Il sesso debole in India sembra piu’ forte di quello che si crede, se oltre 100000 uomini si dichiarano vittime di violenze anche fisiche da parte delle loro mogli, tanto da ricorrere ad una associazione che li protegga. E per ribadire i propri diritti, gli uomini perseguitati dalle loro mogli si incontreranno il 15 agosto, ricorrenza dell’indipendenza indiana, nel nord dell’India per cercare strategie comuni. ”Non parliamo solo di violenze domestiche – ha detto alla televisione il presidente della Save Indian Family Foundation (SIFF), Anil Kumar – ma anche di parita’ di diritti. Oggi in tribunale viene riconosciuta la violenza domestica da parte del marito ma spesso non quella da parte della moglie, per questioni culturali. Anche nell’affido dei figli, le donne sono piu’ favorite. Una situazione che deve cambiare”. Per questo la scelta del giorno dell’indipendenza come data per il meeting di 100 delegati rappresentanti di oltre 30000 appartenenti alla fondazione. ”Hanno aderito all’evento – ha detto Kumar – anche altre tre ONG che lavorano tutte per diritti uguali fra uomo e donna. Noi non siamo contro le donne, non le odiamo. E’ solo una questione di diritti uguali”. Sono le cifre a dimostrare che sono in aumento i casi di persecuzione delle mogli sui mariti. Negli ultimi quattro anni, secondo i dati diffusi dalla fondazione SIFF, oltre 120000 uomini perseguitati in famiglia dalle spose si sono suicidati. E questo numero, secondo la SIFF, e’ doppio rispetto a quello delle spose suicide. Gli uomini sposati lamentano anche discriminazioni a livello ministeriale. Infatti chiederanno a Shimla, luogo di montagna scelto per l’incontro del 15 agosto, la creazione di un apposito ministero per gli uomini, cosi’ come esiste per le donne e i bambini. Ma anche parita’ nella custodia dei figli in caso di divorzio, uguale tassazione (agevolata per molte donne cosi’ come l’accesso al lavoro), e cambiamenti nelle leggi sulle violenze domestiche.