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Riapre il Marriott di Islamabad

Ha riaperto i battenti l’hotel Marriott di Islamabad, l’albergo teatro di un attentato terroristico che il 20 settembre scorso costò la vita ad almeno 80 persone tra le quali alcuni stranieri. Con una cerimonia alla quale ieri hanno partecipato esponenti del governo pachistano e ambasciatori di Paesi stranieri, il proprietario della struttura, Sadruddin Hashwani, come aveva promesso all’indomani della tragedia, in 90 giorni ha riaperto le porte dell’albergo, che è sempre stato il punto di riferimento della comunità internazionale ad Islamabad. L’hotel Marriott, ricostruito nelle parti danneggiate, ha anche incrementato le misure di sicurezza, con l’istallazione di telecamere, metal detector e uno speciale muro a prova di bomba che protegge le stanze e la hall, grazie all’utilizzo di una speciale lega che resiste ed assorbe lo shock provocato da esplosioni anche molto violente. Il 20 settembre scorso un kamikaze a bordo di un camion bomba con almeno 70 chilogrammi di esplosivo si fece esplodere dinanzi all’ingresso dell’albergo, mentre nello stesso erano in corso diversi ricevimenti con ospiti del governo pachistano e ambasciatori stranieri.

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La giornata in Pakistan

Riporto di seguito una serie di notizie che riguardano la giornata odierna in Pakistan. Partono dalle più recenti alle più vecchie.

Il presidente pachistano Asif ALi Zardari e il primo ministro Yousuf Raza Gilani sarebbero dovuti essere all’hotel Marriott sabato sera quando è esploso il camion bomba che ha provocato almeno 60 vittime e 260 feriti. Lo ha detto in conferenza stampa a Islamabad il ministro degli interni Rehman Malik. Il ministro ha spiegato che entrambi, insieme ad altri ministri e politici, oltre che a dignitari stranieri, avrebbero dovuto partecipare al ricevimento in onore di Zardari, in occasione del suo primo discorso da presidente dinanzi al parlamento riunito, organizzato dal presidente della camera Fehmida Mirza. All’ultimo momento, forse anche per il informazioni di sicurezza che avevano parlato di un attentato in quei giorni, il ricevimento è stato spostato alla residenza del primo ministro, non lontana dall’hotel Marriot. Malik ha ribadito che il bilancio delle vittime è ufficialmente fermo a 60, anche se ci sono alcuni corpi non identificati per i quali si dovranno fare dei test del DNA. Tra questi si cercano un diplomatico danese e uno egiziano.

Gli investigatori pachistani stanno cercando una cellula di Al Qaida che ha base ad Islamabad. Da qui sarebbero partiti i kamikaze che hanno messo a segno l’attentato.

Intanto a Peshawar è stato rapito il console afghano Abdul Khalil Farahi e uccisa la sua guardia del corpo.

Gli americani continuano ad entrare su suolo pachistano senza autorizzazione. E i pachistani non ci stanno e sparano. L’ultimo episodio stamattina, quando truppe pachistane hanno sparato contro elicotteri americani. Secondo la televisione pachistana Dawn, l’episodio e’ avvenuto nei pressi del villaggio di Lwara Mubndi, nel Nord Waziristan, a 80 chilometri dalla città più importante del distretto, Miranshah. Qui le forze di sicurezza pachistane, sia truppe regolari dell’esercito che forze paramilitari sotto il comando del ministro degli interni pachistano, sono impegnate da mesi in scontri con i taleban e militanti di al Qaida. Non ci sono commenti immediati da parte dei militari pachistani ne’ da parte di ufficiali americani di stanza in Afghanistan. Un altro episodio simile era stato registrato la settimana scorsa nella stessa area, ma fu smentito da entrambe le parti in causa. Si parlo’ di militanti delle tribù pachistane che, spaventati dalle incursioni aeree, avevano sparato in aria per impedire l’arrivo di soldati americani.

