Dalla ripresa ieri dei lavori dell’assemblea costituente nepalese, dopo il blocco di oltre cinque mesi effettuato dai maoisti, la commissione speciale che deve scrivere la bozza della nuova costituzione della piu’ giovane repubblica himalayana, ha gia’ deciso su 98 questioni insolute. Lo riferisce la stampa di Kathmandu. La maggioranza, costituita dai maoisti, e’ andata diverse volte sotto nelle votazioni, non riuscendo a far passare alcuni loro emendamenti. Tra questi, il cambiamento della bandiera nazionale, la stessa del periodo monarchico, l’introduzione delle parole ”guerra del popolo” nel preambolo della costituzione, e il nome della stessa carta costituzione, che per i maoisti deve chiamarsi ”costituzione della repubblica federale popolare del Nepal”. I maoisti hanno anche perso sul fronte del federalismo, la cui definizione relativa alla divisione su base etnica non verra’ citata nella costituzione, cosi’ come il secolarismo. Via libera a larga maggioranza invece per la liberta’ di stampa e pluralismo, fortemente voluti dal partito del Congresso. I maoisti hanno anche annunciato l’inizio della quarta fase di protesta per tutto il Nepal, per ristabilire ”la supremazia del popolo” nel paese. I maoisti hanno annunciato uno sciopero generale se entro il 24 gennaio il governo non accettera’ le loro condizioni, riducendo i poteri del presidente e lavorando per uno stato federale su base etnica. Una proposta avversata da tutti gli altri partiti, anche se gruppi politici di Newari, l’etnia piu’ diffusa a Kathmandu e nella sua valle, hanno ricevuto l’appoggio ieri non solo dei maoisti, ma soprattutto per partito del Congresso e di altre formazioni che siedono nell’assemblea costituente, dichiarando oggi la provincia autonoma Newar.
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Riprende il lavoro dell’assemblea costituente nepalese, ma i maoisti minacciano altre manifestazioni
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Scelta la nuova Kumari di Kathmandu
Si e’ insediata oggi, nel suo palazzo nel quale vivrà da dea presumibilmente i prossimi 7-8 anni, la Kumari, la dea bambina che, secondo la tradizione nepalese, quale incarnazione della dea Taleju, deve proteggere il Nepal. Matina Shakya, a soli tre anni, e’ stata scelta come dea vivente e andra’ a sostituire Preeti Shakya che all’eta’ di 12 anni e sul trono dal 2001, deve lasciare essendo arrivata alla puberta’ e avesse il primno ciclo mestruale, che la renderebbe impura. La piccola Matina e’ stata scelta da quattro preti chiamati dal Guthi Shashtan, una organizzazione del governo che si occupa per conto dello stesso degli affari culturali e religiosi. La bambina, secondo la tradizione, e’ stata gia’ separata dai propri genitori e ha fatto il suo ingresso nel Kumarighar, il palazzo al centro di Kathmandu dal quale uscira’ solo poche volte all’anno per seguire le feste religiose, senza poter mai mettere piede a terra. E’ la prima Kumari ad essere nominata in tempi di governo maoista, la prima senza la monarchia. Dinanzi a lei, prima si inginocchiava il re, adesso lo fara’ il presidente. Alla piccola Matina, come da tradizione, sono stati dipinti gli occhi con il kajal ed e’ stata vestita di rosso. Di lei, da ora in avanti, si occuperanno due persone, due nuovi genitori. Si affaccera’ dalla sua finestra intarsiata per salutare i turisti e benedira’ i pellegrini. Quella di Kathmandu, e’ la Kumari piu’ importante del Nepal. Nelle altre citta’ della valle della capitale nepalese ci sono altre Kumari, ma meno importanti di quella di Kathmndu. Secondo la tradizione, la kumari viene scelta all’interno della comunita’ newar, una delle etnie piu’ popolose del Nepal. Appartiene alla casta buddista dei Sakya, la stessa alla quale apparteneva Gautama Siddharta, diventato il Buddha. Il sacerdote del tempio di Taleju, analizza l’oroscopo della candidata non solo per controllare che sia favorevole, ma soprattutto per assicurarsi che non sia in conflitto con quello del paese. L’eletta deve possedere le ”32 perfezioni”, tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti. Dietro questa esile figura ingioiellata e truccata c’e’ comunque un misto di storia, tradizione e leggenda. Quella che sorprende di piu’ e’ la storia umana di una bambina, strappata