In tilt, in India, il megacomputer che doveva gestire la prima prova dell’accesso degli studenti agli Indian Istitute of Management sparsi su tutto il territorio nazionale. Quando stamattina gli oltre 240.000 primi aspiranti si sono collegati al computer per cominciare il test in dieci giorni, hanno avuto una brutta sorpresa: il programma non funzionava. E’ la prima volta che in India gli esami di ammissione alle prestigiose universita’ e agli istituti di istruzione superiore vengono effettuati tramite computer. Nessuno sa spiegare il fallimento del programma, realizzato da una societa’ americana in collaborazione con un’indiana. Almeno sei le citta’ nelle quali il programma non ha funzionato, tra queste Calcutta, Delhi, Chennai, Mumbai e soprattutto Bangalore, la capitale dell’Information Technology indiana, la Silicon Valley del sud est asiatico, dove hanno sede tutte le grandi aziende indiane e straniere di software. La direzione degli Indian Istitute of Management hanno assicurato che gli studenti avranno un’altra possibilita’ per tentare l’esame. L’anno scorso oltre 276.000 studenti tentarono l’accesso al network di istituti diffuso in tutto il Paese. L’esame veniva effettuato su moduli a lettura ottica. Ma problemi erano stati segnalati anche prima. All’atto della registrazione di quest’anno, molti aspiranti studenti si sono lamentati che il programma non funzionava.
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In tilt i computer, niente test di accesso alle università. Alla faccia del paese del software
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500 mila disoccupati in più in India
A causa della crisi mondiale, 500 mila persone hanno perso il lavoro in India tra ottobre e dicembre del 2008. Lo rende noto uno studio condotto dal ministero del lavoro indiano. Lo studio ha preso in esame 20 centri in undici stati, comprendendo otto tra i maggiori settori dell’economia indiana come tessile, metallurgico, information technolgy e outsorcing, automobilistico, gioielleria e pietre, trasporti, costruzioni e industria mineraria. In questi settori, il totale degli addetti e’ sceso da 16,2 milioni nel settembre 2008 a 15,7 milioni nel dicembre dello stesso anno. I settori destinati all’esportazione hanno visto il calo maggiore, con la gioielleria che ha perso l’8,43% della sua forza lavoro. A seguire, i settori metallurgico e tessile, con perdite del 2,6% e dell’1,29% della loro forza lavoro. Anche sul lato interno, la gioielleria e’ risultato il settore con la maggior perdita di addetti, con una percentuale dell’11,9%, seguita dal settore automobilistico e da quello dei trasporti che hanno perso rispettivamente il 4,79% e il 4,03% dei loro addetti.
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