Matina in una foto Reuters
Si e’ insediata oggi, nel suo palazzo nel quale vivrà da dea presumibilmente i prossimi 7-8 anni, la Kumari, la dea bambina che, secondo la tradizione nepalese, quale incarnazione della dea Taleju, deve proteggere il Nepal. Matina Shakya, a soli tre anni, e’ stata scelta come dea vivente e andra’ a sostituire Preeti Shakya che all’eta’ di 12 anni e sul trono dal 2001, deve lasciare essendo arrivata alla puberta’ e avesse il primno ciclo mestruale, che la renderebbe impura. La piccola Matina e’ stata scelta da quattro preti chiamati dal Guthi Shashtan, una organizzazione del governo che si occupa per conto dello stesso degli affari culturali e religiosi. La bambina, secondo la tradizione, e’ stata gia’ separata dai propri genitori e ha fatto il suo ingresso nel Kumarighar, il palazzo al centro di Kathmandu dal quale uscira’ solo poche volte all’anno per seguire le feste religiose, senza poter mai mettere piede a terra. E’ la prima Kumari ad essere nominata in tempi di governo maoista, la prima senza la monarchia. Dinanzi a lei, prima si inginocchiava il re, adesso lo fara’ il presidente. Alla piccola Matina, come da tradizione, sono stati dipinti gli occhi con il kajal ed e’ stata vestita di rosso. Di lei, da ora in avanti, si occuperanno due persone, due nuovi genitori. Si affaccera’ dalla sua finestra intarsiata per salutare i turisti e benedira’ i pellegrini. Quella di Kathmandu, e’ la Kumari piu’ importante del Nepal. Nelle altre citta’ della valle della capitale nepalese ci sono altre Kumari, ma meno importanti di quella di Kathmndu. Secondo la tradizione, la kumari viene scelta all’interno della comunita’ newar, una delle etnie piu’ popolose del Nepal. Appartiene alla casta buddista dei Sakya, la stessa alla quale apparteneva Gautama Siddharta, diventato il Buddha. Il sacerdote del tempio di Taleju, analizza l’oroscopo della candidata non solo per controllare che sia favorevole, ma soprattutto per assicurarsi che non sia in conflitto con quello del paese. L’eletta deve possedere le ”32 perfezioni”, tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti. Dietro questa esile figura ingioiellata e truccata c’e’ comunque un misto di storia, tradizione e leggenda. Quella che sorprende di piu’ e’ la storia umana di una bambina, strappata alla sua famiglia all’età di tre-quattro anni per diventare la dea in terra. Non lo sara’ a vita, ma fino al primo mestruo o fino a quando dovesse ferirsi e perdere sangue o perdere un dente. Non le e’ neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta. Per questo motivo i sacerdoti che la scelgono devono verificarne anche la forza di carattere. Come prova, la fanno dormire in una stanza buia tra le teste di capre e di bufali sacrificati in suo onore. Se resiste, viene eletta Vergine divina. Una volta eletta, la bambina-dea subisce l’isolamento dalla vita quotidiana: per evitare che si ferisca, vive da sola, lontano dagli altri bambini e dalla sua famiglia; la kumari ha la possibilita’ di uscire soltanto tredici volte all’anno in occasione delle feste principali. Ed anche in queste occasioni non puo’ camminare da sola, per non farsi contaminare dalla terra: viene sorretta dai portantini in processione, mentre i sudditi devono tenere lo sguardo basso. Smessi i panni della dea, la bambina torna a casa dalla sua famiglia, incontrando spesso notevoli difficolta’ di reinserimento. Pare inoltre che la maggior parte delle ex Kumari abbiano anche la difficolta’ a trovare marito, perche’una superstizione vuole che il marito della ex Kumari muoia a pochi mesi dal matrimonio. E spesso, rimaste vedove, alle incarnazioni di Taleju non rimane altra via che quella della prostituzione, o di un dorato esilio con il vitalizio dovuto alle ex kumari. L’alta corte nepalese, l’estate scorsa, ha emesso una ordinanza con la quale si chiede per la Kumari, il rispetto dei diritti umani fondamentali. Ma niente e’ cambiato.