Sono considerate concluse, in molte parti dell’Hotel Marriott, le operazioni di ricerca di altre vittime. Lo riferisce la televisione pachistana Geo Tv. I soccorritori avrebbero cercato in tutte le 298 stanze dell’albergo e nella maggior parte della struttura e, secondo quanto ha riferito la tv, non ci sarebbero possibilità di trovare altre vittime nell’albergo distrutto. Gli investigatori hanno comunicato di aver completato le prime indagini sull’attentato terroristico e che un primo dossier sulle modalità dell’attentato sarà reso noto oggi. Gli ingegneri hanno detto che la struttura e le fondamenta dell’albergo sono solide e sicure, il piano terra e il tetto sono state danneggiati dall’esplosione. Nonostante il crollo di una piccola parte della parte posteriore, gli ingeneri escludono la possibilità che l’intera struttura possa crollare. Sadruddin Hashwani, il proprietario pachistano dell’albergo, ha detto di voler ricostruire in tre mesi l’hotel e che nessun dipendente perderà il lavoro.

La British Airways ha deciso di sospendere i voil in Pakistan. “Abbiamo provvisoriamente fermato i nostri voli verso il Pakistan in seguito all’attentato suicida di sabato”, ha detto all’Afp, Sohail Rehman, portavoce del portavoce di British Airways a Islamabad. L’ultimo collegamento aereo Londra-Islamabad assicurato dalla compagnia aerea britannica risale a ieri. “La nostra sede di Londra sta valutando la situazione e, per il momento, non siamo ancora in grado di fornire informazioni sulla ripresa delle nostre operazioni”, ha aggiunto il portavoce.

Potrebbe esserci il gruppo jihadista taleban Harkatul Jehadul Islam (HUJI) dietro l’attentato di sabato sera all’hotel Marriott di Islamabad e non il Tehrik-e-Taliban di Baiatullah Mehsud come si è detto dall’inizio delle indagini. Lo scrive stamattina il quotidiano The News, riferendo informazioni di intelligence. Secondo quanto scrive il quotidiano, l’attacco di sabato ha dei precedenti chiari nei modi e per i materiali usati, che fanno pensare al coinvolgimento dell’Huji. In particolare, sono quattro gli attentati simili a quello di sabato sera che fanno propendere per la responsabilità dell’Huji anche nell’attacco al Marriott. Il 4 marzo di quest’anno, un kamikaze tentò di sfondare il cancello di ingresso del Naval War College di Lahore, facendosi esplodere con il suo camion pieno di esplosivo. Dopo sette giorni, l’undici marzo,sempre a Lahore con le medesime modalità fu preso d’assalto il quartier generale della Federal Investigation Agency (FIA). A giugno, il 3, l’obiettivo fu l’ambasciata danese ad Islamabad. Il 25 dicembre del 2003, invece, due kamikaze a bordo di autobomba, cercarono di far saltare in aria il convoglio di auto che trasportava e seguiva l’allora presidente Pervez Musharraf. L’Huji è anche ritenuto responsabile dell’attentato al ristorante italiano di Islamabad ‘Luna Caprese’ che a marzo scorso fece un centinaio di feriti e una vittima. Secondo l’intelligence pachistana, il movimento si muoverebbe per effettuare pressioni sul governo affinché rinunci alla sua alleanza con gli Usa, sarebbe questo il motivo dietro la scelta dell’obiettivo colpito sabato sera, un albergo di una catena americana molto frequentato da occidentali, in particolare statunitensi.

Due sospetti terroristi legati all’attentato di sabato sera all’hotel Marriott di Islamabad sono stati arrestati dalla polizia pachistana. Lo riferisce la televisione Dawn. I due sarebbero legati ad al Qaida e uno dei due già ricercato per un tentativo di uccisione dell’ex presidente pachistano Pervez Musharraf. L’arresto è avvenuto a Gujaranwala, una città della provincia orientale pachistana del Punjab, tra Lahore e Islamabad. Altre tre persone sono state arrestate, per essere interrogate, in una moschea del distretto di Kharian, tra Lahore e Islamabad.

