Ebbene si, anch’io sono candidato al Nobel 2010. Da quando è stato deciso che bastano le intenzioni per vincerlo, hanno candidato anche me. Io ho solo quelle. Dopotutto io il Dalai l’ho incontrato, come pure Amartya Sen, quindi due premi Nobel li ho già incontrato. Una volta ho parlato a telefono con Yunus, e sono tre. Non so quale Nobel, vedete voi. Sostenete la mia candidatura. Cerco anche qualcuno che possa realizzare per me video e inno. Prezzi modici.
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Di cristiani colpiti e intolleranze religiose
In questi giorni si è parlato o, meglio, straparlato della faccenda dei cristiani in Orissa. Per carità, faccenda grave. Anche se si è montata quando si è saputo che una suora (notizia falsa) era stata bruciata viva e un’altra (ancora una notizia falsa) violentata. Ovviamente anch’io ho dovuto fare il mio lavoro e riportare le notizie.
La questione è che, pur senza voler giustificare questi atti terribili, che di faccende simili in India se ne sente quasi quotidianamente. E non solo contro i cristiani, ma contro i musulmani e altre minoranze, religiose, etniche e sociali. Eppure nessuno se ne interessa, nessuno ne parla, nessuno si lamenta.
Il nostro governo ha pensato bene, interferendo nella gestione di un paese straniero, di chiamare l’Ambasciatore indiano a Roma per riferire sulle questioni. E perché? Mica c’è stato un italiano coinvolto?
Neanche il Vaticano ha richiamato l’ambasciatore indiano presso la santa sede. Noi invece si.
Il nostro non è uno stato laico? Intendiamoci: io sono cattolico apostolico anche se poco romano, ma credo incredibilmente assurdo e, permettetemi stupido l’atteggiamento del governo italiano. Che, di contro, non ha detto nulla delle violazioni dei diritti civili e delle morti in Tibet o in altri paesi.
Mica a marzo quando i cinesi hanno ucciso centinaia di tibetani inermi, la Farnesina ha richiamato l’ambasciatore cinese? E allora, perché ora quello indiano? che significa?
Ripeto, se uno conoscesse un po’ meglio l’India, quello che succede qui, saprebbe che queste cose sono, purtroppo, normali. L’atteggiamento del nostro paese e il clamore della nostra stampa, invece, non lo è.
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