Una suocera che prende a calci la nuora non e’ passibile di pena da un tribunale con l’accusa di crudelta’. Lo ha deciso la suprema corte indiana, rispondendo ad una serie di appelli di nuore, mariti e suocere. In particolare il piu’ alto tribunale indiano ha detto che la suocera puo’ rimproverare la nuora, darle vestiti usati, eventualmente schiaffeggiarla o prenderla a calci e riprendersi i regali fatti durante le nozze. La decisione della corte, riportata dall’agenzia PTI, e’ arrivata a seguito del ricorso di una donna indiana che, gia’ alla sua seconda esperienza matrimoniale, ha accusato la suocera di crudelta’ ed il marito di complicita’ con la madre. I giudici le hanno dato torto, ribadendo la vena educativa delle azioni della suocera ed il suo ruolo di madre. In India, dopo il matrimonio, la sposa va a vivere con il marito a casa dei genitori di quest’ultimo dove, il piu’ delle volte, viene in realta’ schiavizzata dalla suocera. Gli stipendi vengono consegnati tutti al padre dello sposo che distribuisce i soldi tra i componenti della famiglia, mentre alla sposa resta l’obbligo delle pulizie e di badare alla casa. Nel caso in cui la copia non riesca ad avere figli o abbia una figlia femmina, i suoceri incolpano della cosa la nuora. Anche la dote di quest’ultima viene totalmente incamerata dai suoceri. Non a caso ci sono parecchi casi di suicidi tra le spose e denunce di maltrattamenti nei confronti delle suocere. La sentenza della suprema corte e’ destinata a scatenare le proteste dei movimenti femministi che stanno aumentando nel paese.
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Anche gli uomini indiani abbuscano dalle mogli. E si coalizzano
Il sesso debole in India sembra piu’ forte di quello che si crede, se oltre 100000 uomini si dichiarano vittime di violenze anche fisiche da parte delle loro mogli, tanto da ricorrere ad una associazione che li protegga. E per ribadire i propri diritti, gli uomini perseguitati dalle loro mogli si incontreranno il 15 agosto, ricorrenza dell’indipendenza indiana, nel nord dell’India per cercare strategie comuni. ”Non parliamo solo di violenze domestiche – ha detto alla televisione il presidente della Save Indian Family Foundation (SIFF), Anil Kumar – ma anche di parita’ di diritti. Oggi in tribunale viene riconosciuta la violenza domestica da parte del marito ma spesso non quella da parte della moglie, per questioni culturali. Anche nell’affido dei figli, le donne sono piu’ favorite. Una situazione che deve cambiare”. Per questo la scelta del giorno dell’indipendenza come data per il meeting di 100 delegati rappresentanti di oltre 30000 appartenenti alla fondazione. ”Hanno aderito all’evento – ha detto Kumar – anche altre tre ONG che lavorano tutte per diritti uguali fra uomo e donna. Noi non siamo contro le donne, non le odiamo. E’ solo una questione di diritti uguali”. Sono le cifre a dimostrare che sono in aumento i casi di persecuzione delle mogli sui mariti. Negli ultimi quattro anni, secondo i dati diffusi dalla fondazione SIFF, oltre 120000 uomini perseguitati in famiglia dalle spose si sono suicidati. E questo numero, secondo la SIFF, e’ doppio rispetto a quello delle spose suicide. Gli uomini sposati lamentano anche discriminazioni a livello ministeriale. Infatti chiederanno a Shimla, luogo di montagna scelto per l’incontro del 15 agosto, la creazione di un apposito ministero per gli uomini, cosi’ come esiste per le donne e i bambini. Ma anche parita’ nella custodia dei figli in caso di divorzio, uguale tassazione (agevolata per molte donne cosi’ come l’accesso al lavoro), e cambiamenti nelle leggi sulle violenze domestiche.
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Spose incinte, scandalo al matrimonio di massa
Scandalo durante un matrimonio di massa organizzata nello Stato del Madhya Pradesh, nell’India centrale. Una sposina ha avuto le doglie poco prima dell’inizio della cerimonia, e, dopo accertamenti sulle altre 151 aspiranti spose, si è scoperto che ben 14 erano incinte. La giovane donna, pochi minuti prima dello scambio delle ghirlande, che rappresenta il culmine della cerimonia nuziale induista, ha cominciato a sentirsi poco bene. I forti dolori addominali si sono rivelati essere le prime avvisaglie di un parto. A questo punto la cerimonia è stata interrotta e sono stati ordinati test di verginità e di gravidanza per tutte le 152 ragazze pronte per il matrimonio. Ben 14 delle giovani donne sono risultate essere già in stato interessante, mentre un’altra è risultata essere minorenne. Solo dopo aver accertato lo stato delle aspiranti spose la cerimonia è ripresa e 138 coppie si sono unite in matrimonio. I matrimoni di massa sono piuttosto diffusi in India e sono di solito organizzati dal governo locale a proprie spese per permettere a coppie che non hanno disponibilità economica di sposarsi. Il governo provvede alle spese relative alla cerimonia e fornisce alle coppie gli utensili domestici di base per un ammontare di 5.000 rupie ciascuna (circa 100 euro). Sembra tuttavia che stiano sempre più diffondendosi falsi matrimoni. Alcuni mediatori (in cambio di una piccola commissione) propongono al governo locale, come potenziali sposi, coppie che in realtà sono già sposate, in modo che possano accedere ai benefici economici previsti.
