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Bollywood e Hollywood contro la pirateria

Bollywood e Hollywood, le due principali industrie cinematografiche del mondo, hanno deciso di unire i loro sforzi contro i Ddv piratati e i film scaricati da Internet. La Motion Picture Association of America (Mpaa) e sette principali produttori cinematografici indiani hanno infatti formato un’alleanza sullo spinoso tema. Secondo la stampa indiana la decisione è stata annunciata ieri durante un seminario a Mumbai dedicato agli operatori del settore. Nell’accordo saranno coinvolti anche gli organi di polizia, i cinematografi e i fornitori di connessioni Internet. La riproduzione illegale di film in India è ampiamente diffusa e anche tollerata dalle autorità locali. In base a stime contenute in un rapporto del 2008 realizzato da US-India Business Council e dalla società di ricerche di mercato Ernst and Young, si ritiene che Bollywood abbia perso quasi oltre 950 min di dollari e oltre mezzo milione di posti di lavoro a causa dei DVD piratati. I film illegali rappresentano in India il 60% del totale del mercato, secondo una ricerca di KPMG. Larga parte di questi, carpiti nelle multisale con l’uso di telecamere digitali.

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Nuovo film per baby attore de Il Milionario

Il mini-attore indiano Ayush Khedekar, protagonista insieme a Rubina Ali e Azharuddin Ismail del film The Millionaire di Danny Boyle, conferma la sua vocazione artistica avendo appena accettato una nuova scrittura per un film della Coppola Productions, The Carpet Boy, diretto dal regista britannico Giles Nuttgens, e che sara’ ambientato in Pakistan. Lo scorso anno la stampa indiana aveva sottolineato che Ayush (nel film di Boyle nei panni del piccolo Jamal Malik), a differenza dei suoi compagni ritornati nella baraccopoli di Mumbai da dove provenivano, grazie alla sua appartenenza ad una famiglia molto piu’ agiata aveva piu’ possibilita’ di emergenre nel difficile mondo dello spettacolo. E cosi’ lo scorso anno ha partecipato da protagonista alle riprese del film svizzero ‘Shyam’s Secret’, diretto da Deborah Mangola, con la partecipazione di Kabir Bedi, che narra le avventura di una europea di otto anni che giunge in India e diventa amica di un enigmatico bambino locale, appunto Aysush. Nel nuovo film di cui parla l’Hindustan Times interpretera’ invece il ruolo di un bambino pakistano-schiavo liberato dalla tirannia di un padrone di una fabbrica di tappeti.

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A Bollywood la maggioranza di film vietati ai minori

