Un gruppo terroristico islamico con base nel Kashmir e considerato vicino ad Al Qaida ha minacciato oggi l’incolumita’ degli atleti stranieri che parteciperanno agli eventi sportivi internazionali previsti quest’anno in India, come i Giochi del Commonwealth. Lo riferiscono i media a New Delhi. L’Harkat-ul-Jihad-al-Islami (HuJI, Movimento di lotta islamica) HuJI), che e’ una organizzazione fondamentalista islamica di matrice sunnita attiva in Asia meridionale dagli anni ’90, ha diramato un comunicato in cui avverte ”la comunita’ internazionale a non mandare la propria gente alla Coppa mondiale di Hockey 2010, alla Premier League di Cricket e ai Giochi del Commonwealth”. Diramato da quello che il gruppo definisce PoK (Kashmir occupato dal Pakistan), il comunicato prosegue sostenendo che ”queste persone non debbono visitare l’India e se lo faranno saranno responsabili per le conseguenze”.
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Minacce agli atleti stranieri che parteciperanno ai Commonwealth Game
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Ancora bombe in India, 64 in meno di sei mesi
E’ di 61 morti e 470 feriti il bilancio delle 13 esplosioni che nel giro di 10 minuti hanno scosso quattro distretti dello stato nord orientale indiano dell’Assam. Erano le 11.25 quando la prima esplosione e’ stata avvertita nella citta’ principale dello stato, Guwahati, sotto la sopraelevata di Ganeshguri, vicinissima al tribunale distrettuale e nei pressi della zona del parlamento locale, ad appena cento metri dalla residenza del primo ministro. Da un cortile del tribunale si e’ alzato del fumo nero che ha invaso anche l’ufficio del vice procuratore, e la polizia crede che la bomba sia stata piazzata su un motorino. Pochi minuti dopo, altre esplosioni sono avvenute nei mercati affollati Pan Bazar e Fancy Bazar, per poi terminare alle 11.35 con l’ultima esplosione nei pressi del policlinico Dyspur. Quasi simultaneamente, altre bombe sono esplose nel mercato del pesce, in uno di verdure e nei pressi della stazione di Kokrajhar, citta’ dell’ovest dello stato. Sempre negli stessi minuti altre bombe sono esplose nelle citta’ di Barpeta e di Bogaingaon. 31, secondo il bilancio ufficiale annunciato dal primo ministro dello stato Tarun Gogoi, le vittime a Guwahati, dove una folla inferocita con la polizia, per la mancanza di sicurezza, ha attaccato gli agenti che, per difendersi, hanno fatto fuoco in aria. Per questo e’ stato imposto il coprifuoco in citta’, poi tolto dopo diverse ore, mentre lo stato di allerta e’ stato aumentato in tutto il paese. Al momento, non e’ stata fatta nessuna rivendicazione ufficiale. Nell’immediatezza delle bombe, la polizia e i politici hanno puntato il dito contro l’ULFA (United Liberation Front of Assam, Fronte di Unito di Liberazione dell’Assam), che dal 1979 combatte per affermare l’indipendenza dell’Assam da New Delhi, attraverso attentati anche al di fuori dello stato. Aanjan Borthakur, uno dei membri pubblici dell’ULFA, in una mail inviata ad alcuni giornali ha negato il coinvolgimento del suo gruppo negli attentati, condannandoli. Il governo assamese pero’ non crede a questa presa di distanza ed e’ convinto, da fonti di intelligence, che altri gruppi abbiano aiutato i separatisti. In particolare, gli agenti indiani sono convinti che anche l’HUJI, (Harkat-ul-Jihad-al Islami, il Movimento della Guerra Santa Islamica) una formazione terrorista legata ad Al Qaeda, nata in Pakistan con ramificazioni in India e in Bangladesh. Proprio il gruppo di questo stato, confinante con l’Assam avrebbe piazzato la prima bomba di Guwahati di concerto con quelli dell’Ulfa. Su una cosa gli inquirenti sono d’accordo: e’ stato usato in diversi attentati l’esplosivo RDX, gia’ usato dall’ULFA e, soprattutto, si e’ trattato di una serie di potenti attentati ben congegnati, che nel giro di 10 minuti hanno gettato nel terrore 4 distretti dell’Assam. L’India e’ sotto shock. Il ministro degli interni indiano Shivraj Patil, nel condannare le bombe, ha invitato tutti alla calma. In meno di sei mesi, l’India ha registrato 64 bombe in sei stati, che hanno provocato la morte di 220 persone e il ferimento di 900.
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