alla sua famiglia all’età di tre-quattro anni per diventare la dea in terra. Non lo sara’ a vita, ma fino al primo mestruo o fino a quando dovesse ferirsi e perdere sangue o perdere un dente. Non le e’ neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta. Per questo motivo i sacerdoti che la scelgono devono verificarne anche la forza di carattere. Come prova, la fanno dormire in una stanza buia tra le teste di capre e di bufali sacrificati in suo onore. Se resiste, viene eletta Vergine divina. Una volta eletta, la bambina-dea subisce l’isolamento dalla vita quotidiana: per evitare che si ferisca, vive da sola, lontano dagli altri bambini e dalla sua famiglia; la kumari ha la possibilita’ di uscire soltanto tredici volte all’anno in occasione delle feste principali. Ed anche in queste occasioni non puo’ camminare da sola, per non farsi contaminare dalla terra: viene sorretta dai portantini in processione, mentre i sudditi devono tenere lo sguardo basso. Smessi i panni della dea, la bambina torna a casa dalla sua famiglia, incontrando spesso notevoli difficolta’ di reinserimento. Pare inoltre che la maggior parte delle ex Kumari abbiano anche la difficolta’ a trovare marito, perche’una superstizione vuole che il marito della ex Kumari muoia a pochi mesi dal matrimonio. E spesso, rimaste vedove, alle incarnazioni di Taleju non rimane altra via che quella della prostituzione, o di un dorato esilio con il vitalizio dovuto alle ex kumari. L’alta corte nepalese, l’estate scorsa, ha emesso una ordinanza con la quale si chiede per la Kumari, il rispetto dei diritti umani fondamentali. Ma niente e’ cambiato.
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Via il re, ma chi si occupa ora della Kumari?
Chi dovrà ora consacrare la nuova Kumari? In Nepal è caos perché nessuno sa come comportarsi per la consacrazione della dea bambina. Prima, infatti, la consacrazione era gestita dal primo sacerdote del re. Ma da quando il Nepal è diventato una repubblica e si è messo fino ai 240 anni di monarchia, ci si pone ora il problema della dea bambina. Un mio caro amico, al quale ho chiesto sul destino della kumari, mi ha detto che è una tradizione che ora andrà a finire.
Intanto a Bhaktapur, una delle città della valle di Kathamandu, si è tenuto un incontro per eleggere la nuova kumari della città. L’incontro è stato deciso dopo che il GSCO (il Guthi Sansthan Central Office, un organismo governativo deputato a queste decisioni) ha proposto, come nuova kumari di Bhaktapur, Shreeya Bajracharya, una bambina di sei anni.
Nella piccola città della valle, infatti, il “posto” di kumari è ormai vacante sin dallo scorso 19 gennaio, quando la kumari precedente, Sajani Shakya, si e’ ritirata.
Fino ad ora era il sacerdote del re ad avere l’autorità di decidere e dire l’ultima parola sull’approvazione delle kumari. Ora, con l’abolizione della monarchia, le cose sono cambiate e, per decidere sulla faccenda, sono stati consultati numerosi esperti ed è anche stato informato il Ministero delle riforme.
Narendra Prasad Joshi, capo del tempio di Taleju a Bhaktapur, insieme al suo aiutante, Nhuchhe Ratna Shakya, ha scelto la piccolo Shreeya fra molte altre ragazzine tra i due anni e mezzo e i sette anni. La scelta della bambina destinata a rivestire il ruolo di Kumari avviene seguendo un ben preciso rituale religioso.
Finora inoltre, i sacerdoti dovevano verificare che l’oroscopo dell’aspirante dea fosse compatibile con quello del re. In base alla tradizione, l’aspirante kumari deve possedere 32 qualità. La piccola Shreeya, hanno detto i responsabili del Guthi Sansthan, ha espresso una forte volontà di essere la nuova kumari di Bhaktapur e anche i suoi genitori ne sarebbero molto felici, aggiungendo che la bambina possiede molte delle qualità richieste tra cui la pelle chiara, i capelli e gli occhi neri e una voce cristallina.
La Kumari di Bhaktapur percepisce, come stipendio, 1700 rupie nepalesi mensili (circa 17 euro) da parte del Ministero delle Finanze e 450 rupie nepalesi mensili (circa 4 euro) dal Guthi Sansthan Central Office. A differenza della kumari di Kathmandu, che vive in un palazzo lontana dalla sua famiglia di origine, a Bhaktapur la kumari rimane con i suoi genitori.
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