Una suocera che prende a calci la nuora non e’ passibile di pena da un tribunale con l’accusa di crudelta’. Lo ha deciso la suprema corte indiana, rispondendo ad una serie di appelli di nuore, mariti e suocere. In particolare il piu’ alto tribunale indiano ha detto che la suocera puo’ rimproverare la nuora, darle vestiti usati, eventualmente schiaffeggiarla o prenderla a calci e riprendersi i regali fatti durante le nozze. La decisione della corte, riportata dall’agenzia PTI, e’ arrivata a seguito del ricorso di una donna indiana che, gia’ alla sua seconda esperienza matrimoniale, ha accusato la suocera di crudelta’ ed il marito di complicita’ con la madre. I giudici le hanno dato torto, ribadendo la vena educativa delle azioni della suocera ed il suo ruolo di madre. In India, dopo il matrimonio, la sposa va a vivere con il marito a casa dei genitori di quest’ultimo dove, il piu’ delle volte, viene in realta’ schiavizzata dalla suocera. Gli stipendi vengono consegnati tutti al padre dello sposo che distribuisce i soldi tra i componenti della famiglia, mentre alla sposa resta l’obbligo delle pulizie e di badare alla casa. Nel caso in cui la copia non riesca ad avere figli o abbia una figlia femmina, i suoceri incolpano della cosa la nuora. Anche la dote di quest’ultima viene totalmente incamerata dai suoceri. Non a caso ci sono parecchi casi di suicidi tra le spose e denunce di maltrattamenti nei confronti delle suocere. La sentenza della suprema corte e’ destinata a scatenare le proteste dei movimenti femministi che stanno aumentando nel paese.
Archivi tag: dote
Suocera, se pigli a calci tua nuora, in India non vai in galera
Archiviato in india, Vita indiana
Con tag corte, crudelta', delhi, dote, india, matrimoni, matrimoni indiani, nuore, suocere, tribunale, violenza domestica
Una bambina si rifiuta di sposarsi a 12 anni, diventa caso nazionale
Una bambina indiana di 12 anni, cresciuta a Bararola, uno dei villaggi più poveri e remoti dello Stato del West Bengala, è diventata da qualche tempo un clamoroso caso nazionale dopo il secco ‘no’ opposto in novembre ad un matrimonio deciso dalla sua famiglia. Di per sé l’episodio sarebbe passato inosservato in questo enorme paese pieno di contraddizioni dove le mogli-bambine sono una drammatica realtà nonostante i divieti di legge, se non fosse che il gesto di ribellione di Rekha Kalindi si è trasformato in una parola d’ordine per le coetanee della zona. “E’ vero ed è incredibile – ha dichiarato all’Hindustan Times il vice consigliere per il Lavoro del distretto di Purulia, Prasenjit Kundu – ma da quando quattro mesi fa Rekha si é rivoltata al volere paterno, nessun’altra bambina non ancora adolescente ha accettato di sposarsi”. Kundu ha elencato nome e cognome di numerose altre ragazzine che hanno imboccato la strada della scuola invece che quella di un matrimonio senza senso, assicurando che “i no non sono solo a Bararola. Anche Afsana Khatoon, 13 anni, residente in un villaggio vicino, ha rifiutato di sposarsi invocando l’esempio di Rekha”. Eppure la bimba che ha conquistato la prima pagina dei giornali di New Delhi ha tutte le caratteristiche dell’anti-eroe. Vive con altre sette persone in una monocamera, senza elettricità, acqua e servizi sanitari, e non ha mai visto un film o avuto un giocattolo. Da anni la sua attività principale è andare nei boschi a raccogliere foglie di ‘tendu’ per fabbricare sigarette che sono vendute al mercato della vicina città di Kotshila. Appartenente alla tribù Kalindi, Rekha conosce le regole matrimoniali che non risparmiano le figlie femmmine. “Mia sorella Jyotsna adesso ha 15 anni – racconta – si è sposata a 12 e ha avuto quattro figli nati morti. Lei adesso vive con un secondo marito perché il primo se ne è andato”. Quando è arrivato il suo turno per il matrimonio combinato, la bambina-prodigio ha alzato la testa e ha detto a chiare lettere il suo no al padre, Jagdish, chiedendo di poter continuare a studiare nella scuola che funziona nell’ambito del Progetto nazionale dei bambini al lavoro. Budhamani Kalindi, compagna di banco di Rekha, ha rivelato che “per alcuni giorni il papà l’ha lasciata senza cibo, acqua e anche sapone per lavarsi, ma poi ha ceduto”. Di recente la rivista scientifica Lancet ha pubblicato il risultato di un’inchiesta da cui è emerso che il 44,5% delle donne indiane si è sposata prima dei 18 anni. Ed un aspetto ancora più preoccupante è che un quinto di queste donne (il 22,6%) si è sposata prima dei 16 e un 2,6% prima dei 13. E secondo l’Unicef, infine, il 40% dei matrimoni di minori avvengono proprio in India, con 78.000 bambine che muoiono ogni anno di parto.
fonte: Ansa
Archiviato in india, Vita indiana
Con tag bambini, bararola, calcutta, diritti dei bambini, dote, india, matrimoni, matrimonio bambini, matrimonio minori, unicef, west bengala