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Buon 2066 a tutti

Mi scuseranno i miei amici nepalesi se con ritardo auguro loro Buon Anno Nuovo 2066. A  causa delle elezioni indiane non si è capito niente e io mi sono dimenticato di festeggiare per loro.

BUON 2066

Già perchè in Nepal sono avanti su tutto (Niki, era una battuta…) per cui sono 57 anni avanti a noi e l’anno comincia secondo il calendario lunare, intorno al 13 o 14 del nostro aprile, corrispondente al primo del mese di Baisakh nel calendario nepalese. Quest’anno il primo giorno dell’anno nepalese è stato il nostro 14 aprile, festeggiato con tutti gli onori, i carri, le feste…

Però, poichè le cose così sono troppo semplici, i newari, che sono una etnia numerosa soprattutto nella valle di Kathmandu, festeggiano il capodanno intorno alla festa di Diwali, (o Deewali, Deepawali, Tihar) che capita nel mese di Kartik (ottobre-novembre). I Newari hanno un calendario che è 880 anni indietro rispetto a quello gregoriano per cui ci troviamo nel 1128. Che casino

Mese di Baisakh del 2006

Mese di Baisakh del 2066

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Rubano alla Kumari e lei non si fa vedere più

La Kumari, la dea bambina del Nepal, ha deciso di non affacciarsi più dalle finestre del suo ricco palazzo, almeno finché il Governo non avrà preso provvedimenti. I numerosi turisti che si stanno recando in Nepal in questi giorni rimarranno dunque delusi. La decisione è stata adottata dopo che nei giorni scorsi alcuni ladri hanno sottratto dei fregi dal suo lussuoso palazzo a Durbar Square, nel centro della capitale nepalese Kathmandu. “Abbiamo preso questa decisione – spiega Gautam Shakya, membro di un’associazione che si occupa della tutela della zona – per protestare contro l’inerzia del governo nel proteggere l’eredità culturale e storica del Paese, che per noi è senza prezzo”. “Da lunedì scorso non permettiamo ai turisti di entrare nel palazzo della kumari – continua Shakya – e la dea non apparirà in pubblico fino a quando il governo non prenderà dei provvedimenti”. Il palazzo della Kumari, ricchissimo di fregi e decori, rappresenta uno dei bersagli preferiti soprattutto dei ladri di antichità. “Per entrare nella piazza dove si trova anche il tempio della Kumari – commenta ancora Shakya – i turisti devono pagare 300 rupie, ma quello che è assurdo è che neanche una piccola parte del denaro raccolto viene utilizzato per la conservazione, la protezione di queste opere d’arte. Non ci sono opere di restauro, non ‘c’e sicurezza, nella piazza non ci sono nemmeno delle luci”. La tradizione della Kumari è sopravvissuta alla trasformazione del Nepal in repubblica e all’abolizione della monarchia. Lo scorso anno a Kathmandu è stata scelta la quattordicesima kumari, Matina, che al momento della sua elezione aveva solo tre anni.

ringrazio la mia amica Niki per la segnalazione.

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Scelta la nuova Kumari di Kathmandu

