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Oscurato canale di moda per sfilata modelle a seno nudo

Le autorita’ indiane hanno sospeso per 10 giorni il canale Fashion Tv per aver trasmesso modelle in topless durante una sfilata di moda. La decisione, adottata dal Ministero dell’Informazione e Telecomunicazione, prevede uno stop a partire dalle 19 (le 14,30 italiane) fino al 21 marzo alla stessa ora. Il programma che ha attirato l’attenzione della censura indiana e’ una vecchia sfilata dello stilista Alexander Mc-Queen’s dove le indossatrici si presentavano a seno nudo sulla passerella. Lo show e’ stato trasmesso dall’emittente lo scorso settembre. Le immagini violano il regolamento indiano sulle tv via cavo (Cable Television Networks Rules del 1994) in quanto, si legge in un comunicato del ministero, sono state trovate ”oscene, denigranti nei confronti delle donne e non adatte ai bambini e alla visione a un pubblico non ristretto”. Nel 2007 Fashion Television, canale tv internazionale con sede a Vienna, Parigi e Londra, era stata oscurata per due mesi per aver mostrato immagini di modelle semi nude in un programma notturno, ma il bando era stato parzialmente revocato dalle autorita’ indiane dopo che la televisione aveva presentato le scuse e promesso di non ripetere l’errore.

fonte: ANSA

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Niente topless mentre si guida a Goa

Giro di vite per i turisti stranieri, soprattutto russi e britannici, che in numero sempre maggiore frequentano Goa, lo Stato indiano ex colonia portoghese famosa per i rave party e il consumo di stupefacenti. Il governo locale ha infatti imposto nuove regole di comportamento per i bagnanti, tra cui quella di non guidare il motorino in costume o in topless. Lo rende noto l’agenzia di stampa Pti che cita al riguardo un nuovo regolamento emesso dal ministero del Turismo locale. Si tratta di un opuscolo in lingua inglese e russa che stabilisce alcuni divieti per i turisti, fra cui quello di ”non guidare un motociclo senza vestiti nella parte superiore del corpo”. Molti giovani frequentatori della meta turistica che sorge sul Mar Arabico praticano il naturismo ed hanno l’abitudine di affittare scooter o moto per spostarsi da una spiaggia all’altra. L’opuscolo, distribuito in hotel e uffici di informazione, invita i turisti a rispettare la sensibilita’ locale e ricorda anche che topless e nudismo sulle spiagge ”sono strettamente proibiti”.

fonte: ANSA

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A Bollywood la maggioranza di film vietati ai minori

Bollywood sembra non essere piu’ la patria dell’industria cinematografica per famiglie, dal momento che nel 2009 la maggior parte dei film prodotti erano riservati agli adulti. Su 248 film prodotti a Mumbai, solo 93 sono stati dichiarati dall’organo di censura indiano, visibili a tutti bambini compresi; 92 sono stati bollati come visibili da maggiori di 12 anni con supervisione di adulti; 63 sono stati invece dichiarati film per adulti. Ma l’inversione di tendenza rispetto al passato, quando i film per adulti si contavano sulle dita di una mano, non interessa solo Bollywood ma anche le altre industrie cinematografiche indiane. Nel cinema Telugu, dal nome dell’omonima lingua parlata nello stato centro-meridionale dell’Andra Pradesh, il film per adulti sono stati 62 su 286 (140 film per famiglie e 84 vietati ai minori di 12 anni). I tamil hanno prodotto 37 film per adulti, il cinema Kannada (dello stato meridionale del Karnataka) ne ha prodotti 21 mentre il cinema Malayalam (dello stato meridionale del Kerala) quest’anno ne ha prodotti 13. In tutti e quattro i casi, pero’, a differenza di Bollywood, la percentuale dei film per adulti e’ di molto inferiore a al totale del film prodotti e visibili da tutti. Il Censor Board of Film, l’organo governativo che decide la censura per i film indiani, ha riscontrato un aumento considerevole dei film per adulti fra quelli di Bollywood. A far aumentare il loro numero, la presenza nei film di maggiori scene di sesso e di violenza, oltre all’uso di un linguaggio forte. Ma le polemiche intorno alla certificazione montano in maniera forte. Secondo i produttori e i registi l’organo di censura esagera con i suoi giudizi, non considerando i cambi e l’evoluzione della societa’. Per i registi e produttori, e’ necessaria una revisione del regolamento di censura che tenga conto dei cambiamenti della societa’. Questa revisione dovrebbe infatti considerare il fatto che quasi 6 milioni di indiani sono sotto i 25 anni e sono molto diversi da quelli per i quali venne scritto il regolamento del Censor Board. E, il vecchio regolamento, non permette al cinema indiano di mettersi al pari con quello straniero. In quello di Bollywood, infatti, anche un bacio puo’ far propendere il Board per decretare il film come ”per adulti”, mentre in nessun film, anche quelli vietati ai minori, c’e’ un nudo anche parziale di qualcuno. Per questi, esiste il sottobosco dei film Blue Movie, venduti illegalmente nei mercati indiani. Le critiche dei registi nascono soprattutto dal fatto che, tramite internet, i ragazzi oggi possono accedere a siti porno senza problemi e, secondo le ultime statistiche, proprio gli indiani sono fra i maggiori fruitori al mondo di pornografia su internet a tutte le eta’, ma sopratutto fra adolescenti. Secondo i dati dell’industria cinematografica indiana, il 70% dei film stranieri riceve una ”A”, simbolo di film destinato ad un pubblico adulto. Emblematico il caso del film vincitore di otto premi Oscar ”Slumdog Millionnaire” (Il Milionario), la cui versione inglese e’ stata bollata con una A dal Censor Board mentre la versione in hindi e’ stata giudicata con una ”U”, simbolo dei film per tutti senza restrizioni.

