Faccio una piccola divagazione dai temi di solito trattati in quetso blog. Mi trovo a Bruxelles a seguire, come sempre, il consiglio europeo. All’ingresso del Justus Llipsus, il palazzo sede del Consiglio, dove si tengono le riunioni, da qualche anno è stata piazzata la sala stampa principale, dopo i controlli di sicurezza. In questa sala, centinaia di giornalisti sono seduti ai tavoli a lavorare. Qualche minuto fa è entrato un giovanissimo giornalista italiano, stagista qui a Bruxelles per una importante agenzia di stampa. Il ragazzo è cieco. L’ho visto girovagare nella sala con il suo bastone, mentre cercava di capire dove andare. Nonostante le centinaia di giornalisti da tutta Europa e dal resto del mondo presenti, nessuno si è alzato ad aiutarlo. Sono schizzato dalla mia scrivania, posta dietro i controlli di sicurezza e sono andato ad aiutarlo. Ma un suo collega lo aveva già preso, fortunatamente, in consegna. La cosa che mi ha lasciato pensare, oltre al fatto che nessuno si sia alzato per aiutarlo, è stato che le uniche due che lo abbiano fatto, io e una ragazza della sicurezza (entrambi lontani da lui) siamo tutti e due italiani, del sud del paese. Sarà un caso?