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Pare sia vero: sulla luna c’è acqua. Ma in India no.

Il Moon Mineralogy Mapper (M3) della Nasa che ha operato a bordo del satellite indiano Chandrayaan-I ha effettivamente ottenuto prove dell’esistenza di acqua sulla superficie lunare. Lo hanno confermato oggi esperti indiani. Gli esperti, citati dall’agenzia di stampa indiana Pti, hanno detto che l’M3 ”ha localizzato una serie ripetuta ed omogenea di dati relativi ad una luce riflessa che indicherebbe un legame chimico di idrogeno e ossigeno in materiali su uno strato finissimo del suolo superiore” lunare. La scoperta, scrive Pti, mette fine a un dibattito che dura da 40 anni sull’esistenza o meno di acqua sulla luna. Furono gli astronauti della missione Apollo che circa 40 anni fa portarono sulla terra alcune rocce che furono analizzate dagli scienziati della Nasa che ipotizzarono appunto la presenza di acqua. Ma in quel momento non fu possibile fugare tutti i dubbi perche’ la tenuta stagna dei contenitori in cui erano state collocate le rocce non aveva tenuto, contaminando i reperti con aria dell’atmosfera.

fonte: ANSA

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L’India scopre acqua sulla luna? Intanto lancia satelliti

Prima che interrompesse prematuramente la sua attivita’, gli strumenti a bordo del satellite indiano Chandrayaan-1 potrebbero aver localizzato la presenza di acqua sulla luna. Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India. L’ipotesi e’ legata al fatto che domani nel quartier generale della Nasa a Washington e’ stata convocata una conferenza stampa per un ”annuncio rilevante” da parte di Carle Pieters, scienziato legato al progetto Moon Mineralogy Mapper (M3). La strumentazione del M3 era ospitata in base a un contratto di affitto nel Chandrayaan-1, che ha interrotto la sua attivita’ il 30 agosto scorso, e che aveva fra i suoi obiettivi proprio quello di rilevare acqua sulla superficie lunare. Intanto, l’India ha lanciato oggi con successo il suo sedicesimo satellite Oceansat-2 e sei nano satelliti europei dalla base di Sriharikota. Lo riferisce la stampa indiana. I lanci sono cominciati alle 11.51 ora locale e terminati alle 12.06. Il primo ad andare in orbita e’ stato Oceansat-2 ad un’altitudine di 720 Km e, a seguire, i sei nano satelliti. Di questi ultimi, quattro provengono dalla Germania, uno dalla Svizzera e uno dalla Turchia. Il solo Oceansat-2 pesa oltre 960 chilogrammi. Dopo che i satelliti sono entrati in orbita, i centri di controllo dell’Indian Space Reasearch Organisation (ISRO) hanno cominciato una serrata attivita’ di monitoraggio. Il Vice Presidente indiano, Hamid Ansari, presente al momento del lancio, si e’ congratulato con gli scienziati ed i tecnici per ”gli splendidi risultati raggiunti per la nazione”. Il lancio di oggi e’ molto simile a quello avvenuto nell’aprile 2008 quando l’ISRO lancio dieci satelliti. Oceansat-2 e’ il secondo satellite indiano messo in orbita per studiare gli oceani come pure l’interazione tra oceani ed atmosfera. Ha forma cubica con due pannelli solari. Il satellite dovra’ controllare le zone di pesca intorno all’India, misurare la superficie oceanica, la velocita’ del vento, la temperatura e l’umidita’ dell’atmosfera. Dal settembre 1993 fino all’aprile 2009 l’India ha effettuato 15 missioni atmosferiche (questa e’ la sedicesima). Quattordici si sono concluse con successo mentre una e’ fallita.

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Finisce in anticipo la missione lunare indiana, persi i contatti

