I fucilieri del Bangladesh ammutinati hanno deposto le armi. Lo riferisce la stampa bengalese citando il ministro degli interni Sahara Kathun. Secondo il giornale bengalese The News, il ministro degli interni di Dacca Sahara Kathun ha confermato al telefono che alle 15 ora del Bangladesh, i fucilieri ammutinati hanno deposto le armi e sono ritornati nelle loro caserme. “Abbiamo già rimesso le nostre armi nelle armerie” ha detto un ufficiale del Bangladesh Rifles alla stampa all’esterno del quartier generale del corpo paramilitare a Dacca. “Abbiamo deciso di ritornare nelle nostre caserme dopo l’impegno del primo ministro ad acconsentire alle nostre richieste”. Poco prima, il primo ministro Sheikh Hasina aveva chiesto ai fucilieri del Bangladesh (BDR) di arrendersi altrimenti sarebbero andati incontro a severe punizioni. Nel paese la rete di telefonia mobile e’ stata interrotta. “Stiamo cercando di risolvere i vostri problemi con pazienza, non seguite nessuna strada diversa altrimenti sarò io a perdere la pazienza”. Con queste parole Sheikh Hasina, il primo ministro del Bangladesh ha annunciato ritorsioni nei confronti dei fucilieri del Bangladesh (BDR) se non si arrenderanno. Parlando alla nazione in un breve discorso televisivo, la Hasina ha chiesto agli ammutinati di arrendersi, “altrimenti sarò autorizzata a prendere ogni decisione nell’interesse del paese”. Hasina ha ribadito che il governo “sta tentando di risolvere il problema con la negoziazione e non con l’uso della forza”, dichiarandosi “scioccata” per quello che è successo ieri. Secondo fonti ufficiali dell’esercito, citate dalla stampa bengalese, sarebbero ameno 77 i morti negli scontri provocati dall’ammutinamento dei fucilieri del Bangladesh, tra i quali 67 militari. Alcune fonti giornalistiche riferiscono che gruppi estremisti come il Jamaat-e-Islami, starebbero aiutando i ribelli per sfruttare la situazione. La Hasina, nel suo discorso, ha chiesto ai rivoltosi “di non stare a sentire ogni chiacchiera o discorso provocatorio”. Il riferimento della Hasina è all’opposizione governativa, in particolare ad alcuni personaggi vicini all’ex primo ministro Khaleda Zia, che sarebbero dietro l’ammutinamento.
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Ammutinati paramilitari in Bangladesh
Almeno 50 ufficiali sarebbero rimasti uccisi nella sparatoria avvenuta oggi all’interno del quartier generale dei fucilieri del Bangladesh (Bdr), nella capitale Dacca, durante un ammutinamento. Alcune centinaia di paramilitari si sono ribellati ai loro superiori dopo che questi ultimi avevano respinto una richiesta di aumento di paga. L’ammutinamento si è protratto per tutta la giornata. Gli insorti avevano preso in ostaggio un centinaio di persone, tra cui alcuni ufficiali. I soldati hanno cominciato a deporre le armi a notte fonda solo dopo aver ricevuto assicurazioni dal premier Sheikh Hasina di un’amnistia generale. “Le truppe del Bdr hanno cominciato a deporre le armi al ministro dell’Interno”, ha annunciato la tv di stato. Una cinquantina di donne e bambini sono stati evacuati dal quartier generale dei Bangladesh Rifles dopo la fine della protesta. L’ammutinamento era scoppiato in mattinata nella caserma dell’unità paramilitare dei Bangladesh Rifles, preposta alla sicurezza delle frontiere. Secondo il vice ministro della Giustizia, Kamrul Islam, nella sparatoria che ha dato il via all’ammutinamento sarebbero rimasti uccisi 50 ufficiali. “Gli ammutinati hanno detto che 50 ufficiali sono rimasti uccisi, ma non possiamo confermare questa notizia, non abbiamo visto i corpi”, ha detto. In un primo tempo si era parlato di cinque vittime. Secondo una fonte non confermata, tra le vittime vi sarebbe anche il comandante dei fucilieri, generale Shakil Ahmed. La rivolta, legata a richieste salariali, è rientrata solo dopo che il premier Sheikh Hasina ha promesso l’amnistia per gli insorti, oltre a ulteriori concessioni. Durante le drammatiche fasi dell’ammutinamento, la polizia e l’esercito sono stati schierati attorno al quartier generale dell’unità ribelle. Dopo alcune ore di scontri a fuoco e di scene di panico nella capitale, il capo del governo ha incontrato nella sua residenza 14 rappresentanti degli ammutinati e ha proposto “un’amnistia generale per tutte le truppe implicate”, come ha riferito alla stampa un responsabile governativo, Nakibuddin Ahmed. Secondo fonti ufficiali, la rivolta è coincisa con una riunione di alti responsabili dei Bangladesh Rifles e appare legata a rivendicazioni, soprattutto salariali, da parte di circa tre-quattromila uomini dell’unità paramilitare.
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