Sono oltre 2 milioni le persone colpite dall’inondazione del fiume Kosi, che ha interessato 15 distretti del poverissimo stato indiano del Bihar. E piu’ di 120mila persone, che erano state colpite dalle inondazioni della settimana scorsa, sono state recuperate dai soccorritori e portate in salvo in luogo sicuro. Lo hanno detto fonti ufficiali locali. La situazione nello stato nord orientale indiano, che patisce da una settimana l’ingrossamento del fiume Kosi che e’ straripato sommergendo migliaia di case tra India e Nepal, sta molto lentamente migliorando, anche se i meteorologi hanno chiesto di mantenere alto il livello di allarme almeno per le prossime 48 ore. Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, oggi ha sorvolato le zone colpite e ha parlato di ‘calamita’ nazionale’, e ha deciso di stanziare 10 miliardi di rupie, circa 230 milioni di dollari, per le vittime dell’inondazione e la ricostruzione. Dall’inizio dell’inondazione, sono morte 55 persone, anche se il bilancio potrebbe aumentare perche’ alcune zone non sono state ancora raggiunte dai soccorritori. Sono 396 le barche messe a disposizione dalle forze armate indiane per i soccorsi, mentre altre 700 sono state recuperate dal governo locale per portare in salvo gli abitanti delle zone sommerse dalle acque del fiume.
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Quattro anni di governo di Sonia e i suoi
Quattro anni fa, contro tutte le aspettative, Sonia vinceva le elezioni in India e dava l’incarico a Manmohan Singh, l’economista formatosi in Inghilterra, di guidare il governo. Quattro anni e tante promesse dopo, Singh ha detto che bisogna ora “stringere la cinghia e gestire in maniera oculata le nostre risorse e le nostre finanze”. E fino ad ora gli indiani, soprattutto la povera gente, che hanno fatto? E’ vero, sono aumentati i prezzi a livello mondiale; è vero, il petrolio ha raggiunto vette per molti inimmaginabili, ma la “politica dell’uomo comune” voluta da Sonia come promessa elettorale indirizzata alle classi più svantaggiate, ha fallito, non riuscendo a raggiungere i suoi scopi. I poveri sono sempre di più e più poveri, i ricchissimi si arricchiscono sempre di più. Aspettiamo il monsone, speriamo che la pioggia che dà vita e morte, ricchezza e distruzione, aiuti il 60% degli indiani, coloro che ancora lavorano in agricoltura e che se la stanno vedendo brutta. Tanto che si parla di nuovo tsunami, riferendosi ai tanti contadini che si suicidano per non poter onorare i prestiti e i mutui contratti con le banche e i priovati per sopravvivere. E in un periodo nel quale il tempo fa le bizze (in questi giorni, normalmente la stagione più secca, a Delhi piove quanto di solito in un anno intero), sul monsone non v’è certezza. Speriamo bene per loro. La notizia che oggi riempie la bocca gli indiani è che l’inflazione pare sia scesa dal 7.83% al 7.82%, sempre se le stime sono reali. Intanto la gente, e non parlo dei poverissimi, continua ad avere seri problemi. I negozietti intorno casa mia, soprattutto le bancarelle che vendono frutta e verdura, non fanno affari. Tutto è aumentato e loro, che di solito vendono ai piccoli commercianti, impiegati o alle collaboratrici domestiche, non vendono. I prodotti sono diventati troppo cari. Stringiamo la cinghia, sperando di non romperci le costole.
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Anto’ fa caldo
Caspita, fa veramente caldo. Siamo al 22 aprile e abbiamo già raggiunto i 40 gradi. In Orissa sono morte 25 persone, le scuole hanno chiuso con dieci giorni di anticipo, rispetto alle tradizionali vacanze estive che cominciano a maggio. Se queste sono le premesse, mi immagino già fra qualche giorno boccheggiante. I metereologi hanno detto che oggi è stata la giornata più calda del periodo, con otto gradi oltre la media stagionale. Bella soddisfazione quella di saperlo! E con il caldo cominciano anche i blackout. Oggi la corrente è mancata due volte. Io ho comprato un nuovo inverter e pare che funzioni, i ventilatori ventilano. Ho tenuto un po’ la finestra aperta, come ho fatto nei giorni scorsi: mi dava l’impressione che qualcuno da fuori alla finestra con un mega asciugacapelli buttasse dentro casa aria calda. Sempre i metereologi hanno pronosticato un monsone imponente, che dovrebbe portarci un po’ di fresco a luglio. Speriamo. Ma tempo maggio. Se non mi sentite, è perchè mi sono squagliato.
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