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Gilani chiede a Sharif di rientrare nel governo

Il primo ministro pachistano, Yousuf Raza Gilani, ha invitato la Lega Musulmana Pachistana-N (PML-N) dei fratelli Sharif, a rientrare nel governo dal quale sono usciti mesi fa. Lo riferisce la televisione pachistana. Shabaz Sharif, fratello dell’ex primo ministro Nawaz e presidente del PML-N, ha incontrato oggi il capo del governo pachistano, il giorno dopo che la corte suprema lo ha rimesso a capo della provincia del Punjab. Il partito dei fratelli Sharif, tornati in patri dall’esilio voluto da Musharraf, era risultato il secondo alle elezioni del 18 febbraio dell’anno scorso. Dopo essere entrati nel governo guidato dal Partito del Popolo Pachistano (PPP) dei Bhutto-Zardari, ad agosto abbandonarono l’esecutivo a causa della riluttanza del PPP a reintegrare i giudici rimossi da Musharraf. Lo stesso motivo per il quale sono continuate le proteste nel paese che hanno poi portato prima alla sentenza del tribunale sull’ineleggibilita’ dei fratelli Sharif (secondo alcuni, sentenza fortemente voluta dal presidente Zardari) e poi al reintegro dei giudici e degli stessi Sharif a seguito di forti proteste in tutto il paese.

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Il governo pachistano chiede la revisione dell’ordine contro i fratelli Sharif

Il governo pachistano ha inviato alla suprema corte di Islamabad una petizione con la quale chiede la revisione dell’ordinanza della stessa corte che dichiarava ineleggibili i due fratelli Sharif. Lo riferisce la televisione pachistana Geo News. Il 25 febbraio scorso la suprema corte pachistana aveva dichiarato l’ineleggibilita’ di Nawaz Sharif, ex primo ministro e presidente della Lega Pachistana Musulmana-N (PML-N) e di suo fratello Shabaz Sharif, fino al momento della sentenza, primo ministro della provincia del Punjab. La richiesta di revisione e’ stata avanzata per conto del governo dall’avvocato generale dello stato Muhammad Latif Khan Khosa, che prima della presentazione della petizione, ha incontrato il presidente pachistano Asif Ali Zardari. Proprio l’ordine della suprema corte nei confronti dei due fratelli Sharif, e’ stata alla base delle manifestazioni in tutto il paese che hanno portato il presidente Zardari a rimettere al suo posto il giudice capo della corte suprema Iftikhar Chaudhry.

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Zardari firma ordine di reintegro per Chaudhry

Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha firmato stamattina il documento relativo alla reintegrazione nel suo incarico del giudice che presiede la corte suprema, Iftikhar Mohammed Chaudhry. Lo riferisce la televisione pachistana Geo News. L’ordine di reintegro è stato ora consegnato al ministro della giustizia per i provvedimenti di competenza. Il documento era stato inviato ieri sera all’ufficio presidenziale dal primo ministro Yousuf Raza Gilani. Solo dopo il 21 marzo Chaudhry ricoprirà l’incarico dal quale era stato rimosso dall’ex presidente Pervez Musharraf nel marzo del 2007, dopo cioé il pensionamento dell’attuale capo della corte suprema. La decisione di Gilani, ora ratificata da Zardari, aveva consentito ieri di fare decantare la tensione politica, giunta a livelli altissimi, e aveva incontrato l’approvazione dell’opposizione guidata da Nawaz Sharif.

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Reintegrato il giudice Chaudhry. Mo so c…i per Zardari

