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Vietati dagli ulema i versetti del Corano come suonerie di cellulari

In India il dilagare dell’uso dei telefonini cellulari ha spinto i responsabili del Jamia Ashra-ul-Madaris, un istituto di studi musulmani operante da 40 anni nella citta’ vecchia di Kanpur, nello stato dell’Uttar Pradesh, ad approvare limitazioni e proibizioni in coerenza con la sharia (legge islamica). Lo riferisce la stampa di New Delhi. In particolare, i saggi islamici hanno esortato i credenti a non usare come suoneria gli ”aayat” (versetti sacri del Corano), perche’ ”vanno ascoltati per esteso” e non vanno interrotti quando l’interlocutore risponde alla chiamata. L’interruzione di un versetto, hanno assicurato gli Ulema, significa per i credenti un ”gunah” (peccato). La seconda raccomandazione e’ quella di spegnere del tutto l’apparecchio e di non utilizzare nemmeno la funzione ”vibrazione” durante le preghiere (”namaz”) quotidiane. Infine i saggi esortano ad evitare di portare il telefonino nel ”baitulkhala” (gabinetto).

fonte: Ansa

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Ragazzina violentata alle Maldive durante rito di guarigione

Una ragazzina di 14 anni e’ stata violentata alle Maldive durante una cerimonia religiosa di liberazione. Lo scrive la stampa maldiviana. Secondo il racconto, la madre di una ragazzina ha portato sua figlia ad un guaritore affinche’ questi, attraverso la pratica del ‘fanditha’, liberasse la giovane da un ragazzo che si era infatuato di lei. Alla fine del terzo giorno di rituali, la ragazzina e’ stata violentata dal suo guaritore, un giovane di 20 anni, che e’ stato denunciato alla polizia. A scoprire la violenza sessuale, e’ stato proprio lo spasimante della giovane che ha appreso della violenza dalla ragazza. Quando si e’ saputo che il guaritore aveva violentato la ragazza, una folla di 150 persone ha circondato la casa del guaritore, linciandolo. E’ intervenuta la polizia a salvarlo, ma e’ stato reso necessario portarlo in ospedale per curargli le ferite alla schiena. La fanditha e’ pratica curativa degli indigeni maldiviani, sopravvissuta alla dominazione islamica. La pratica e’ un misto di medicina tradizionale, preghiere, invocazioni e recita di versetti del Corano. Viene usata per curare diverse malattie, soprattutto la liberazione da spiriti maligni, ma anche per assicurare successo negli affari, nella vita sociale e in amore. La parola deriva da quella indiana ”pandit” che identifica una persona di cultura. La fanditha e’ molto diffusa nell’atollo corallino, anche se non e’ accettata ufficialmente. Nel maggio scorso, il piu’ famoso guaritore maldiviano che pratica la fanditha, fu chiamato dalle autorita’ locali di un piccolo villaggio per curare una strana e sconosciuta malattia che aveva contagiato 20 bambini, provocando loro anche degli svenimenti.

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