Il governo federale pachistano ha deciso di intensificare le operazioni anti-terrorismo nella zona del FATA, l’acronimo con il quale sono note le zone tribali della parte occidentale del paese ai confini con l’Afghanistan. Secondo la televisione pachistana, nelle prossime 48 ore sarà dato il via ad una possente operazione delle forze di sicurezza in quei territori, da dove si crede siano partiti i terroristi responsabili dell’attentato di sabato sera. Sarà anche aumentato il numero dei militari che operano nei distretto dello Swat e di Bajaur e in altri distretti tribali teatro, nell’ultimo anno, di scontri cruenti tra ribelli ed esercito. Scopo del governo, dice la televisione, è di non mostrare nessun segno di cedimento nei confronti dei ribelli.

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Attentato in Pakistan: si guarda alle zone tribali

Portano diritte ai taleban e alle zone tribali nella parte occidentale del paese, le indagini della polizia pachistana sulle mani che ieri hanno fatto esplodere un camion bomba dinanzi all’Hotel Marriott di Islamabad provocando almeno 60 vittime, tra cui l’ambasciatore della Repubblica Ceca e due militari dell’ambasciata Usa. Anche se nessuna rivendicazione e’ stata fatta, gli investigatori pachistani, che hanno ricevuto informazioni dai servizi di sicurezza, propendono per un attacco voluto da Al Qaida e dai suoi gruppi di appoggio in Pakistan che, nella zona frontaliera con l’Afghanistan, hanno trovato i loro ‘santuari’. La convinzione emerge dalle parole del ministro dell’Interno pachistano, Rehman Malik, che in una conferenza stampa ha detto oggi, riferendosi alla responsabilita’ dell’attentato, che ”tutte le strade portano al Fata”, che e’ l’acronimo che viene usato per indicare le regioni tribali dell’ovest e nord ovest del paese. Secondo alcuni esponenti delle forze di sicurezza pachistane, trattandosi di un attentato ben organizzato, studiato nei minimi dettagli per fare i maggiori danni e considerando anche la quantita’ e la qualita’ dell’esplosivo, pare certa la firma di Al Qaida e dei suoi alleati taleban dell’occidente pachistano. Secondo Malik, il camion bomba era preparato con 600 chilogrammi di esplosivo a alto potenziale Rdx e Tnt, unito a polvere di alluminio per aumentarne gli effetti incendiari. Indiziato numero uno e’ di nuovo quel Baiatullah Mehsud, leader del gruppo Terikh-e-taleban, che e’ ritenuto essere dietro anche all’omicidio di Benazir Bhutto lo scorso 27 dicembre. C’e’ un altro particolare che spinge gli investigatori a propendere per un ruolo determinante di Al Qaida: il camion bomba e’ esploso ad un anno esatto del messaggio di Osama Bin Laden con il quale il leader di Al Qaida chiamava alla jihad, la guerra santa, i musulmani pachistani contro il governo alleato degli americani dell’aborrito presidente Pervez Musharraf. Nel messaggio audio diffuso il 20 settembre dell’anno scorso su internet e intercettato dai servizi americani, la voce attribuita a Bin Laden definisce ”un obbligo” per i pachistani ribellarsi a Musharraf, ”un traditore dell’Islam e dei musulmani”. Oggi non c’e’ piu’ Musharraf ma, nonostante i problemi legati alle incursioni in Pakistan delle forze americane di stanza in Afghanistan, il Pakistan e’ ancora un forte alleato americano nella ”lotta al terrorismo”. Malik ha anche aggiornato il numero delle vittime. Secondo il ministro dell’Interno, i corpi fino ad ora recuperati sarebbero 53, altri sette sono stati individuati e mancano all’appello ancora diverse persone, tra le quali un diplomatico danese, che potrebbero ancora essere intrappolati sotto le macerie della struttura in parte crollata. Tra le vittime, ci sono quattro occidentali accertati: l’ambasciatore della Repubblica Ceca Ivo Zdarek, una donna vietnamita, due militari americani addetti all’ambasciata Usa. Tra i 286 feriti sono 21 gli stranieri, tra i quali inglesi, americani, tedeschi e di paesi del Medio oriente. Ma il bilancio delle vittime potrebbe aumentare perche’ alcuni dei feriti versano in gravi condizioni. Il primo ministro Yusuf Raza Gilani ha denunciato la volonta’ dei terroristi di ”destabilizzare il paese e la democrazia” e di ”distruggerne l’economia”. Parlando ai giornalisti a Lahore (est), ha detto poi che l’intelligence pachistana sapeva da due giorni dell’attacco, anche se l’obiettivo previsto era la sua stessa residenza o il parlamento. Per Gilani e’ essenziale aiutare le aree tribali dell’ovest, per evitare che si crei una frattura incolmabile di odio con il resto del paese. Il presidente Asif Ali Zardari, che e’ in viaggio verso New York per partecipare all’assemblea generale dell’ONU, ha detto in un messaggio alla nazione che ”il terrorismo sara’ estirpato con ogni mezzo dal paese”. Ma da quando il vedovo di Benazir Bhutto ha soppiantato Musharraf, c’e’ stata una recrudescenza di attacchi terroristici nel paese.

