Migliaia di attivisti maoisti nepalesi stanno manifestando da stamattina dinanzi al distretto amministrativo di Kathmandu, la cittadella nella quale ci sono gli uffici governativi. Lo riferisce la stampa nepalese. Guidati dal leader del partito maoista del Nepal, l’ex primula rossa ed ex primo ministro Puhpa Kamal Dahal detto Prachanda, il terribile, ex ministri, esponenti ed attivisti arrivati da tutto il Nepal sono impegnati in un ‘gherao’ la protesta con la quale si circonda il luogo nel quale si vuole manifestare, impedendo ai dipendenti della struttura di entrare. La polizia ha schierato centinaia di agenti in stato antisommossa. La manifestazione di oggi fa parte di una serie di proteste che da giorni i maoisti, ex guide del primo governo repubblicano nepalese, stanno tenendo nel paese e soprattutto a Kathmandu, provocando disagi alla popolazione. Al centro delle loro proteste, lo stallo politico e le azioni del presidente nepalese Ram Baran Yadav, accusato di agire contro il paese. I maoisti hanno vinto le elezioni l’hanno scorso, risultando il partito di maggioranza e formarono il governo. Ma alcuni segnali di crollo arrivarono gia’ in tempi brevi, che portarono all’elezione del presidente nepalese nella persona di uno dei leader del partito che si oppone ai maoisti. Yadav, in uno dei suoi primi atti, decise di revocare la decisione del governo di Prachanda di rimuovere il capo dell’esercito che non voleva fare entrare i membri dell’ex esercito irregolare maoista nelle fila di quello regolare nepalese. Questa decisione porto’ alle dimissioni di Prachanda e all’uscita dei maoisti dal governo. Lo stesso leader maoista, intervistato stamattina mentre guidava la protesta, ha detto di sperare che il problema si possa risolvere nel giro di una settimana e che il Nepal possa riprendere la via intrapresa con la caduta della monarchia e l’inizio della repubblica.
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Nepal: il governo si riunisce sull’Everest contro i cambiamenti climatici
Il governo nepalese e’ pronto a tenere una riunione dell’esecutivo sul campo base dell’Everest per attirare l’attenzione degli altri paesi sui pericoli legati al cambiamento climatico, in previsione della conferenza internazionale di Copenaghen di dicembre prossimo. Lo ha detto ai giornalisti a Kathmandu il ministro dell’ambiente e delle foreste del Nepal Deepaak Bohara. ”Ci riuniremo sul Sagarmatha (nome nepalese dell’Everest, ndr), per attirare l’attenzione sull’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’Himalaya”, ha detto Bohara. non e’ stata ancora decisa la data del consiglio dei ministri a quota 5300 metri, 3500 metri sotto alla vetta della montagna piu’ alta del mondo ai confini tra Nepal e Cina (Tibet). L’idea di Bohara e’ di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale cosi’ come ha fatto durante il mese scorso il governo maldiviano che si e’ riunito sott’acqua. Bohara ha sottolineato come il suo paese, patria di otto delle 14 montagne piu’ alte del mondo, sia molto vulnerabile ai cambiamenti climatici, anche se e’ responsabile del rilascio di solo lo 0,025% delle emissioni gassose, tra le piu’ basse al mondo. Ma a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato all’innalzamento delle temperature, i ghiacciai himalayani, che servono diversi paesi asiatici, stanno sciogliendosi.
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Rivolta degli intoccabili del Nepal: non mangeremo animali sacrificali
Gli intoccabili nepalesi sono sul piede di guerra e minacciano di boicottare l’importante festa religiosa di Dashain che cade fra pochi giorni. I dalit da sempre vengono chiamati, in occasione di Dashain e di altre ricorrenze religiose, a raccogliere i resti degli animali sacrificati durante le funzioni religiose e a consumarli. Questa pratica e’ riservata a loro, perche’ gli animali sacrificati sono considerati impuri e nessun induista ne puo’ mangiare, altrimenti ne paga in termini di merito per la vita futura. Ma le carcasse dei bufali, galline, oche che vengono offerte alla dea Durga, dea della potenza, quest’anno rischiano di restare nei templi, perche’ i Dalit non vogliono piu’ consumare le loro carni. Soprattutto i giovani dalit si stanno ribellando, spiegando la loro decisione con il fatto che questa pratica aggrava lo stato di discriminazione in cui sono costretti a vivere. La protesta dei Dalit e’ stata appoggiata anche da diverse associazioni per i diritti umani, ma e’ osteggiata da organizzazioni induiste che vogliono mantenere le tradizioni.