Matina in una foto Reuters

Si e’ insediata oggi, nel suo palazzo nel quale vivrà da dea presumibilmente i prossimi 7-8 anni, la Kumari, la dea bambina che, secondo la tradizione nepalese, quale incarnazione della dea Taleju, deve proteggere il Nepal. Matina Shakya, a soli tre anni, e’ stata scelta come dea vivente e andra’ a sostituire Preeti Shakya che all’eta’ di 12 anni e sul trono dal 2001, deve lasciare essendo arrivata alla puberta’ e avesse il primno ciclo mestruale, che la renderebbe impura. La piccola Matina e’ stata scelta da quattro preti chiamati dal Guthi Shashtan, una organizzazione del governo che si occupa per conto dello stesso degli affari culturali e religiosi. La bambina, secondo la tradizione, e’ stata gia’ separata dai propri genitori e ha fatto il suo ingresso nel Kumarighar, il palazzo al centro di Kathmandu dal quale uscira’ solo poche volte all’anno per seguire le feste religiose, senza poter mai mettere piede a terra. E’ la prima Kumari ad essere nominata in tempi di governo maoista, la prima senza la monarchia. Dinanzi a lei, prima si inginocchiava il re, adesso lo fara’ il presidente. Alla piccola Matina, come da tradizione, sono stati dipinti gli occhi con il kajal ed e’ stata vestita di rosso. Di lei, da ora in avanti, si occuperanno due persone, due nuovi genitori. Si affaccera’ dalla sua finestra intarsiata per salutare i turisti e benedira’ i pellegrini. Quella di Kathmandu, e’ la Kumari piu’ importante del Nepal. Nelle altre citta’ della valle della capitale nepalese ci sono altre Kumari, ma meno importanti di quella di Kathmndu. Secondo la tradizione, la kumari viene scelta all’interno della comunita’ newar, una delle etnie piu’ popolose del Nepal. Appartiene alla casta buddista dei Sakya, la stessa alla quale apparteneva Gautama Siddharta, diventato il Buddha. Il sacerdote del tempio di Taleju, analizza l’oroscopo della candidata non solo per controllare che sia favorevole, ma soprattutto per assicurarsi che non sia in conflitto con quello del paese. L’eletta deve possedere le ”32 perfezioni”, tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti.  Dietro questa esile figura ingioiellata e truccata c’e’ comunque un misto di storia, tradizione e leggenda. Quella che sorprende di piu’ e’ la storia umana di una bambina, strappata alla sua famiglia all’età di tre-quattro anni per diventare la dea in terra. Non lo sara’ a vita, ma fino al primo mestruo o fino a quando dovesse ferirsi e perdere sangue o perdere un dente. Non le e’ neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta. Per questo motivo i sacerdoti che la scelgono devono verificarne anche la forza di carattere. Come prova, la fanno dormire in una stanza buia tra le teste di capre e di bufali sacrificati in suo onore. Se resiste, viene eletta Vergine divina. Una volta eletta, la bambina-dea subisce l’isolamento dalla vita quotidiana: per evitare che si ferisca, vive da sola, lontano dagli altri bambini e dalla sua famiglia; la kumari ha la possibilita’ di uscire soltanto tredici volte all’anno in occasione delle feste principali. Ed anche in queste occasioni non puo’ camminare da sola, per non farsi contaminare dalla terra: viene sorretta dai portantini in processione, mentre i sudditi devono tenere lo sguardo basso. Smessi i panni della dea, la bambina torna a casa dalla sua famiglia, incontrando spesso notevoli difficolta’ di reinserimento. Pare inoltre che la maggior parte delle ex Kumari abbiano anche la difficolta’ a trovare marito, perche’una superstizione vuole che il marito della ex Kumari muoia a pochi mesi dal matrimonio. E spesso, rimaste vedove, alle incarnazioni di Taleju non rimane altra via che quella della prostituzione, o di un dorato esilio con il vitalizio dovuto alle ex kumari. L’alta corte nepalese, l’estate scorsa, ha emesso una ordinanza con la quale si chiede per la Kumari, il rispetto dei diritti umani fondamentali. Ma niente e’ cambiato.

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Anche la Kumari, secondo i giudici, deve avere diritti

La Suprema Corte del Nepal ha stabilito che le “Kumari“, le bambine considerate delle vere e proprie divinità e di cui la più famosa è quella di Kathmandu, devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri bambini, in accordo con la Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo. La decisione della Suprema Corte si è avuta a seguito a una denuncia presentata circa tre anni fa da un avvocato nepalese che aveva sottolineato come “non ci siano ragioni storiche né religiose che possano giustificare il fatto che alle Kumari vengano di fatto negati alcuni diritti fondamentali”. Nella sua denuncia l’avvocato aveva fatto notare come le Kumari, e più di tutte quelle di Kathmandu, siano private della libertà di muoversi, di vedere i propri familiari, di andare a scuola e persino di mangiare ciò che più piace loro. La Kumari è parte di una antica tradizione religiosa nepalese in base alla quale una bambina molto piccola, dopo aver superato dure prove e selezioni, viene eletta “Kumari”, una sorta di dea, venerata per questo da tutta la popolazione del luogo. La Kumari più famosa, quella della capitale, in particolare, viene sottratta alla sua famiglia di origine e portata a vivere in un palazzo dove vive segregata, senza poter uscire se non in occasione di alcune cerimonie religiose. La posizione di “Kumari” dura fino alla pubertà o comunque fin quando la bambina si ferisce e perde sangue, segno di impurità

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Via il re, ma chi si occupa ora della Kumari?

