazionalisti dello Shiv Sena, protagonisti di una campagna all’insegna dell’odio razziale e della volonta’ di cacciare dallo stato tutti gli immigrati da stati e paesi diversi, hanno guadagnato 18 seggi fermandosi a 44 seggi. In Arunachal Pradesh, lo stato nord orientale conteso dalla Cina, il Congresso ha conquistato 40 dei 60 seggi, conquistandone 8 rispetto alla passata legislatura che sempre il partito di Sonia guidava. Diverso invece il discorso in Haryana, nella parte settentrionale del paese ai confini con Delhi, dove il Congresso ha perso 27 seggi assicurandosene 40 rispetto ai 90 che costituiscono l’assemblea. Il partito del Congresso ha pero’ annunciato di essere in grado di formare il governo con l’appoggio di qualche alleato locale.
Archivi tag: arunachal pradesh
Lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh vieta le manifestazioni pro Tibet
Il governo dello stato indiano dell’Arunachal Pradesh ha proibito lo svolgimento di manifestazioni filo-tibetane a Tawang, il distretto che si trova al confine con la Cina. Confermando la notizia, S.N. Mosobi, sovrintendente di polizia del distretto di Tawang, ha detto che la decisione e’ stata presa per motivi di ordine pubblico, per evitare disordini in caso di manifestazioni di protesta. L’Arunachal Pradesh, nell’India nord-orientale, si trova al confine con la Cina ed e’ lo stato di cui Pechino rivendica il possesso. Il divieto e’ stato imposto nonostante la decisione contraria del governo di New Delhi che ha chiarito di non aver intenzione di imporre restrizioni contro le proteste tibetane nel Paese. Il diverso atteggiamento del governo dell’Arunachal Pradesh potrebbe derivare, secondo gli analisti, proprio dalla vicinanza di questo stato con la Cina, che risentirebbe quindi, piu’ degli altri, delle pressioni di Pechino. Sabato scorso 500 monaci del monastero di Tawang, il piu’ vecchio esistente al di fuori del Tibet, hanno organizzato una protesta pacifica. Rivolgendosi in particolare contro il ministro degli esteri indiano, Pranab Mukherjee, che lo scorso primo aprile aveva invitato il Dalai Lama a evitare di ingerirsi in affari politici, i monaci hanno detto che ”se questo e’ vero, si tratta di un colpo di frusta nei confronti della gente della regione dell’Hymalaya”. ”L’India finora e’ stata molto cauta sulla questione tibetana – ha detto Nawang Borbu, uno dei monaci – ma non paghera’ alla fine rimanere in una posizione difensiva su una situazione che riguarda anche l’India”.
Archiviato in Free Tibet, Vita indiana