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Agenzia matrimoniale per soli malati di Aids
Due ragazzi del Gujarat, nel nord ovest dell’India, si sono incontrati ad una festa organizzata apposta, si sono piaciuti e si sono sposati. Nulla di strano se non fosse che i neo sposi sono entrambi portatori di Hiv/Aids. Come loro, tanti altri sono riusciti a trovare l’anima gemella nonostante lo status di emarginati che si trovano a vivere per la loro malattia, in un paese che non accetta cosi’ facilmente i diversi. Il matrimonio e’ avvenuto grazie all’intermediazione di una agenzia matrimoniale specializzata nel trovare l’anima gemella ai malati di AIDS. Sono oltre 5,7 milioni i malati di Aids in India, secondo le stime dell’ONU. Il numero pone il paese di Gandhi al primo posto nella classifica dei contagiati. Ed anche se per il governo di Delhi sono ‘solo’ 2,5 milioni, pongono comunque un problema sociale molto forte. In un paese in cui i matrimoni vengono combinati tra appartenenti alla stessa religione, casta, gruppo etnico, status sociale, per coloro che sono emarginati dalla societa’, malati ma anche vedove, trovare l’anima gemella e’ una impresa ardua. E cosi’ negli ultimi anni sono sorte agenzie specializzate e i giornali, nell’inserto della domenica riservato agli annunci matrimoniali, hanno inserito annunci per malati di AIDS e vedovi. L’associazione ”HIV+ Find a Life Partner”, che ha organizzato la festa in Gujarat e gestisce l’agenzia matrimoniale, in quattro anni e’ riuscita a far sposare 300 coppie di malati di AIDS. Ma le richieste sono tante: oltre 1.000 gli uomini che si sono rivolti, meno di cento le donne. Questo si spiega con il fatto che raramente le donne dichiarano la propria malattia, perche’ in questo caso vengono automaticamente prese per prostitute. In realta’ spesso sono vedove. Contagiate dai loro mariti.
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Marito e moglie indiani, potete finalmente baciarvi in pubblico
I coniugi indiani non rischiano più una multa se si baciano in pubblico. Lo ha deciso una sentenza dell’Alta Corte della capitale New Delhi, secondo la quale non si ricorre nel reato di atti osceni, come prescrive il codice penale indiano, se si è sposati. Una sentenza che stravolge quanto fino ad ora si credeva e che poteva portare la coppia in carcere fino a tre mesi. I due ragazzi, 28 e 23 anni, si erano sposati da poco. Mentre aspettavano l’avvocato che doveva registrare il loro matrimonio, si appartarono dietro una colonna della metropolitana e si scambiarono un bacio. Un ispettore di polizia li vide e li arrestò, specificando nel verbale che “erano seduti in una posizione sconveniente nei pressi di un palo della metropolitana e si baciavano”. Dinanzi al giudice, i due sposi hanno negato di essersi baciati, ma il loro avvocato ha cercato di dimostrare come la cosa non rientrasse nel reato di atti osceni. Ed ha avuto ragione. Il giudice, infatti ha motivato l’assoluzione scrivendo che “è inconcepibile ai giorni nostri che l’espressione di amore di una giovane coppia sposata possa essere ritenuto un atto osceno che porti ad un coercitivo processo di legge”. La sentenza non farà certo piacere a quanti in India ritengono una offesa qualsiasi atto d’affetto tra persone per strada. Mentre gli uomini camminano mano nella mano in segno di amicizia, a uomo e donna è vietato mostrare i propri sentimenti. Marito e moglie camminano per strada uno davanti e uno dietro, i fidanzati si nascondono nei giardini pubblici o nei monumenti, spesso sotto foulard, per scambiarsi tenerezze. Gli omosessuali non si mostrano in pubblico, rischiano fino all’ergastolo per sodomia. Ma la polizia morale non fa sconti ed eleva diverse multe. Anche nei film e in televisione la censura taglia le scene dove ci si bacia. E per un bacio ad una attrice indiana, due anni fa fu denunciato Richard Gere, mentre una coppia israeliana è stata multata per essersi baciata dopo aver celebrato il loro matrimonio con rito induista. Alcuni gruppi nazionalisti hindù, che si battono per evitare la deriva occidentale dell’India che, secondo loro, porta alla depravazione dei costumi, già in questi giorni stanno cominciando una battaglia contro San Valentino.
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