Questo post lo avrebbe dovuto scrivere Tuttoqua dall’alto della sua conoscenza del settore. Mi limito a raccontare la mia esperienza, perchè questa cosa m ha fatto apprezzare molto il servizio che ricevo dalle compagnie aeree europee. Dunque, veniamo al fatto. Ieri mattina sono andato in aeroporto a Las Vegas perchè dovevo partire per Philadelphia. Purtroppo, a causa della peggiore bufera di neve degli ultimi dieci anni, l’aeroporto di Philadelphia avrebbe chiuso di li a poco e il nostro volo cancellato. Poco male: riesco a farmi cambiare il volo con destinazione Newark via Phoenix. Per stare leggeri, ma soprattutto per avere la possibilità di comprare qualcosa qui, viaggiamo con un solo bagaglio tre di noi. Dovendo rimanere oltre 20 giorni, la valigia pesa un po’ di più: 23 chili invece che 20. Ma è una sola rispetto alle tre che dovremmo portare, quindi 23 chili invece dei 60 che ci toccherebbero. Arrivati al check in la sopresa: per i 3 chili in più ci chiedon di pagare 75 dollari. Motivo: l’impiegato che alza la valigia, poichè è pesante, potrebbe farsi male alla schienza. E quindi io devo pagare le sue cure. Brutto pezzo di m…a che non sei altro, io te la spezzo la schiena. Ma vaffa….o tu e tutta la US Airways. Per tre chili ti spezzi la schiena? Vai ad alzare le pietre o, come si dice dalle mie parti, Va a ‘ncasà (o spezzà) i vasoli (Mimmo, traduci pls). Morale? Abbiamo dovuto comprare un borsone per metterci 3 chili di vestiti. Io posso capire che uno debba pagare se il bagaglio supera il peso stabilito, ma noi eravamo sotto di 37 chili. Che fa, mi date i soldi indietro? Dopotutto vi faccio consumare meno carburante. E invece no, neanche un po’ di tolleranza, ci chiedono di pagare. Il borsone, poi, lo abbiamo dovuto portare a mano. Già, perchè nonostante US Airways non fosse una low cost, si paga 25 dollari per ogni bagaglio che imbarchi su tratte interne. Anche se il nostro biglietto è internazionale e prevede solo uno stop over su Philadelphia, dobbiamo pagare i 25 dollari. All’andata non li pagammo perchè non facemmo stop over, ma dovemmo, per ragioni di sicurezza, riprendere il bagaglio al nastro e poi reimmetterlo dopo la dogana. Sempre per la politica della spremitura del viaggiatore, i pasti a bordo si pagano. 5 ore di volo su una compagnia non a basso costo e l’unica cosa gratuita che ti danno è un bicchiere d’acqua o di bibita. Il resto lo devi pagare. La cosa non vale per la tratta intercontinentale. Qui paghi se vuoi vedere i film o ascoltare la musica: 7 dollari per le cuffie. Avevo già volato con US Airways, ma non avevo mai avuto di questi problemi. Eppure risulta essere una delle compagnie con più passeggeri, una delle più forti. Credo che non mi vedranno più. E, spero, neanche a voi. E per gli amanti della bellezza: le hostess sono tutte più anziane di mia nonna.
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Hostess licenziate perchè grasse
L’Air India, la compagnia aerea di bandiera indiana, ha licenziato 10 hostess perché in sovrappeso. Lo scrive il quotidiano Times of India che cita fonti della stessa compagnia. Le hostess erano state allontanate già due mesi fa, ma le lettere di licenziamento sono arrivate nei giorni scorsi. Tutte e dieci lavoravano sulle rotte nazionali. Non è la prima volta che la compagnia di bandiera indiana licenzia assistenti di volo in sovrappeso: 43 hostess e steward delle compagnie statali indiane, erano stati già lasciati a terra nel marzo scorso. Dal 2005, alludendo a questioni di sicurezza, ma nascondendo una volontà di rinnovamento soprattutto in chiave di concorrenza nei confronti dei numerosi vettori privati, le compagnie statali indiane hanno cominciato una battaglia contro gli assistenti di volo sovrappeso. Cinque hostess già licenziate, nel giugno scorso si erano rivolte all’Alta Corte chiedendo di essere reintegrate perché discriminate, ma il tribunale ha dato loro torto. Così la compagnia aerea fondata dai TATA ha emanato le nuove regole: una assistente di volo diciottenne alta 152 centimetri non deve superare i 50 chili, 56 se ha dai 26 ai 30 anni con la stessa altezza. E’ permesso solo uno sforamento di tre chilogrammi. A coloro che sforano questi limiti, prima viene inviato un ammonimento, poi vengono lasciate a terra senza stipendio con l’obbligo di perdere peso. Se entro un limite temporale fissato non lo fanno, vengono licenziati. Le nuove compagnie private indiane, dalla loro entrata sul mercato hanno puntato a hostess giovani e avvenenti, ma, soprattutto, senza il tradizionale sari indossato dalle colleghe dell’Air India, e con camicette e minigonne. Discorso a parte per la Kingfisher: tutte le hostess, solo rigorosamente donne, vengono scelte dal patron Vijay Mallya dopo una selezione di bellezza.
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