Gli scienziati indiani hanno perso il controllo radio con la sonda Chandrayaan 1, lanciata in orbita attorno al satellite per la prima missione lunare del paese di Gandhi. Lo riferisce la televisione indiana. E’ dalla mezzanotte di ieri che si sono persi i collegamenti con la sonda, tanto da costringere gli scienziati dell’Indian Space Research Organisation ISRO), l’ente spaziale indiano, a dichiarare definitivamente fallita la missione lunare. Annadurai, capo missione dell’ISRO, ha detto tuttavia che “tecnicamente la missione è riuscita al cento per cento, mentre dal punto di vista scientifico la sonda ha fatto il novanta percento del lavoro previsto”. Non si sa a cosa sia dovuto il black out, anche se si pensa ad un problema molto grave. La sonda è stata in orbita 312 giorni, compiendo oltre 3400 orbite intorno alla luna e inviando agli scienziati indiani di Bangalore, la città del sud dell’India dove ha sede l’ISRO, una grande quantità di dati e immagini. Nel febbraio scorso si era guastato l’altimetro. Anche a luglio furono segnalati grossi problemi tanto da far pensare ad una fine precoce della missione. La Chandrayaan-I fu lanciata dalla base spaziale indiana di Sriharikota nello stato centro meridionale dell’Andhra Pradesh, lo scorso 22 ottobre, atterrando sul suolo lunare il 14 novembre.

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L’eclissi in India e Nepal, due morti e bagno purificatore

Due persone sonno morte a Varanasi, la ex Benares indiana citta’ sacra dell’induismo, uccise mentre si recavano sul Gange per partecipare al bagno purificatore dopo l’eclissi.  Secondo la polizia una persona e’ morta per annegamento mentre si bagnava nel fiume, le cui acque sono alte a causa dei monsoni, mentre una seconda e’ stata schiacciata dalla folla. Subito dopo il passaggio dell’eclissi da Varanasi, infatti, come consigliato dagli astrologi, oltre 70000 persone si sono recate sul Gange per effettuare un bagno purificatore e lavarsi dagli influssi, da molti astrologi ritenuti non favorevoli, del fenomeno astronomico. Un centinaio i feriti ricoverati in ospedale. Anche in Nepal stamattina migliaia di cittadini hanno assistito all’eclissi, visibile in 14 distretti del paese himalayano, a cominciare dalle 5.45 del mattino fino alle 7.48. Nella capitale Kathmandu, per strada e sui balconi si sono riuniti alle 6.50 i nepalesi, che poi si sono riversati a Pashupatinath, la ”Benares del Nepal” sulle rive del fiume sacro Bagmati, per il bagno rituale. Il monsone ha parzialmente offuscato la vista in alcune zone, mentre in altre il cielo si e’ oscurato come fosse sera e lo spettacolo astronomico e’ stato notevole. Consigliato dagli astrologi (il Nepal e’ a maggioranza induista), il ministro degli interni ha dichiarato per oggi una festa nazionale, lasciando chiusi uffici, fabbriche, scuole e anche missioni diplomatiche sia estere che nepalesi all’estero.

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Domani l’eclissi, paura e ritualità in India

E’ alta la febbre in India per l’eclissi che domani mattina attraversera’ il paese da ovest a est. Gli astrologi indiani, gli uomini piu’ ascoltati nel paese anche dai politici (furono gli astrologi a decidere il giorno dell’indipendenza dell’India dall’Inghilterra), hanno diramato un vero e proprio vademecum su come comportarsi durante l’eclissi. Lo stato del Gujarat a ovest sara’ il primo a vedere l’eclissi alle 5.28 del mattino. Il luogo dal quale si vedra’ meglio e’ a Patna, in Bihar, nel nord est, dove l’eclissi durera’ 3 minuti e 30 secondi. 13 gli stati indiani dai quali sara’ possibile vedere il fenomeno. L’eclissi comunque, non e’ considerata del tutto favorevole dagli astrologi indiani, che temono l’oscuramento del sole. Molti templi saranno chiusi per evitare che spiriti maligni e demoni si possano impossessare dei luoghi di culto. I fedeli induisti dovranno recitare determinati mantra, una sorta di litanie rituali spirituali dell’induismo, a particolari ore del giorno per allontanare i flussi negativi. Da evitare di nascere domani, secondo Harish P Goswami, un astrologo di Ahmedabhad, perche’ come tutti i cancro, in questo periodo soffriranno di grossi problemi economici e di perdite negli affari. Vietato mangiare fuori e comunque mangiare cibo cotto durante l’eclissi. Obbligatorio fare un bagno purificatore dopo l’eclissi ed osservare un digiuno, rinviare a dopo il fenomeno astronomico tutti i maggiori impegni. Ma alcuni astrologi si spingono anche sul catastrofismo, predicendo disastri naturali soprattutto legati all’acqua. ”Possibili inondazioni, esondazioni e perche’ no, tsunami nelle citta’ costiere, dal momento che c’e’ una maggiore spinta gravitazionale derivata dalla spinta congiunta di sole e luna”, ha detto alla televisione l’astrologo di Delhi K.N. Rao. Disastri smentiti dal guru Ramdev, uno dei piu’ seguiti maestri spirituali di yoga. 1600 euro circa il prezzo di un posto finestrino sull’aero charter organizzato apposta per vedere l’eclissi che partira’ domattina da Delhi per raggiungere a est Patna in Bihar, passando per Gaya. Poco meno di 600 euro gli altri posti. Gia’ oltre 30 persone hanno prenotato. L’aviazione militare indiana fara’ partire due aerei che filmeranno tutta l’eclissi per scopi scientifici. Chi non può venire in oriente a vedere l’eclissi, può farlo comodamente dalla sua poltrona, cliccando qui.

