Tra centinaia di bandiere rosse cinesi e altrettanti cinesi, la fiamma di Olimpia e’ arrivata oggi nello Sports Complex di Islamabad accolta tra ingenti misure di sicurezza. Nessun problema per l’organizzazione ne’ dai manifestanti pro Tibet, ne dai temuti attacchi terroristici. D’altronde il Pakistan aveva poco da temere dalle manifestazioni anti Cina. Pechino e’ il partner commerciale piu’ importante per Islamabad, dal quale il Pakistan acquista la maggior parte dei suoi armamenti. In un’area deserta guardata da 3000 agenti, piena solo di cinesi e di pochi autorizzati, il fuoco olimpico e’ arrivato a bordo di un calesse per essere poi trasferito alla torcia olimpica posta in primo luogo nelle mani, congiunte, del primo ministro Syed Yousuf Raza Gilani e il quelle del suo nemico, il presidente Pervez Musharraf, il quale era appena tornato da Pechino. Solo 8000 persone ammesse a seguire la cerimonia che si e’ svolta prima sulle strade del complesso, poi la fiaccola e’ stata accesa all’esterno dello stadio Jinnah nel quale i 70 tedofori hanno, percorrendo pochi metri a testa, fatto il giro del campo, per poi finire allo stadio della ginnastica dove si e’ svolto lo spettacolo chiuso dai fuochi d’artificio. Al termine della cerimonia, il fuoco di Olimpia e’ stato portato all’aeroporto della base dell’aeronautica di Rawalpindi, da dove in tarda serata l’aereo con la fiamma dipinta sulla carlinga, e’ partito per Delhi dove arrivera’ in nottata. E l’attenzione si sposta ora in India, dove si attendono forti manifestazioni di protesta, dal momento che il paese di Gandi ospita non solo il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio, ma anche oltre 100 mila tibetani della diaspora. Nella capitale indiana sono state approntate misure di sicurezza simili a quelle utilizzate per la parata militare. Dopotutto il percorso e’ lo stesso: la fiaccola partira’ intorno alle 15 ora locale dal Rashtrapati Bhavan, l’ex residenza del vicere’ britannico ora residenza del presidente della repubblica indiana, e lungo la diritta Raj Path raggiungera’ il Gate of India, il monumento ai caduti. 70 tedofori, tra i quali non ci sara’ il campione di cricket Sachin Tendulkar, tra sportivi e vip, si alterneranno per 3 chilometri nel percorso ridotto dai 9 iniziali, per esigenze di sicurezza. A sorvegliare la fiaccola oltre 15000 agenti ai quali si aggiungono reparti speciali della polizia cinese. Per l’occasione, il monumento ai caduti e’ stato gia’ chiuso oggi al pubblico con barriere e filo spinato. Lo stesso accadra’ a tutta l’area da domani all’una. Non solo: tutti i ministeri indiani che affacciano sulla strada, quasi tutti quelli dell’amministrazione centrale indiana, dovranno essere svuotati entro le 13 di domani. Porte e finestre dovranno essere sbarrate e a nessuno sara’ permesso di circolare. Tiratori scelti saranno dispiegati sui tetti. E domattina alle 10 ci sara’ invece l’assemblea dei manifestanti pro Tibet al Raj Gaht, dove Gandhi fu cremato. Da qui, partira’ una controstaffetta fino al Jantar Mandir, il luogo dove il governo indiano da oltre un mese ha permesso ai tibetani di manifestare. Sono attesi oltre 3000 manifestanti.