Il governo pachistano o, meglio, lo stesso presidente Asif ALi Zardari, ha reintegrato il giudice Iftikhar Mohammad Chaudhry, il capo della corte suprema rimosso da Musharraf nel 2007, perchè secondo l’ex presidente, il giudice era politicizzato. Chaudhry, infatti, aveva bloccato e dichiarato nulle una serie di ordinanze emesse dall’ex presidente, alcune leggi ad perosnam ed altre che favorivano la premanenza al potere di Musharraf. Zardari, nonostante le tante promesse fatto soprattutto al suo ex alleato Nawaz Sharif, non ha mai rimesso Chaudhry al suo posto, perchè tra le ordinanze che potrebbero essere cancellate, c’è anche quella che ha concesso all’attuale presidente e a sua moglie, Benazir Bhutto, uccisa a Rawalpindi a dicembre del 2007, l’amnistia necessaria per tornare a casa e farsi eleggere. Se l’amnistia venisse revocata, Zardari andrebbe sotto processo e potrebbe essere dichiarato ineleggibile. Cosa che è successa all’ex alleato Sharif che, proprio sulla questione Chaudhry, ritirò i suoi ministri dal governo. L’uomo che è stato primo ministro negli anni novanta, nemico giurato di Musharraf dal quale è stato accusato di complotto e mandato in esilio, non ha accettato l’amnistia, è tornato in patria ed è stato dichiarato, insieme al fratello, inelegibile, da un giudice vicino a Zardari. Di qui la decisione di cominciare la lunga marcia terminata ieri con l’annuncio del reintegro di Chaudhry. Ora bisogna vedere il giudice che farà. Io, se fossi in Zardari, mi parerei il…

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Ex operai licenziati uccidono il capo, e il ministro del lavoro da ragione a loro

Il governo indiano difende gli ex operai della Graziano Trasmissioni che hanno linciato, uccidendolo, il presidente della filiale indiana dell’azienda italiana. Il ministro del lavoro, Oscar Fernandes, ha detto che ”scontentare i lavoratori a lungo” e’ la ragione principale dietro l’uccisione di LK Chaudhry, il presidente della Graziano Trasmissioni India PVT, ucciso con spranghe dai lavoratori licenziati a giugno. Secondo Fernandes, ”questo deve servire da lezione ai vari managements. I lavoratori devono essere trattati con compassione”. Per il ministro del lavoro indiano, che ha parlato alla stampa, ”i lavoratori non non dovrebbero essere spinti cosi’ a lungo da ricorrere a qualunque cosa come successo a Noida”. Il ministro Fernandes punta il dito anche sull’uso di lavoratori con contratti atipici, facendo notare che il numero dei lavoratori organizzati e’ sceso dal 7% al 6%. Per domani e’ prevista a Greater Noida, presso la fabbrica della Graziano Trasmissioni, la visita di Oscar Fernandes. L’uccisione del presidente Chaudhry e’ stata invece condannata senza riserve dal mondo imprenditoriale indiano. Secondo Salil Singhal, il presidente dell’area nord della Confederation of Indian Industry, la Confindustria indiana, ”queste istanze di violenza non posso essere una soluzione ai problemi e non devono essere tollerate”. Dello stesso parere anche la Federation of Indian Chambers of Commerce and Industry (FICCI), che  in un comunicato denuncia come questo tipo di azioni ”non fanno alto che infangare l’immagine dell’India tra gli investitori stranieri in un momento nel quale l’India sta facendo tutti gli sforzi per dare di se una immagine di paese facile dal punto di vista dell’ambiente di lavoro e per gli invetsimenti”.