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Update sulle bombe. Morto ambasciatore Repubblica Ceca

C’e’ anche l’ambasciatore ceco in Pakistan tra gli oltre 60 morti nel pauroso attentato di ieri sera all’hotel Marriott di Islamabad. Parlando ai giornalisti, il premier pachistano Yousuf Raza Gilani ha confermato che il corpo di Ivo Zdarek, ambasciatore della Repubblica Ceca in Pakistan e’ tra i 53 gia’ recuperati tra le macerie dell’ex albergo a cinque stelle, fino a ieri punto di riferimento della comunita’ internazionale in Pakistan. La polizia e le forze di sicurezza stanno aconra lavorando per tentare di recuperare altri corpi. Tra le vittime ci son oaltri occidentali. Fino ad ora e’ stato riconosciuto il ccadavere di un americano e si cercano alcuni sauditi. Mancano all’appello ancora una ventina di persone che sono intrappolate nella struttura, mentre oltre venti tra i 230 feriti, versano in ospedale in gravi condizioni, per cui si teme che il bilancio delle vittime possa aumentare. L’albergo, di proprieta’ di una famiglia pachistana ma affiliato ad una catena americana, nella notte, dopo diverse ore nelle quali era stato avviluppato dalle fiamme, e’ crollato in parte, rendendo ancora piu’ difficile il lavoro dei soccorritori. Il ministro degli interni pachistano Rehmin Malik, ha detto che l’attentato di ieri e’ l’undici settembre pachistano e ha confidato che l’intelligence di Islamabad da due giorni aveva informazioni circa un attentato pianificato nel parlamento della capitale pachistana, in occasione del discorso che Zardari ha tenuto ieri. La polizia ha cosi’ concentrato l’attenzione intorno al parlamento, che non dista molto dall’hotel Marriot. Ancora non c’e’ nessuna rivendicazione ma sia i politici che gli investigatori pachistani puntano il dito contro Al Qaeda e i suoiu affiliati. In un messaggio video la scorsa settimana, Al Zawahiri, numero due del gruppo terrorista che fa capo ad Osama Bin Laden, oltre a minacciare l’occidentge e gli Stati Uniti, si era scagliato anche contro i paesi alleati degli USA come il Pakistan. Secondo alcune fonti di stampa pachistana, che riprende informazioni dei servizi di sicurezza, gli investigatori sono sicuri che dietro l’0attentato di ieri sera ci sia il gruppo Therik-e-Taliban, guidato da Baiatullah Mehsud, che ha la sua base nella zona di nord ovest ai confini con l’Afghanistan, dove c’e’ una nutrita presenza di Taliban. Mehssud, a cui era stata offerta una tregua a febbraio e poi rotta ad aprile, e’ ritenuto essere anche il responsabile dell’omicidio di Benazir Bhutto lo scorso 27 dicembre. Zardari ha parlato nella notte alla televisione assicurando che il terrorismo sara’ estirpato con ogni mezzo dal paese. Anche l’India si e’ unita al coro delle condanne all’attentato arrivato da tutto il mondo, parlando di minaccia al processo democratico dell’area.

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