Preoccupazione in Bangladesh per la mancanza di contraccettivi. Secondo gli operatori sanitari del paese la carenza di scorte di preservativi, pillole contraccettive, spirali ed altri mezzi di controllo delle nascite, che dura ormai da qualche mese, potrebbe generare conseguenze negative nel prossimo futuro in termini di aumento incontrollato della popolazione. In particolare la mancanza dei preservativi potrebbe anche causare un pericoloso aumento delle malattie a trasmissione sessuale, Aids in primo luogo. Gli abitanti del Bangladesh, Stato che ha la maggiore densita’ di popolazione al mondo, sono cresciuti dell’1,7% nel 2007 raggiungendo oltre i 161 milioni di persone. In base al tasso di crescita attuale, l’Unpf (il Fondo della popolazione delle Nazioni Unite) ha calcolato che entro il 2050 il Bangladesh avra’ circa 254 milioni di abitanti. Secondo i dati forniti da una ricerca del 2007 del Centro demografico e per la salute del Bangladesh, l’uso dei mezzi di contraccezione e’ aumentato notevolmente negli ultimi anni nel paese. Gli ultimi dati forniti dal Dipartimento per la pianificazione familiare mostrano che il consumo medio mensile totale degli abitanti include oltre sette milioni e mezzo di preservativi e quasi nove milioni di pillole contraccettive. Uno studio del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Umano, infine, ha evidenziato che circa 160 mila gravidanze non volute sono state causate proprio dalla mancanza o dall’uso improprio dei mezzi di contraccezione. Di queste solo 47 mila si sono concluse con una nascita, mentre negli altri casi sono terminate con un aborto. ”Le procedure per l’approvvigionamento nel paese di nuove scorte di contraccettivi sono state avviate – spiega M.M. Kaiser Rashid, direttore dell’Usaid in Bangladesh – Entro la fine di settembre la situazione dovrebbe essere di nuovo normale”.
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Trova un preservativo nella bottiglia di pepsicola, risarcito
La Pepsi Co, la casa produttrice della bibita gassata, e’ stata condannata da un tribunale per consumatori indiano a pagare circa 450 euro ad un uomo che aveva trovato un preservativo in una bottiglia della bibita. Nel 2003 Sudesh Sharma, che abita in un villaggio nei pressi di New Delhi, compro’ due bottiglie della bibita da un negozietto nei pressi della stazione degli autobus di Delhi. Dopo averne bevuta una, l’uomo comincio’ a sentirsi male, tanto che dovette ricorrere alle cure mediche. Guardando nella bottiglia di vetro appena svuotata, Sharma noto’ che era sporca e c’erano dei residui. ma lo shock arrivo’ quando scopri’ che all’interno di quella che non aveva bevuto, c’era un preservativo. Per questo motivo, l’uomo e’ ricorso al tribunale dei consumatori che e’ stato istituito da poco in India. Poiche’ non e’ stato possibile dimostrare che l’uomo avesse comprato le bottiglie (in India nessuna bancarella rilascia ricevute o scontrini) il tribunale ha accolto parzialmente la richiesta di Sharma, che voleva ottenere anche una ammenda per la Pepsi, e ha condannato la societa’ a pagare 23000 rupie all’uomo. Non e’ la prima volta che le bibite gassate in India, anche quelle prodotte da compagnie internazionali come Pepsi e Coca Cola finiscono nell’occhio del ciclone. Due anni fa il governo indiano vieto’ la produzione delle bibite delle due multinazionali nel paese perche’ contenevano un altissimo livello di pesticidi, derivato dall’acqua inquinata che usavano nella produzione.
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Il lavoro più bello del mondo.
Della cosa, ve ne avevo già parlato. Ora è ufficiale. Mi hanno dato il lavoro, anche se in via eccezionale, visto che era tagliato su misura per indiani e hanno dovuto trovare qualcosa che si adattasse alle mie misure. Ho dovuto superare prove durissime, ma alla fine sono stato scelto per una di quelle attività che possono cambiare il mondo. Sento il peso della responabilità e so che dovrò tenere alto e saldo per portare a termine la gravosa impresa. Devo fare in modo non mi sopraffagga l’abbattimento, che non mi arrivi l’ammosciamento, e soprattutto combattere con il caldo che porta l’afflosciamento. Non ricorrerò, giuro, a nessun aiuto esterno, di qualsiasi colore esso sia. Dovrò guadagnarmi il diploma che mi hanno dato. Ma il kit che ho ricevuto per me non è buono. E’ per indiani. Così ho chiamato la società e me ne sono fatto spedire uno internazionale. E’ questione di misure, i centimetri non sono acqua. In effetti all’inizio non me ne ero accorto. Quando ho cominciato il test, avevo un senso di oppressione, di soffocamento. Sono andato a leggere meglio le istruzioni e mi sono reso conto che la cosa era calibrata per gli indiani. E’ bastata una telefonata e tutto si è aggiustato, tutto è ritornato nelle giuste proporzioni. Ho pensato a Rocco, a quanto avrebbe sofferto o a Jhon. Per fortuna che tutto si è aggiustato
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AAA Cercasi collaudatori di preservativi (si necessita di misure piccole)
I maschi indiani maggiorenni, che cercano un lavoro inusuale, che combini il piacere con il dovere, ora hanno pane per i loro denti. La Durex, una delle più importanti case produttrici di preservatici al mondo, ha annunciato il proprio piano di reclutare giovani maschi indiani disponibili a testare i propri prodotti.