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Bonus a uomini per sposare vedove, protestano le donne in Nepal
L’idea del governo nepalese di offrire un bonus di 50.000 rupie (circa 460 euro) a uomini che accettino di sposare vedove non è stata bene accolta dalle organizzazioni femminili locali che hanno organizzato oggi nel centro di Kathmandu una manifestazione di protesta. Pochi giorni fa l’esecutivo ha inviato al Parlamento un provvedimento in base al quale il ministero delle Finanze verserebbe la somma entro 30 giorni dalla registrazione del matrimonio, in una iniziativa mirante, secondo le autorità, a rompere l’ostracismo di cui le vedove sono vittime. Kunda Sharma, tesoriera dell’organizzazione Donne per i diritti umani (Whr), ha dichiarato ai media locali che su questa “decisione non siamo state consultate, e abbiamo cominciato a ricevere telefonate di protesta 15 minuti dopo la diffusione della notizia”. Così, al grido di slogan come “non potete vendere le vostre madri” e “non vogliamo le doti del governo” centinaia di donne, vedove ma anche nubili, hanno sfilato per le vie del centro, verso la residenza del primo ministro. Lily Thapa, fondatrice del Whr, ha duramente respinto il progetto replicando che “noi non siamo commodities e non accettiamo un simile trattamento. Questa nuova politica viola il nostro diritto a vivere con dignità”. Uno dei punti deboli del provvedimento sarebbe, secondo le organizzazioni femminili, che esso potrebbe spingere un uomo a sposarsi con una vedova per ricevere il bonus e poi abbandonarla di nuovo al suo destino. Shankar Adhikari, portavoce del ministero delle Finanze, ha però obiettato che, sicuramente, le donne nepalesi “hanno il diritto di vivere come vogliono, ma in Nepal le vedove sono spesso disprezzate, ed è questo ciò che ci proponiamo di cambiare”. Ma la Whr insiste che questo approccio non fa altro che complicare il problema e che il governo dovrebbe “favorire l’occupazione di un membro della famiglia della vedova, o stabilire per essa un contributo mensile, o ancora ideare misure sanitarie, alimentari e scolastiche che allevino il peso finanziario della famiglia”.
fonte: Ansa
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L’eclissi in India e Nepal, due morti e bagno purificatore
Due persone sonno morte a Varanasi, la ex Benares indiana citta’ sacra dell’induismo, uccise mentre si recavano sul Gange per partecipare al bagno purificatore dopo l’eclissi. Secondo la polizia una persona e’ morta per annegamento mentre si bagnava nel fiume, le cui acque sono alte a causa dei monsoni, mentre una seconda e’ stata schiacciata dalla folla. Subito dopo il passaggio dell’eclissi da Varanasi, infatti, come consigliato dagli astrologi, oltre 70000 persone si sono recate sul Gange per effettuare un bagno purificatore e lavarsi dagli influssi, da molti astrologi ritenuti non favorevoli, del fenomeno astronomico. Un centinaio i feriti ricoverati in ospedale. Anche in Nepal stamattina migliaia di cittadini hanno assistito all’eclissi, visibile in 14 distretti del paese himalayano, a cominciare dalle 5.45 del mattino fino alle 7.48. Nella capitale Kathmandu, per strada e sui balconi si sono riuniti alle 6.50 i nepalesi, che poi si sono riversati a Pashupatinath, la ”Benares del Nepal” sulle rive del fiume sacro Bagmati, per il bagno rituale. Il monsone ha parzialmente offuscato la vista in alcune zone, mentre in altre il cielo si e’ oscurato come fosse sera e lo spettacolo astronomico e’ stato notevole. Consigliato dagli astrologi (il Nepal e’ a maggioranza induista), il ministro degli interni ha dichiarato per oggi una festa nazionale, lasciando chiusi uffici, fabbriche, scuole e anche missioni diplomatiche sia estere che nepalesi all’estero.
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