Chi dovrà ora consacrare la nuova Kumari? In Nepal è caos perché nessuno sa come comportarsi per la consacrazione della dea bambina. Prima, infatti, la consacrazione era gestita dal primo sacerdote del re. Ma da quando il Nepal è diventato una repubblica e si è messo fino ai 240 anni di monarchia, ci si pone ora il problema della dea bambina. Un mio caro amico, al quale ho chiesto sul destino della kumari, mi ha detto che è una tradizione che ora andrà a finire.

Intanto a Bhaktapur, una delle città della valle di Kathamandu, si è tenuto un incontro per eleggere la nuova kumari della città. L’incontro è stato deciso dopo che il GSCO (il Guthi Sansthan Central Office, un organismo governativo deputato a queste decisioni) ha proposto, come nuova kumari di Bhaktapur, Shreeya Bajracharya, una bambina di sei anni.

Nella piccola città della valle, infatti, il “posto” di kumari è ormai vacante sin dallo scorso 19 gennaio, quando la kumari precedente, Sajani Shakya, si e’ ritirata.

Fino ad ora era il sacerdote del re ad avere l’autorità di decidere e dire l’ultima parola sull’approvazione delle kumari. Ora, con l’abolizione della monarchia, le cose sono cambiate e, per decidere sulla faccenda, sono stati consultati numerosi esperti ed è anche stato informato il Ministero delle riforme.

Narendra Prasad Joshi, capo del tempio di Taleju a Bhaktapur, insieme al suo aiutante, Nhuchhe Ratna Shakya, ha scelto la piccolo Shreeya fra molte altre ragazzine tra i due anni e mezzo e i sette anni. La scelta della bambina destinata a rivestire il ruolo di Kumari avviene seguendo un ben preciso rituale religioso.

Finora inoltre, i sacerdoti dovevano verificare che l’oroscopo dell’aspirante dea fosse compatibile con quello del re. In base alla tradizione, l’aspirante kumari deve possedere 32 qualità. La piccola Shreeya, hanno detto i responsabili del Guthi Sansthan, ha espresso una forte volontà di essere la nuova kumari di Bhaktapur e anche i suoi genitori ne sarebbero molto felici, aggiungendo che la bambina possiede molte delle qualità richieste tra cui la pelle chiara, i capelli e gli occhi neri e una voce cristallina.

La Kumari di Bhaktapur percepisce, come stipendio, 1700 rupie nepalesi mensili (circa 17 euro) da parte del Ministero delle Finanze e 450 rupie nepalesi mensili (circa 4 euro) dal Guthi Sansthan Central Office. A differenza della kumari di Kathmandu, che vive in un palazzo lontana dalla sua famiglia di origine, a Bhaktapur la kumari rimane con i suoi genitori.

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In pensione anticipata la Kumari, la dea bambina

E’ andata in pensione a 11 anni la Kumari di Bhaktapur, citta’ nella valle di Kathmandu, considerata tra le tre piu’ importanti dee viventi del Nepal. Sanjani Shakya avrebbe avuto ancora pochi anni di deità, almeno, come prevede la regola, fino alla pubertà o fino a quando non si sia ferita.

La ragazza era stata già al centro l’anno scorso di polemiche per aver lasciato Bhaktapur alla volta degli Sati Uniti, nei quali aveva fatto un viaggio. Al suo ritorno si formarono due fazioni: da un lato coloro che chiedevano una modernizzazione della figura della Kumari e quindi la possibilità, vietata dalle regole, di lasciare il paese. Dall’altra i tradizionalisti che non avevano visto di buon’occhio questa scelta del viaggio.

La famiglia di Sanjani ha fortemente chiesto che la loro pupilla lasciasse il trono, dopo questi mesi di accese polemiche. E la scelta non è parsa vera all’organizzazione che gestisce la vita della Kumari, tanto che si sono subito messi alla ricerca di una nuova kumari, secondo le regole tradizionali.

Qui una serie di foto sul Nepal.

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