Bollywood sembra non essere piu’ la patria dell’industria cinematografica per famiglie, dal momento che nel 2009 la maggior parte dei film prodotti erano riservati agli adulti. Su 248 film prodotti a Mumbai, solo 93 sono stati dichiarati dall’organo di censura indiano, visibili a tutti bambini compresi; 92 sono stati bollati come visibili da maggiori di 12 anni con supervisione di adulti; 63 sono stati invece dichiarati film per adulti. Ma l’inversione di tendenza rispetto al passato, quando i film per adulti si contavano sulle dita di una mano, non interessa solo Bollywood ma anche le altre industrie cinematografiche indiane. Nel cinema Telugu, dal nome dell’omonima lingua parlata nello stato centro-meridionale dell’Andra Pradesh, il film per adulti sono stati 62 su 286 (140 film per famiglie e 84 vietati ai minori di 12 anni). I tamil hanno prodotto 37 film per adulti, il cinema Kannada (dello stato meridionale del Karnataka) ne ha prodotti 21 mentre il cinema Malayalam (dello stato meridionale del Kerala) quest’anno ne ha prodotti 13. In tutti e quattro i casi, pero’, a differenza di Bollywood, la percentuale dei film per adulti e’ di molto inferiore a al totale del film prodotti e visibili da tutti. Il Censor Board of Film, l’organo governativo che decide la censura per i film indiani, ha riscontrato un aumento considerevole dei film per adulti fra quelli di Bollywood. A far aumentare il loro numero, la presenza nei film di maggiori scene di sesso e di violenza, oltre all’uso di un linguaggio forte. Ma le polemiche intorno alla certificazione montano in maniera forte. Secondo i produttori e i registi l’organo di censura esagera con i suoi giudizi, non considerando i cambi e l’evoluzione della societa’. Per i registi e produttori, e’ necessaria una revisione del regolamento di censura che tenga conto dei cambiamenti della societa’. Questa revisione dovrebbe infatti considerare il fatto che quasi 6 milioni di indiani sono sotto i 25 anni e sono molto diversi da quelli per i quali venne scritto il regolamento del Censor Board. E, il vecchio regolamento, non permette al cinema indiano di mettersi al pari con quello straniero. In quello di Bollywood, infatti, anche un bacio puo’ far propendere il Board per decretare il film come ”per adulti”, mentre in nessun film, anche quelli vietati ai minori, c’e’ un nudo anche parziale di qualcuno. Per questi, esiste il sottobosco dei film Blue Movie, venduti illegalmente nei mercati indiani. Le critiche dei registi nascono soprattutto dal fatto che, tramite internet, i ragazzi oggi possono accedere a siti porno senza problemi e, secondo le ultime statistiche, proprio gli indiani sono fra i maggiori fruitori al mondo di pornografia su internet a tutte le eta’, ma sopratutto fra adolescenti. Secondo i dati dell’industria cinematografica indiana, il 70% dei film stranieri riceve una ”A”, simbolo di film destinato ad un pubblico adulto. Emblematico il caso del film vincitore di otto premi Oscar ”Slumdog Millionnaire” (Il Milionario), la cui versione inglese e’ stata bollata con una A dal Censor Board mentre la versione in hindi e’ stata giudicata con una ”U”, simbolo dei film per tutti senza restrizioni.

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Nuovamente abbattuta al baracca della baby star de Il Milionario

Le autorita’ di Mumbai hanno demolito stamattina la baracca nella quale viveva Rubina Ali, la piccola star del film vincitore di premi Oscar Slumdog Millionnaire (Il Milionario). Lo riferisce la televisione indiana. Rubina viveva nella baraccopoli di Garib Nagar nella capitale economica dell’India. Qui fu scelta dal regista del film, Danny Boyle, per recitare nel film vincitore di otto premi Oscar nel ruolo della protagonista, Latika, da bambina. Stamattina le ruspe delle autorita’ municipali di Mumbai hanno demolito la sua baracca ed altre, che si trovavano su una linea ferroviaria. E’ la seconda volta che la bambina vede la sua casa demolita: era gia’ successo a maggio e il padre della bambina si era trasferito con la famiglia e la baby star nella baracca demolita oggi. In verita’, dopo il successo del film, il comune di Mumbai e la stessa produzione del film avevano proposto due case per Rubina e la famiglia, non una baracca ma una casa in mattoni, ma il padre della baby star l’ha rifiutata dicendo che non piaceva loro il posto dove si trovava.

