Come il più grande dei supereroi, Hopeman è tornato sfoggiando le sue armi spaziali. E’ lui, sempre lui. Grazie di esistere. Hopeman colpisce ancora. A parte la commovente e lacrimosa biografia di Mayawati, nel pezzo di oggi scrive: “Eppure lei (Mayawati, ndr) è riuscita a dare la scalata al potere politico nell’Uttar Pradesh, uno Stato di 190 milioni di abitanti (se fosse indipendente sarebbe la sesta nazione del mondo), che l’ha rieletta primo ministro per quattro volte consecutive.” Quattro volte consecutive? ma scherziamo? basta andare sul sito del governo dell’UP oppure su wikipedia per scoprire che non è così.
Si lo so, sono io esagerato, mi applico a cose che non interessano a nessuno. Ma anche il contenuto e l’idea di fondo è una chiavica. L’unica cosa condivisibile è la dichiarazione del direttore di The Hindu e che avvalora sempre di più la mia idea sulla democrazia delle elezioni indiane, dove la gente vota per appartenenza.”La vera funzione del voto per noi è la catarsi. E’ il momento in cui la democrazia ci unisce davvero perché rappresenta tutte le nostre diversità. La politica delle identità in India è molto più importante dell’arte di governare”. Non foss’altro per il fatto che ad esempio i numeri relativi al voto nullo sono pressoché 0.
Ma questa è un’altra cosa.
Ma, ripeto, sono io.
Devo dire che Hopeman è in buona compagnia. Chi ha acquistato il Corriere oggi, ha potuto apprezzare un paio di articoli stile Hopeman che, purtroppo, passano sotto silenzio perchè pochi conoscono le cose. Baggianate, ovvietà, cose errate, dichiarazioni senza senso. L’importante è che Corriere e Repubblica lo scrivano, non è importante cosa sia vero.