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Forse finisce prima la missione lunare indiana, la sonda si è rotta

Potrebbe finire molto prima del previsto la prima missione lunare indiana, la cui sonda principale sta facendo registrare grossi problemi tecnici. Lo riferiscono alla televisione indiana fonti dell’ISRO (Indian Space Research Organisation), l’ente spaziale indiano, con sede a Bengaluru (l’ex Bangalore) nel sud del paese. Madhavan Nair, capo dell’ISRO, ha comunicato che la sonda Chandrayaan-I, lanciata nello scorso ottobre e con una aspettativa di vita di due anni, potrebbe terminare il suo viaggio nelle prossime settimane in quanto si e’ rotto uno dei piu’ importanti sensori a bordo, quello che ne stabilisce la direzione, permettendole cosi’ di effettuare tutti gli esperimenti programmati sul suolo lunare. Nair ha detto che i suoi tecnici stanno tamponando il problema, ma un ulteriore guasto sarebbe irreparabile. Il capo dell’ISRO, comunque, nonostante aleggi lo spettro di una fine prematura dell’esperienza lunare indiana, ha aggiunto alla televisione che negli ultimo otto mesi, la sonda ha completato la maggior parte dei suoi compiti, riuscendo a terminare molti degli esperimenti centrando gli obiettivi prefissati. La sonda Chandrayaan-I fu lanciata dalla base spaziale indiana di Sriharikota nello stato centro meridionale dell’Andhra Pradesh, lo scorso 22 ottobre. Il 14 novembre tocco’ il suolo lunare, piazzando l’India nell’elite di pochissimi paesi che possono vantare un allunaggio e sbaragliando al concorrenza asiatica, soprattutto cinese e giapponese.