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Pessimo anno per Bollywood

Per l’industria cinematografica indiana, e quindi per la celebratissima Bollywood, il 2009 è stato un ‘Annus Horribilis’ con perdite che secondo gli esperti avrebbero abbondantemente superato i 100 milioni di euro. La crisi economica mondiale, un duro conflitto fra i produttori ed i proprietari delle sale multiplex e, se ciò non bastasse, anche una serie di clamorosi fiaschi al botteghino, hanno creato una situazione senza precedenti, che pone importanti interrogativi per gli investimenti futuri. Uno dei più attenti analisti del business cinematografico indiano, Taran Adarsh, ha detto all’agenzia di stampa Ians che a contribuire al fallimento è successo di tutto: “Il virus h1n1, moltissimi match di cricket in tv (sport nazionale che toglie spettatori), tesissime elezioni nazionali e scioperi a ripetizione”. “Purtroppo – ha aggiunto – ad aggravare il tutto hanno contribuito alcuni clamorosi flop di film come Chandni Chowk To China (la prima commedia di kung fu di Bollywood), Aladin (ispirato al film di Robin Williams del 1992) e Kurbaan, che hanno fatto perdere ai finanziatori il 75-100% degli investimenti”. D’accordo il critico cinematografico Omar Qureshi, per il quale “il 2009 è stato uno dei nostri peggiori anni. Perfino i film lanciati durante il Diwali (festa indiana del bene che prevale sul male), ossia i più importanti dell’anno, sono stati deludenti fallimenti (fra tutti Blue e Main Aurr Mrs. Khanna)”. Coprodotto dalla Warner Bros, Chandni Chowk To China è costato una cifra alta per l’India (7,5 milioni di euro) che non é rientrata dal botteghino, così come sono andati persi in gran parte i finanziamenti di Billu (3,3 milioni di euro) e Delhi 6 (6,6 milioni di euro). E sui circa 120 film prodotti finora a Bollywood, ben pochi sono riusciti a rientrare nei costi. Non possono comunque lamentarsi i produttori di importanti lavori come Love Aaj Kal, Kaminey, Wanted e All The Best, mentre a sorpresa hanno avuto una buona risposta realizzazioni ‘low cost’ come Razz-The Mistery Continues, Dev D, 13B e Phoonk. Per Adarsh, inoltre, “ha contribuito al crack finanziario l’aumento delle remunerazioni delle star che ha trasformato in un’impresa titanica per i produttori il recupero dei costi”. Adesso bisogna preparare la rivincita nel 2010, ha concluso Qureshi, per il quale “vanno reinventate le sceneggiature con buone storie e cast di livello. L’obiettivo deve essere fare un cinema intelligente”.

fonte: ANSA

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Usa-India: tappeto rosso americano per Manmohan Singh

Gli Stati Uniti hanno messo il loro tappeto rosso piu’ bello per accogliere l’India a Washington. Il presidente americano, Barack Obama, ha riservato al premier indiano, Manmohan Singh, l’accoglienza che si riserva agli amici particolarmente graditi. Perche’ – ha detto Obama – Stati Uniti e India si fondano su valori comuni e possono costruire ”una partnership capace di definire il ventunesimo secolo”. Obama ha voluto che in onore del premier indiano e della sua signora, Kaur Gursharan, venissero prodigate tutte le attenzioni diplomatiche possibili. Culminanti nella prima cena di Stato ufficiale della sua amministrazione. In mattinata il presidente Usa e Singh si sono intrattenuti a colloquio per quasi un’ora e mezza nello Studio Ovale della Casa Bianca. Poi i temi del colloquio sono stati ulteriormente approfonditi in un incontro piu’ allargato con i vertici delle due delegazioni. E prima della cena ufficiale, ai Singh e alla loro delegazione gli Stati Uniti hanno offerto anche un pranzo ufficiale al Dipartimento di Stato, presenti il vicepresidente americano, Joe Biden, e il segretario di Stato, Hillary Clinton. Per nessuno dei presidenti finora ricevuti alla Casa Bianca Obama aveva riservato un’accoglienza tanto accurata, attenta e calorosa. ”E’ un onore per me accogliere a nome del popolo americano la prima visita ufficiale del premier Singh – ha detto Obama – Riflette il valore della nostra relazione, per una partnership che vuole definire il XXI secolo”. Singh dal canto suo lo ha ringraziato cosi’: ”India e Usa si fondano su valori comuni e hanno interesse a mettere a fuoco il loro immenso potenziale in una partnership strategica”. I due leader nella conferenza stampa congiunta hanno spiegato che dal nucleare alla lotta al terrorismo, dal clima all’energia, dalla ricerca alla lotta contro la poverta’, sono molteplici i settori in cui India e Stati Uniti intendono rafforzare la loro relazione. Per interessi interni, ma anche in funzione dei reciproci rapporti con la Cina. Alle ragioni di reciproco interesse tra i due Paesi si aggiungono poi quelle derivanti dalla mutua simpatia tra i due presidenti. Obama non ha mai fatto mistero di nutrire nei confronti di Singh una stima particolare. ”Ho avuto modo di intrattenermi con il premier Singh, e devo fare i complimenti ai cittadini indiani: hanno scelto come premier un uomo di grande valore e saggezza” disse Obama al termine di un G20 rispondendo alla domanda di una giornalista di New Dehli. Anche per questo Singh, 77 anni, e la moglie, 51 anni, hanno avuto il privilegio della prima cena di Stato ufficiciale. Per questo e’ stata in indiano la prima parola pronunciata da Obama nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine del colloquio avuto con Singh: ”Namaste” (mi inchino a te). ”Il premier Singh – ha detto Obama – e’ un uomo di grande integrita’ che gode della mia stima e del mio rispetto”. ”Quanto Obama sta facendo e’ ammirevole – ha ribattuto Singh – Seppur separati da due oceani, i nostri Paesi sono vicinissimi nei valori su cui si fondano, e intendono adoperarsi insieme per farli crescere nel mondo”. E’ questa la partnership capace di ”definire il XXI secolo”. Dal clima al terrorismo, dall’energia al nucleare, India e Usa sono piu’ insieme che mai.

