Sabato sera, ancora una bomba. Due settimane dopo la serie di attentati a Delhi che hanno fatto 20 morti, ancora un attentato, in un altro mecato. Due su una moto hanno lanciato una bomba in un pacchetto. Un bambino l’ha preso ed è esplosa. Testimoni hanno detto che l’esplosione ha fatto schizzare la testa del bambino, 11 anni, lontano. Ancora di sabato, ancora bombe, ancora mercati. Che vogliono, che restiamo chiusi in casa? Ho già scritto del concetto di sicurezza per gli indiani. E’ incredibile quello che sta succedendo, e non c’è possibilità di fermarli. Viviamo nella paura, anche perchè queste cose non sono lontane da noi, ma le fanno esplodere anche nei posti che frequentiamo. La guerra è fra di loro, noi non c’entriamo nulla. Eppure questo è il terzo week end che ci chiedono di restare a casa e di evitare luoghi affollati. Sarà così fino a Diwali, il capodanno indiano. Ma si può campare così? Sono davvero stanco. Il prossimo che viene dall’Italia con il sorrisetto del cazzo dicendo che quetso è il paese della spiritualità, che gli indiani sono gentili e buoni, lo tengo segregato per un mese a Delhi, E vediamo se non cambia idea. L’India non è più la stessa, è cambiata, è peggiorata. Dall’inquinamento alla sicurezza, non è quel paese di prima, sta perdendo il suo fascino. Sta avvicinandosi a modelli che non le appartengono, per assomigliare e avvicinarsi all’occidente sta prendendo il peggio. Speriamo che questo processo si fermi. E’ uno degli aspetti negativi della globalizzazione. Non ci resta che sperare. Lunedì devo partecipare in teleconferenza ad un convegno della Confindustria Salerno sulle possibilità di investimento in India. Mi hanno chiesto di trovare un imprenditore italiano che racocnti la sua esperienza, invitando i colleghi a venire in India. Non ne ho trovato neanche uno che vuole parlare bene di questo paese. Sarà un caso?