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L’alta Corte chiede al governo di Delhi di non discriminare gli omosessuali

L’alta corte indiana ha inviato una richiesta al governo centrale di non continuare la discriminazione nei confronti degli omosessuali che, secondo la legge indiana, sono punibili con la galera fino all’ergastolo. L’alta corte si chiede ”cosa spinga lo stato ad avere ancora interesse a continuare con queste leggi contro gli omosessuali dal momento che queste persone soffrono di discriminazione e vengono visti non degni dalla societa”’. La richiesta dell’alta corte nasce dall’esigenza di poter assicurare agli omosessuali che sono malati di AIDS, di poter fare ricorso alle cure. Questi, infatti, per paura di essere scoperti e di andare in galera, non dichiarano ne’ la loro omessualita’ ne’ tanto meno la loro malattia. Secondo il governo, invece, non e’ questione di legge ma semplicemente di inculcare una educazione diversa sulle cure per l’HIV. ”Legalizzare questi atti – ha risposto l’avvocato generale dello stato PP Malhotra – non e’ la risposta. Coloro che indugiano in questi atti non si fanno avanti non per timidezza, ma per incolpare il governo”. Malhotra, mentre giustifica le misure penali contro gli omosessuali, ha spiegato che l’India non puo’ seguire il trend delle societa’ occidentali che considerano l’omosessualita’ normale. Per l’avvocato, che ribadisce che ”non c’e’ il concetto di orientamento sessuale nella costituzione indiana”, il diritto alla privacy degli omosessuali non e’ assoluto mentre deve essere preso in considerazione l’interesse di larga parte della societa’. ”Il sesso tra gay – ha detto Malhotra all’agenzia PTI – e’ contro l’ordine naturale. Noi andremmo contro la natura se gli permettessimo di agire. E’ uno dei casi, questo, nel quale lo stato deve chiedere l’aiuto della legge per mantenere la moralita’ pubblica”. La richiesta della corte e’ arrivata dopo la presentazione di una istanza da parte di un gruppo di attivisti per i diritti degli omosessuali che chiede la cancellazione della legge penale contro di loro. Secondo le associazioni per i diritti dei gay, le leggi che giudicano penalmente l’omossessualita’ in India, portando fino alla pena dell’ergastolo per i gay, violano i diritti fondamentali di di uguaglianza, discriminando gli atti omosessuali sul terreno della moralita’. Nel governo, il solo ministro della salute, Ramadoss, si è da tempo espresso a favore della depenalizzazione dell’omoessualità nel paese.

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Sei gay? ergastolo!

Governo indiano diviso sul fatto se aumentare le pene per il reato di omosessualita’ (come chiede il ministro degli interni) o ridurle come chiede il ministro della salute. Entrambi sono ricorsi in tribunale. Il ministero degli interni preme per aumentare le conseguenze penali di quello che ritiene un ”atto immorale”. Per questo,  secondo la legge indiana, chi ”indulge in sesso innaturale”, rischia fino all’ergastolo. Il ministero della salute, invece, anche in chiave anti AIDS, chiede di eliminare la pena, così da permettere agli omosessuali di venire allo scoperto e tentare cure. La più grande democrazia del mondo!

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Ergastolo a un dottore che girava film porno

Un dottore di Chennai è stato condannato all’ergastolo per aver girato e venduto su internet dei film pornografici. Il dottor Prakash è il primo ad essere condannato per la legge indiana sull’Information Tencology, che contempla anche il “traffico immorale”. L’uomo fu arrestato nella capitale del Tamil Nadu nel 2001. Contro di lui le accuse di un ragazzo che aveva denunciato alla polizia di aver avuto rapporti con ragazze filmati dal dottore. Nel suo appartamento la polizia indiana trovò diverse scatole piene di cd con film pornografici, pronti per essere immessi su internet o essere venduti, grazie al fratello del dottore che vive negli USA, in Nord America e in Europa, in Francia in particolare. Nel paese del kamasutra, il sesso è un tabù. Nei film non si vedono scene di sesso, quasi sempre anche i baci sono censurati e anche solo il possesso dei film pornografici, anche in casa, è reato. Nei mercatini delle grandi città c’è sempre qualcuno che cerca di vendere sotto voce i “blue film” film per lo più erotici ma comunque vietati. Secondo la denuncia alla polizia, il dottor Prakash usava ragazze del college per girare le scene pornografiche offrendo loro grosse somme di danaro. Il giudice di Chennai che lo ha giudicato con rito abbreviato, gli ha comminato la massima pena dell’ordinamento giudiziario indiano, sommando, oltre al reato di immoralità, anche la violenza sessuale. Il codice penale indiano prevede anche la pena di morte per impiccagione, m non viene applicata da anni e commutata sempre in ergastolo. Come quello a cui è stato condannato il dottore oggi. Ali&Pompo, ma soprattutto Sasà-fotografo-di-modelle sono avvisati

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