fonte: Ansa

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Usa-India: Hollywood e Bollywood per cena di stato

Hollywood e Bollywood a braccetto per la prima cena di stato di Barack Obama: ad assicurare la colonna sonora del banchetto in onore del premier indiano Manmohan Singh sotto una tenda nel South Lawn della Casa Bianca la First Lady Michelle ha scelto Jennifer Hudson, la star nera di Chicago premio Oscar per Dreamgirls, e A.R. Rahman, il compositore indiano che ha scritto la colonna sonora di Slumdog Millionaire. Menu’ a base di pesce per il vegetariano Singh: Michelle ha scelto per confezionarlo Marcus Samuelsson, uno chef nato in Etiopia e adottato in Svezia. Samuelsson e’ lo chef di Aquavit a New York, uno dei migliori ristoranti di pesce d’America. Ha affiancato Cristeta Comerford nella preparazione della cena. I preparativi hanno impiegato mesi, da quando il segretario di Stato Hillary Clinton ha consegnato a Singh l’invito a mano lo scorso luglio a New Delhi. Menu, fiori, porcellane, musica, abiti da sera. Per gli uomini di rigore lo smoking, alle donne e’ stato consigliato l’oro o comunque un arcobaleno di colori. Michelle ha raccolto il suggerimento fin di prima mattina intervenendo alla cerimonia dell’arrivo degli ospiti con un robe manteau d’arancione damascato. La cena con Singh e’ stata considerata da mesi l’invito piu’ ambito della capitale, quello che definisce una volta per tutto lo status di vip di serie ‘a’ tra i vip della capitale. Il cartoncino color avorio con sigillo presidenziale e’ stato recapitato una settimana fa a 320 eletti: leader del Congresso tra cui la Speaker della Camera Nancy Pelosi e il senatore John Kerry, presidente della Commissione Esteri, indiani-americani del mondo del business, della politica, dello spettacolo e dei media, tra questi il governatore repubblicano della Louisiana Bobby Jindal (convertito dall’induismo al cattolicesimo), il ‘medico’ della Cnn Sanjay Gupta. Nutrito il contingente di Hollywood: con David Geffen, Steven Spielberg e Jeffrey Katzenberg, l’ex trio di Dreamworks che ha da poco stretto un’alleanza finanziaria con il gruppo Reliance di Bollywood, c’e’ anche Ari Emanuel, il fratello del capo di gabinetto Rahm Emanuel e capo di Endevour, una delle maggiori agenzie di talenti della mecca del cinema. E da Bollywood Aishwarya Rai, ex Miss Mondo e una delle piu’ celebri star del cinema indiano.

fonte: Ansa

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Regista de Il Milionario stanco delle continue richieste economiche dei baby attori