La polizia indiana ha fermato 136 persone dopo l’assalto alla fabbrica dell’azienda italiana Graziano Trasmissioni in India. La polizia di Noida, la città dell’Uttar Pradesh considerata un sobborgo della capitale indiana, ha arrestato, tra gli altri, 13 persone con l’accusa di omicidio e 63 per disordini. Nell’assalto, è rimasto ucciso il direttore della fabbrica e presidente della Graziano Trasmissioni India PVT, Lalit Chaudhary, colpito a morte dai dipendenti inferociti. Ferma la reazione da parte della Graziano Trasmissioni, l’azienda italiana partner della tedesca Oerlikon, leader nel settore della produzione di parti meccaniche per automobili. Il presidente del segmento Drive System, Marcello Lamberto, in un comunicato ha condannato l’episodio, si è detto vicino alla famiglia di Chaudhry e degli altri dipendenti che sono stati feriti, definendo l’attacco alla fabbrica “un atto criminale”. Anche l’ambasciata italiana a New Delhi in un comunicato ha condannato l’episodio auspicando che le autorità giudiziarie indiane puniscano “gli autori di questi crimini” e si appella alle autorità indiane affinché “assicurino che questi tragici eventi non si ripetano e che le dispute industriali vengano risolte senza violenze”. Oltre 200 ex dipendenti della Graziano, che a giugno erano stati licenziati, stamattina erano stati riconvocati in azienda per discutere della loro situazione. Alcuni di loro erano stati licenziati per la chiusura di linee, altri per aver creato danni nell’azienda manifestando contro i licenziamenti. L’azienda ottenne dal tribunale che questi dipendenti non si avvicinassero alla fabbrica a meno di 300 metri. Nonostante l’ordine della magistratura, gli ex dipendenti hanno bloccato i lavori stamattina facendo uscire gli altri operai e si sono scagliati contro la struttura, nonostante il tentativo di fermarli da parte della security della fabbrica. Cinque tecnici italiani in visita, sono rimasti chiusi dentro e non hanno avuto problemi. Chaudhry, per tentare di portare la calma si è avvicinato ai rivoltosi, ma è stato linciato e ucciso con spranghe e martelli. La polizia è arrivata solo dopo molto tempo.

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Chi è Zardari? Biografia del prossimo presidente pachistano

Asif Ali Zardari, il vedovo di Benazir Bhutto che sabato sara’ eletto sicuramente presidente del Pakistan, e’ una delle figure piu’ controverse nella storia del paese. Fama di seduttore fin da giovane, figlio di un proprietario di cinema, cresciuto a Karachi dove ha frequentato la stessa scuola superiore di Pervez Musharraf, Zardari cambvio’ la sua vita quando nel 1987 sposo’ con un matrimonio combinato, Benazir Bhutto, di tre anni piu’ grande di lui, rampolla di una importante famiglia del paese che annoverava capi di governo e ministri. Zardari ci mise poco a capire come funzionava il meccanismo: fu subito candidato ed eletto all’assemblea nazionale, la camera dei deputati pachistana, dove e’ stato per sei anni, per poi diventare ministro due volte in due governi della moglie e chiudere la carriera politica nel 1999 al senato. Carriera chiusa non perche’ lo avesse voluto lui, ma perche’ dal 1999 al 2004 Zardari fu chiuso in carcere, anche se con tutti i privilegi come cella singola con bagno, con accuse che andavano dall’omicidio al riciclaggio di denaro sporco, alla corruzione. In carcere lui rivelo’ di essere stato maltrattato e torturato, attivita’ che gli avrebbero causato problemi fisici e mentali, alcuni dei quali sono stati fatti emergere nei giorni scorsi come impedimenti alla sua elezione. La prima accusa di tentato omicidio risale al 1990, quando fu incolpato di aver fatto esplodere una bomba tra le gambe di un business man al quale avrebbe poi preso i soldi. La seconda, e piu’ grave, risale al 1996, quando fu arrestato in seguito all’uccisione di suo cognato Murtaza Bhutto. La ”carriera criminale” di Zardari si e’ arricchita poi di accuse di corruzione e di riciclaggio di denaro. In patria Zardari era conosciuto come ”mister 10%” perche’ pretendeva una tangente su tutti i lavori che il governo di sua moglie realizzava. E’ stato accusato di aver preso tangenti da societa’ degli Emirati, polacche, francesi e svizzere. A Ginevra, dove ha vissuto dopo la scarcerazione nel 2004, alcuni suoi conti correnti sono stati congelati perche’ legati ad una attivita’ di riciclaggio. Accusato anche in Gran Bretagna, dove possiede un castello. E’ ritornato in patria aad ottobre scorso grazie all’ordinanza di Musharraf che cancellava tutti i reati per i burocrati e politici – non per i comuni cittadini – commessi da 1988 al 1999. Dopo la scarcerazione nel 2004, ha vissuto lontano da sua moglie, a New York, Svizzera e Inghilterra. Molti giornali parlano di rapporto quasi inesistente fra i due. Un altro scandalo, seppur minore, e’ legato alla sua istruzione. Zardari non sarebbe laureato e avrebbe falsificato i documenti di una laurea. La cosa e’ stata resa nota dopo che Musharraf emano’ una legge che obbligava i parlamentari ad essere laureati. In quella occasione il 52enne vedovo di Benazir Bhutto, disse di essere laureato ma di non ricordarsi l’Universita’. E’ ritornato in patria ad ottobre scorso insieme a sua moglie Benazir grazie all’ordinanza di Musharraf che cancellava tutti i reati per i burocrati e politici commessi da 1988 al 1999. Dopo l’uccisione di sua moglie il 27 dicembre 2007, nonostante nel testamento politico di Benazir si indicasse suo figlio Bilawal come successore, Zardari si impose nel partito fio ad assumere il ruolo di co-presidente con il figlio. Disse di non volersi candidare, ma alla prima occasione si e’ fatto nominare come candidato ala presidenza. Ha stretto rapporti con Nawaz Sharif per formare il governo, rapporto poi caduto prima a maggio con il ritiro dei minsitri e poi due settimane fa con il partito di Sharif all’opposizione. Il motivo: la riluttanza di Sharif a rimettere al loro posto i giudici rimossi. tra loro, quel Chaudhry nemico di Musharraf che potrebbe cancellare le ordinanze dell’ex presidente. Tra queste, anche l’ordinanza che gli ha permesso di rientrare in patria.

