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Du iu spik inglish?

L’India e’ il paese al mondo dove si parla di piu’ inglese dopo gli Stati Uniti. Gli anglofoni sono 125 milioni, anche se rappresentano solo il 10% circa della popolazione indiana. A tracciare oggi un quadro del groviglio di lingue parlate nel grande paese asiatico e’ l’edizione domenicale di The Times of India, che pubblica i dati dell’ultimo censimento su bilinguismo e trilinguismo nazionale. Dalle statistiche risulta che l’inglese e’ l’idioma piu’ diffuso dopo l’hindi, la lingua usata dal governo nei documenti ufficiali. L’hindi e’ parlato da ben 552 milioni di persone concentrate a New Delhi e negli stati settentrionali. La costituzione indiana riconosce altre 21 lingue nazionali, mentre i dialetti sono diverse centinaia. Secondo il rapporto 255 milioni di indiani parlano almeno due lingue, mentre oltre 87 milioni sono trilingue, ma quanti praticano l’inglese, lasciato in eredita’ dai colonizzatori britannici, sono 125 milioni di indiani, il doppio della popolazione del Regno Unito. Al terzo posto della Torre di Babele indiana si colloca il Bengali, parlato da 91 milioni di abitanti dello Stato orientale del Bengala Occidentale. Infine, circa 85 milioni di indiani parlano Telugu e lo stesso numero si esprime in Marathi, praticato a Mumbai.

fonte: ANSA

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I socialisti dicono no al pc e all’inglese

Se sarà determinante nella formazione del governo che nascerà dalle imminenti elezioni in India, il Samajwadi Party (Partito socialista) si batterà per l’eliminazione dell’inglese nel sistema scolastico, la riduzione drastica dell’uso dei computer nella pubblica amministrazione e di grandi macchinari in agricoltura. Presentando oggi il manifesto per le elezioni che cominceranno il 15 aprile e dureranno un mese, il leader del Partito socialista, Mulayam Singh Yadav, ha sostenuto che “l’uso dei computer negli uffici sta creando disoccupazione. Il nostro partito ritiene che se un lavoro può essere fatto usando le mani, non c’é alcuna necessità di un pc”. Per quanto riguarda l’inglese, Mulayan Singh ha assicurato che “ci batteremo per togliere l’obbligatorietà dello suo studio nelle scuole, utilizzando dovunque possibile la nostra lingua nazionale (hindi) e i dialetti regionali”. Sui macchinari agricoli, il leader politico ha ricordato che “la stagione della mietitura portava lavoro ai contadini per almeno sei mesi ma le nuove macchine finiranno per falcidiare i loro introiti”. Il Samajwadi Party, che propone il socialismo democratico, è la quarta formazione politica del Parlamento indiano e, pur cercando di mantenere una certa equidistanza fra il Partito del Congresso al potere ed il Bharatiya Janata Party (Bjp), è più vicino al primo a livello nazionale e nella sua roccaforte dell’Uttar Pradesh.

fonte: Ansa

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Ui ar oll fluent in inglish

Navigando sul web, mi sono imbattuto in questo articolo di Borgomeo su Repubblica, sulla pericolosità delle strade indiane. Nulla di nuovo. Se non foss’altro che l’articolo mi ha fatto sorgere qualche dubbio. Leggetelo bene, non vi sembra che qualcosa non vada? Sarò io malpensante, ma credo che si sia preso spunto da un altro articolo, e usato babelfish o qualcosa di simile per la traduzione di alcuni pezzi.

Non a caso, nell’articolo di Borgomeo, l’intervistato viene citato:

…ha spiegato infatti Rohit Baluja di Delhi l’Istituto di Istruzione sulla circolazione stradale…

e nell’articolo originario c’è scritto:

…Rohit Baluja of Delhi’s Institute of Road Traffic Education said…

La cosa mi ha fatto venire alla mente uno spassosissimo post dell’amico Tuttoqua, che analizza gli italiani che parlano un Fluent English.

Della serie, Noio Volevam Savuar.

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