Danny Boyle, regista del Il Milionario, film che ha vinto otto premi Oscar, si e’ dichiarato ‘stanco’ delle continue richieste economiche dei suoi baby attori presi dalle baraccopoli di Mumbai. Lo scrive da Londra l’agenzia di stampa indiana Press Trust of India. Secondo l’agenzia, le famiglie di Rubina Ali e di Azharuddin Ismail continuano a chiedere soldi al regista e alla fondazione da lui realizzata a Mumbai, nonostante abbiano gia’ ricevuto soldi. In particolare, i familiari di Azharuddin, hanno chiesto a Boyle tramite la sua fondazione ‘Jhai Ho’, dal nome della canzone del film, soldi per un’auto, mentre quelli di Rubina hanno chiesto 48000 dollari oltre agli 80000 gia’ avuti per l’acquisto di una casa. Doyle, che si trovava in India per seguire i lavori della fondazione caritatevole e per organizzare nuovi progetti, secondo quanto riferisce l’agenzia indiana, avrebbe lasciato il paese a seguito delle continue richieste dei ragazzi. All’indomani del successo de Il Milionario (Slumdog Millionaire in lingua originale), i baby attori reclutati nelle baraccopoli, si lamentarono con la stampa di non essere stati pagati il giusti dalla produzione. Per questo motivo, Boyle, regista anche di Trainspotting, realizzo’ con la produzione del film, una fondazione caritatevole a Mumbai per aiutare questi ragazzi. I quali, hanno gia’ ricevuto soldi, ma non hanno mai smesso di chiederne altri, come oltre 35000 dollari per una assicurazione sanitaria per tutta la famiglia.

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Reliance firma accordo con Dreamworks di Spielberg

Anil Ambani, l’industriale indiano fra gli uomini piu’ ricchi al mondo, ha annunciato oggi la finalizzazione dell’accordo con la Dreamworks di Steven Spielberg per la realizzazione di sei film all’anno. Secondo l’agenzia IANS, la Reliance Big Entertainment di Ambani e la Dreamwork del regista di ET, hanno firmato oggi a New York un accordo gia’ sulla carta da tempo, del valore di partenza di 825 milioni di dollari. I film prodotti dai due saranno distribuiti da Walt Disney a livello globale, mentre i diritti per l’India saranno detenuti da Ambani e dalla sua Reliance. Nell’accordo rientra anche la possibilita’ per Spielberg di avvalersi di collaboratori e maestranze indiani. Anil Ambani, discendete insieme a suo fratello (dal quale si e’ separato) delle industrie Reliance fondate dal padre, e’ a guida di un gruppo che spazia dalla telefonia alle telecomunicazioni, dalle finanze allo sviluppo delle infrastrutture. Il gruppo di Ambani e’ anche proprietario di multisala in India, Stati Uniti, Malesia e Mauritius. L’anno scorso Ambani si fece avanti nei confronti di Spielberg la cui Dreamworks cercava la liquidita’ necessaria per il divorzio da Paramount.

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Presto nuove case per i baby attori del Milionario

I baby attori del film premio Oscar ”Il Milionario” avranno nuove case dopo che le loro baracche, a Mumbai, sono state demolite dal comune. Lo ha riferito in un comunicato stampa il Maharashtra Housing and Development Authority (Mhada), l’ente dello Stato centrale indiano del Maharashtra dove si trova Mumbai, responsabile dello sviluppo abitativo. Qualche settimana fa, le baracche in cui vivevano Azharuddin Mohammed Ismail e Rubina Ali Qureshi nello slum (baraccopoli) di Garib Nagar, nel quartiere Bandra di Mumbai, sono state abbattute dalle ruspe. Gia’ nel mese di febbraio, il presidente dell’MHADA, Amarjeet Singh Manhas, aveva promesso nuove case ai baby attori, come ricompensa al lustro che avevano recato al paese nel recitare nel film che ha vinto otto premi Oscar. Ma la promessa di Manhas e’ rimasta tale, in quanto, con le imminenti elezioni, avrebbe violato il codice di condotta elettorale. Ora Manhas ha comunicato che l’autorita’ della quale e’ presidente potra’ dare una casa ai due baby attori prima dell’arrivo del monsone. Azharuddin, che nel film interpretava Salim da piccolo e Rubiuna, che invece interpretava Latka da bambina, avevano visto le loro case demolite rispettivamente il 16 e il 20 maggio scorso. Entrambi hanno ricevuto diverse promesse di denaro e aiuti, ma nonostante la fama, continuano a vivere nella baraccopoli e nell’indigenza.

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