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Avvocati e giudici in marcia contro Musharraf

Un migliaio di avvocati, giudici, attivisti politici e per i diritti umani hanno cominciato una lunga marcia per la democrazia in Pakistan che si concluderà tra giovedì e venerdì a Islamabad. Manifestanti di tutto il paese si sono uniti e stanno marciando, al grido di “via Musharraf” attraverso il Pakistan per richiedere il reintegro nei loro ruoli dei giudici che il presidente Pervez Musharraf ha dimesso a novembre con la proclamazione dello stato di emergenza. La manifestazione è dichiaratamente anti Musharraf, contro il quale da giorni si scagliano gli strali della maggioranza di governo, seppur con qualche distinguo. Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto e co-presidente del Partito del Popolo Pachistano, il più importante del paese, ha detto, parlando ai giornalisti a Jeddha dove era in visita, che non accetta Musharraf come “presidente costituzionale” perché alla carica ci è arrivato “per default” vista la sua carica precedente di capo dell’esercito e presidente con pieni poteri. Ma, di contro, Zardari non ha parlato di rimozione forzata del presidente con il quale il suo partito ha “una relazione di lavoro e dobbiamo portare avanti insieme gli affari di stato”. Zardari si è dichiarato favorevole all’approvazione di un pacchetto di riforme costituzionali che riducono i poteri del presidente. Più duro contro il Musharraf è invece Nawaz Sharif, leader del secondo partito pachistano, la Lega Musulmana Pachistan-N, che chiede l’impeachment per l’ex generale e un processo per tradimento. Ma anche all’interno dello stesso PPP c’è chi, come il portavoce Farhatullah Babar, chiede l’impeachment per Musharraf. Secondo analisti politici pachistani, la differenza tra le posizioni dei due leader politici è dovuta alla differente visione della soluzione del problema dei giudici rimossi, soprattutto di Iftikhar Chaudhry, il capo della corte suprema e nemico giurato di Musharraf. Se il giudice venisse rimesso al suo posto, sicuramente agirebbe costituzionalmente contro Musharraf e la sua rielezione del dicembre scorso. Ma potrebbe agire anche contro le decisioni dello stesso presidente, tra le quali l’amnistia concessa a Benazir Bhutto e allo stesso Zardari, che ha permesso alla coppia di tornare in patria e a Zardari di assumere la presidenza del partito e di candidarsi in parlamento. Zardari e il suo partito hanno temporeggiato sul reintegro di Chaudhry e degli altri giudici, motivo per il quale il PML-N ha ritirato i suoi ministri dal governo. Musharraf si è detto pronto ad accettare tutto, anche l’impeachment, perché previsto dalla costituzione.

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