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L’India atterra sulla Luna

Il tricolore indiano e’ atterrato sulla Luna, portando l’India ad essere il quarto paese al mondo ad aver toccato il suolo lunare. Alle 20.31 ora indiana, le 16 in Italia, il MIP (Moon Impact Probe), il modulo lunare sganciato dal satellite Chandrayaan-I ha toccato il suolo lunare, nella parte meridionale del satellite terrestre. Il modulo, che ai suoi quattro lati ha disegnato la  bandiera indiana, e’ stato lanciato dal satellite indiano quando questo orbitava a 100km dalla superficie lunare, dopo 23 giorni di orbita da quando, il 22 ottobre scorso, il razzo indiano e’ stato lanciato dalla base di Sriharikota. Dopo Stati Uniti, Ex Unione Sovietica e Unione Europea, il modulo indiano di 35 chili porta il paese di Gandhi nel gotha mondiale delle esplorazioni spaziali, piazzando l’India nell’elite di pochissimi paesi che possono vantare un allunaggio e sbaragliando al concorrenza asiatica, soprattutto cinese e giapponese. Ma l’India vuole di piu’: tra gli strumenti a bordo del MIP ce ne sono anche un paio che potranno aiutare gli scienziati indiani dell’ISRO (Indian Space REsearch Organisation) a realizzare le altre due missioni Chandrayaan, che dovrebbero portare nel 2010 un robot indiano sulla luna e dopo qualche anno il primo astronauta indiano sul satellite terrestre. Intanto dalla luna, dalla telecamera del MIP, sono arrivate a Bangalore, sede della sala di controllore dell’ISRO, le prime immagini provenienti dalla luna. Oltre al MIP, il satellite indiano Chandrayaan trasporta altri 10 strumenti scientifici progettati e realizzati da altri paesi, che verranno rilasciati nei prossimi giorni nell’atmosfera lunare. Il modulo raccogliera’ dati geologici ed atmosferici della Luna. Ma la missione indiana e’, soprattutto, alla ricerca dell’elio-3, un isotopo rarissimo sulla Terra ma che serve per la fusione nucleare, potenzialmente un’importantissima fonte d’energia nel futuro. L’elio-3 abbonderebbe sulla Luna, anche se molto difficile da estrarre. La missione spaziale e’ l’ennesimo passo dell’India nel rafforzamento della sua posizione internazionale dopo la deroga concessale, il mese scorso, al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), non firmato da New Delhi; deroga che ha permesso al Paese di firmare accordi di cooperazione con Stati Uniti e Francia in materia di energia atomica. La missione indiana, del costo di 80 milioni di dollari, una inezia rispetto agli stanziamenti della NASA americana, e’ il culmine del programma spaziale indiano cominciato nel 1963, quando primo ministro era Jawaharlal Nehru, padre di Indira e primo primo ministro dell’India. E’ significativo che l’atterraggio del modulo lunare indiano sia avvenuto proprio nel giorno in cui l’India commemora il suo primo capo del governo. Il razzo lunare indiano ha gravitato nell’orbita terrestre per diversi giorni, per poi entrare in quella lunare lo scorso 4 novembre. All’atterraggio della sonda sulla luna, gli scienziati indiani dell’ISRO, con i quali sia il primo ministro Manmohan Singh che Sonia Gandhi si sono complimentati, si sono lasciati andare in manifestazioni di giubilo. Solo dopo, pero’, aver presentato ritualmente al tempio agli dei le offerte per buon auspicio, come era gia’ avvenuto in occasione del lancio il 22 ottobre.

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Pronta la prima missione lunare indiana

Sta finalmente per partire la prima missione lunare indiana, senza astronauti. Alle 5.20 del mattino ora locale, nella base di Sriharikota, è cominciato il conto alla rovescia che porterà mercoledì, alle 6.20, al lancio del Chandrayaan-1 (Chandraya in hindi significa luna), la prima missione lunare indiana. “E’ un momento di grande orgoglio per noi”, ha commentato il ministro della scienza e della tecnologia Kapil Sibal. “Il lancio del velivolo spaziale – ha detto Sibal alla stampa indiana – proverà che possiamo lanciare satelliti sulla luna e proverà anche la capacità dei nostri ingegneri”. Il satellite Chandrayaan-1 sarà lanciato a bordo del razzo di fabbricazione indiana PSLV-C11 e il ministro Sibal spera che dopo questa missione ce ne possa essere un’altra, questa volta con astronauti indiani, nel 2010. Il viaggio verso la luna durerà cinque giorni e mezzo. Il satellite indiano orbiterà per due anni intorno alla Luna e si occuperà di una serie di ricerche geologiche sul satellite terreste, tra le quali la ricerca di acqua e altri minerali. Il satellite Chandrayaan-1 pesa circa 1400 chilogrammi e ha forma cubica. Il sistema termico è composto da nastri, riflettori ottici solari, coperture multi strato e dispositivi vari che assicurano il corretto funzionamento del satellite conservando la temperatura entro determinati limiti. E’ equipaggiato con un singolo pannello solare e da una batteria al litio che sopperisce alla mancanza di energia quando il pannello solare non è illuminato dal sole. Sensori e giroscopi assicurano l’orientamento del satellite nello spazio. “Si tratta di una missione unica e molto importante – ha detto Krishnaswamy Kasturirangan, ex presidente dell’Indian Space Research Organisation e principale organizzatore della missione Chandrayaan-1 – perché consentirà di ottenere delle informazioni mai raggiunte da precedenti missioni. La topografia della luna e la mappa della superficie lunare verrà effettuata ad un livello di precisione tale da migliorare la comprensione del campo gravitazionale lunare e questo ci fornirà una serie di dettagliati aspetti relativi alla composizione chimica. Farà poi anche luce sull’origine della luna e ci darà risposte sulla presenza di acqua sotto forma di ghiaccio”. Il lancio del Chandrayaan-1 avrebbe dovuto essere originariamente effettuato lo scorso mese di aprile, ma una serie di problemi tecnici avevano determinato il rinvio dell’operazione.

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