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Inneggia al Tibet libero durante concerto a Shanghai, bandita da Cina

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Verra’ probabilmente bandita dalla Cina a tempo indefinito la cantante islandese Bjork, che nel fine settimana scorsa a Shanghai ha inneggiato al ”Tibet libero” alla fine di un concerto, secondo la stampa di Hong Kong. ”E’ stato abbastanza difficile da sentire – ha dichiarato un testimone europeo presente al concerto – mi si sono avvicinati un gruppo di cinesi e mi hanno chiesto ‘cosa ha detto?’, ‘cosa ha detto?”’. I mezzi d’informazione cinesi, controllati dal governo, hanno taciuto la notizia, che si e’ diffusa in Cina solo la notte scorsa, quando e’ apparso su sito web You Tube un filmato nel quale si sente abbastanza chiaramente la cantante che urla ”Tibet, Tibet, alza la tua bandiera!”. La canzone che Bjork aveva appena cantato non fa riferimento al Tibet ma contiene i versi ”dichiara l’indipendenza” e ”alza la tua bandiera”. ”Con l’ avvicinarsi delle Olimpiadi – che si terranno in agosto a Pechino – noi incoraggiamo tutti a parlare del Tibet, e piu’ in generale, dei diritti umani”, ha commentato Anne Holmes, portavoce della Free Tibet Campaign, un gruppo filo-tibetano di base a Londra. ”Bjork ha dimostrato, ha aggiunto Holmes ”quello che puo’ fare una persona coraggiosa”.Velenosi i commenti apparsi su alcune chat-line cinesi, nei quali Bjork viene definita ”una strega”, che ”non sa nulla del Tibet”.

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Anche in Nepal sarà possibile vedere i baci al cinema

Il Nepal si sta dimostrando essere un paese dalla mentalita’ molto piu’ aperta e tollerante della vicina India. Il primo bacio dato sullo schermo nel film nepalese ‘’Kagbeni’’ sta suscitando molto meno clamore di quello che ci si aspettava e soprattutto di quello che avrebbe provocato in India, dove i baci cinematografici destano polemiche e proteste di ogni genere. Diretto dal regista Bhusan Dahal, Kagbeni e’ la riedizione di un classico thriller inglese, “The Monkey’s Paw”. Prodotto in tecnologia digitale il film sta gia’ fecando il giro del mondo. Girato nel villaggio nepalese di Kagbeni, da cui appunto prende il titolo, il film contiene una scena di un bacio appassionato tra i due protagonisti, marito e moglie nel film. Lo stesso regista si e’ detto sorpreso della reazione, per nulla scandalizzata, degli spettatpri nepalesi. “Probabilmente e’ perche’- spiega il regista – soprattutto nelle citta’, la gente guarda molti film anche stranieri. La gente sa bene che tra un marito e una moglie ci sono dei momenti di intimita’ e non ci ha trovato nulla di sconveniente’’. Difficile e’ stato tuttavia convincere gli attori. In particolar modo la protagonista femminile che, proveniente da una famiglia conservatrice, ne temeva le reazioni. “Alla fine il regista ci ha convinto a girare quella scena – dice l’attrice, Diya Maskey – e’ una questione di fiducia nei confronti di quelli per cui stai lavorando’’. In India la situazione non e’ cosi’ semplice ed i baci al cinema sono praticamente vietati. Eppure non sempre e’ stato cosi’ e nel passato il bacio era abbastanza frequente nel cinema hindi. Nel 1933 Devika Rani, nipote del nobel Tagore, bacio’ sullo schermo suo marito Himanshu Rai nel film ‘’Karma’’. Non solo fu un bacio lungo e appassionato ma addirittura nel film l’attrice fu ripresa sdraiata sul marito-coprotagonista del film. Non fu il solo caso. Negli anni 30 e 40 anche Lalita Pawar e Sita Devi accettarono di girare senza problemi scene d’amore in cui c’erano baci appassionati. In molti casi tuttavia, per i film che prevedevano scene d’amore, venivano scelte attrici anglo-indiane che erano piu’ aperte di mentalita’ e quindi piu’ a proprio agio in questo tipo di scene. La situazione in India e’ cambita verso la fine degli anni 40 e poi soprattutto negli anni 50. “Il cambiamento – spiega l’autore Kishwar Desai – fu dovuto soprattutto all’influenza vittoriana e ai valori di Gandhi’’. Da allora la maggior parte degli attori e delle attrici indiane trova sconveniente baciare, specie se in maniera appassionata, il proprio partner della finzione sul set. E cosi’ i baci sono stati sostituiti, nella maggior parte dei casi, da abbracci o, al massimo, da leggeri sfioramenti di labbra.

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