La Durex prevede di scegliere 1000 tra quanti faranno richiesta, ai quali verrà fornita una certa quantità di preservativi di vario tipo e qualità. Dopo un certo periodo i “testatori” dovranno fornire alla società un rapporto dettagliato sulla validità e qualità dei condoms, con eventuali critiche.
Nel 2006 uno studio condotto dal Consiglio indiano per le ricerche mediche aveva concluso che i preservativi prodotti per il mercato internazionale risultano di taglia troppo “abbondante” per gli uomini indiani.
La Durex si vuole assicurare che i suoi prodotti siano adatti alle necessità degli indiani – spiega R. Srinivasan, Vice Presidente della Durex India – e la via migliore è quella di chiederlo agli indiani stess”.
La stessa campagna è già stata condotta con successo in altri Paesi.
“Per la stessa iniziativa in Francia si sono presentati 100.000 candidati – continua Srinivasan – 25.000 in Germania e 3000 in Nuova Zelanda. Uno si aspetta che i paesi occidentali rispondano meglio a queste proposte ma non è sempre vero. In Malesia ci sono state oltre 6000 domande e crediamo che in India ce ne siano ancora di più”.
Il periodo di prova dei preservativi è di due mesi. Alla fine del programma, la società ha previsto una serie di premi e di incentivi ai “migliori testatori”, tra i quali una vacanza e un Ipod. A tutti, inoltre, la Durex fornirà un certificato che attesta la partecipazione al programma e che concede loro lo status di “ottimi amanti”!
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Avranno pure il kamasutra, ma la scienza dice che ce l’hanno piccolo
ho scritto questo articolo nel dicembre 2006. Lo ripropongo ora perché la Durex cita la notizia per la sua campagna di ricerca di collaudatori di preservativi.
Preservativi su misura per gli indiani, per ridurre la percentuale di fallimenti e gravidanze indesiderate. È quanto raccomandato dall’Indian Council of Medical Research di Mumbai (la ex Bombay), dopo aver effettuato uno studio durato ben due anni sulla dimensione media dell’organo sessuale maschile indiano.
Secondo la ricerca, infatti, i preservativi in commercio sul mercato internazionale non andrebbero bene per la maggior parte degli uomini indiani, in quanto troppo grandi. La ricerca, effettuata su 1200 volontari tra i 18 e i 50 anni, ha mostrato che circa il 60% degli uomini indiani ha un pene con dimensioni dai tre ai cinque centimetri inferiori agli standard internazionali utilizzati poi dalle industrie di preservativi per la fabbricazione dei loro prodotti.
Secondo gli esperti dell’Indian Council of Medical Research, in base ai risultati emersi della ricerca, è necessario che per il mercato indiano vengano fabbricati e venduti preservativi ”su misura” per l’uomo medio indiano. Il rischio, infatti, è che preservativi fuori misura possano non assolvere correttamente alla loro funzione e presentare un’elevata percentuale di fallimenti, sia in termini di gravidanze indesiderate che in termini di prevenzione di malattie sessualmente trasmesse, in primo luogo l’AIDS. Un rischio troppo elevato per un paese che conta già quasi sei milioni di contagiati dal virus HIV.
”In effetti preservativi di taglia più piccola sono già in vendita in India – spiega il Dr. Puri del centro di ricerca che ha effettuato lo studio – ma il problema è che sono spesso poco venduti perchè la maggior parte degli uomini indiani si sente imbarazzata ad andare a chiedere preservativi di taglia piccola e quindi acquista quelli normalì’. ”È sbagliato avere vergogna delle proprie misure – commenta invece Sunil Mehra, ex editore della versione indiana della rivista maschile Maxim’s – quello che conta non sono le dimensioni ma l’uso che se ne fa”.
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A Delhi i primi distributori automatici di condom femminili
Gli uomini non li usano e così le donne indiane si organizzano. A Delhi hanno piazzato le prime macchinette distributrici di preservativi femminili. Il fatto è che stanno ovviamente solo nella capitale, poche e messi in bar-locali dove, praticamente, le donne non ci vanno. Forse qualche straniera, ma, come scrive anche la stampa indiana, sarà difficile che le indiane vadano a mettere 100 rupie, circa 2 euro, nella macchinetta per avere 3 preservativi. Ma almeno è un inizio. Il paese vede sempre più aumentare il numero dei malati di AIDS, facendo diventare l’India al secondo posto al mondo dopo il Sud Africa. La cultura dei preservativi quasi non esiste, si usano veramente poco. Qui sotto due link ad articoli sull’uso che in India fanno dei preservativi.
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